Vertice Ue: unione bancaria, Eurobond e Bei: tutte le armi per stimolare la crescita

 

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Alla vigilia di un Consiglio europeo considerato decisivo per la zona euro, il presidente della Commissione, José Manuel Barroso,ha chiesto di «essere realistici» perché «è un errore credere che possiamo organizzare un vertice europeo e che i mercati si calmino miracolosamente».

Dal Patto per la crescita agli Eurobond, tra mancanza di risorse finanziare e divisioni politiche, i 27 rischiano di deludere le aspettative. Per Barroso, il vertice deve almeno «togliere ogni dubbio sulla irreversibilità dell’euro».

Patto per la crescita. Dopo aver firmato il trattato Fiscal Compact in marzo, i 27 dovrebbero trovare un accordo sul «Compact per la crescita e l’occupazione». Non sarà un trattato, ma l’obiettivo è iniettare nell’economia 120-130 miliardi nel prossimo biennio. Secondo la bozza di conclusioni, il capitale della Banca europea degli investimenti dovrebbe essere aumentato di 10 miliardi, consentendo il finanziamento di nuovi progetti fino a 60 miliardi. I 27 avvieranno una fase «pilota» per i project bond – le obbligazioni a progetto, garantite con 240 milioni di euro del bilancio comunitario – che potrebbe mobilitare altri 4,5 miliardi per investimenti in «trasporti, energia e banda larga». Una cinquantina di miliardi dovrebbero arrivare dalla riprogrammazione dei fondi strutturali europei. Come chiesto dall’Italia, il vertice si impegnerà a «approfondire il Mercato Unico». I leader sono vicini a un compromesso sul brevetto europeo, ma l’Italia ha deciso di rimanere fuori dalla cooperazione rafforzata.

Unione bancaria. Nel rapporto che il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha presentato sul futuro della zona euro, la priorità immediata è l’Unione bancaria. Per «assicurare la stabilità finanziaria in particolare nell’area euro e minimizzare i costi dei fallimenti bancari per i cittadini europei – dice Van Rompuy – occorre «elevare la responsabilità della supervisione a livello europeo» e creare «meccanismi comuni di risoluzione delle crisi e garanzia dei depositi». Il Regno Unito è contrario, ma la zona euro potrebbe lanciare una cooperazione rafforzata. Alla Banca centrale europea dovrebbero andare i poteri di supervisione. La Germania si oppone alla possibilità che il Fondo salva-stati «agisca come rete di protezione finanziaria» per l’autorità che sarà incaricata di salvare le banche e garantire i depositi.

Futuro della zona euro. Aldilà dell’Unione bancaria, non ci saranno decisioni concrete sulla road map che Van Rompuy ha tracciato per costruire una nuova zona euro nei prossimi 10 anni. Un rapporto intermedio è atteso per ottobre, la versione definitiva arriverà in dicembre, ma potrebbero essere necessarie modifiche dei trattati. «Abbiamo cercato un equilibrio tra responsabilità e solidarietà», spiegano fonti vicine a Van Rompuy. In futuro Commissione ed Eurogruppo potrebbero chiedere di modificare le manovre di bilancio nazionali, mentre gli stati membri non sarebbero più liberi di emettere debito senza una via libero preventivo di Bruxelles. In cambio, Van Rompuy propone di avviare la mutualizzazione dei debiti «nel medio termine» con la creazione degli Eurobill o di un Fondo di redenzione del debito sopra il 60% del Pil. Ma la Francia è contraria a cedere sovranità, mentre la Germania è inflessibile su qualsiasi strumento di mutualizzazione del debito.

 

 

Davide Carretta, Il Messaggero

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