Si è svolta, presso le Commissioni riunite Bilancio e Politiche Ue della Camera dei deputati, l’audizione del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sul funzionamento del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e sulle sue prospettive di riforma.
Il Governatore ha difeso il testo elaborato a Bruxelles, definendo la proposta di riforma «un passo nella giusta direzione, soprattutto perché introduce il backstop al Fondo di risoluzione unico» per gestire le crisi bancarie.
Visco ha ricordato che la funzione fondamentale del Meccanismo europeo di stabilità «è concedere, sotto condizionalità, assistenza finanziaria ai paesi membri che trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato. Non è un meccanismo per la ristrutturazione del debito sovrano, anzi è volto a evitarla«.
«Le modifiche proposte in materia di assistenza finanziaria ai paesi membri ribadiscono principi di buon senso che sono già presenti nel Trattato. Per l’Esm, come per qualsiasi prestatore, non avrebbe senso erogare credito a chi ha un debito che non è considerato sostenibile, visto che si tratterrebbe di un trasferimento a fondo perduto», ha proseguito Ignazio Visco.
La proposta di riforma del Mes, ha osservato il Governatore, «è evidentemente il risultato di un compromesso tra i timori di chi da sempre avversa passi in avanti nella condivisione dei rischi e quelli opposti di chi paventa un rinvio ingiustificato dei progressi verso una ‘autentica’ Unione economica e monetaria. Il modo migliore per convincere tutti dell’utilità della riforma è usarla come punto di partenza per riprendere con convinzione il percorso di integrazione europea».
«La proposta di riforma dell’Esm segna un passo nella giusta direzione, soprattutto perché introduce il backstop al Fondo di risoluzione unico», ha aggiunto Visco, «la riforma non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani. Come nel Trattato già oggi in vigore non c’è scambio tra assistenza finanziaria e ristrutturazione del debito. Anche la verifica della sostenibilità del debito prima della concessione degli aiuti è già prevista dal Trattato vigente. È una clausola a tutela delle risorse dell’Esm, di cui l’Italia è il terzo principale finanziatore».
«Bisogna completare l’unione bancaria con un più efficace meccanismo di gestione delle crisi di tutti gli intermediari, anche quelli medio-piccoli, e con una vera assicurazione comune sui depositi, che garantisca eguale protezione ai risparmiatori indipendentemente dal luogo in cui opera la loro banca».
È indispensabile non far risalire lo spread Btp-Bund con parole o mosse «avventate» da parte del mondo politico, è il monito lanciato dal governatore della Banca d’Italia, secondo cui «la situazione generale dell’Italia potrebbe essere migliore, anche se io cerco sempre di enfatizzare le cose positive. Abbiamo un obbligo: non facciamo risalire lo spread, e non facciamolo risalire con mosse avventate, con dichiarazioni avventate».