Relazione sullo stato di salute del Paese 2009-2010.

Nel 2011, chiude sul punto il rapporto, “le attivita’ previste dal piano di eradicazione prevedono l’intensificazione dei controlli relativi all’anagrafe del comparto suinicolo, il perfezionamento dei controlli in occasione delle macellazioni familiari e nell’ambito della ristorazione pubblica, la conferma e il perfezionamento di tutte le misure sanitarie a tutela dell’esportazione di prodotti suini ai sensi della vigente normativa comunitaria”.

Per quanto riguarda la salute infantile e dell’adolescente i dati dell’Indagine Multiscopo 2008 Istat indicano che il 91,8% dei bambini e ragazzi della fascia di eta’ 0-14 anni e’ in buona salute, il 9,6% presenta una o piu’ malattie croniche, mentre solo l’1,6% soffre di due malattie o piu’ croniche. Le patologie presenti piu’ frequentemente, si legge nel rapporto sullo stato di salute del Paese, “per la fascia di eta’ 0-14 anni sono le malattie allergiche, maggiori nei maschi (8,3%) rispetto alle femmine (7,6), la bronchite cronica, inclusa l’asma bronchiale (2,2%), i disturbi nervosi pari allo 0,6% nei maschi e allo 0,3% nelle femmine. L’asma colpisce oggi il 10% della popolazione infantile, contro il 2,3% degli anni Settanta”.

I dati relativi alla mortalita’ infantile, prosegue il rapporto, “confermano l’apprezzabile riduzione delle piu’ importanti cause di morte: condizioni morbose di origine perinatale, traumatismi e avvelenamenti, malformazioni congenite, tumori”. La riduzione della mortalita’ “ha interessato maggiormente i bambini fino a un anno d’eta’ e in maniera significativa la classe d’eta’ 1-4 anni; da sottolineare e’ invece l’aumento della mortalita’ nella fascia d’eta’ 5-14 anni per entrambi i sessi”.

Nell’ambito del monitoraggio dei contaminanti nell’alimentazione umana, si legge nel rapporto sullo stato di salute del Paese, dal 2007 la Commissione Europea ha iniziato a richiedere agli Stati membri la raccolta di dati sull’incidenza di livelli elevati di acrilammide negli alimenti, per valutare il collegamento tra acrilammide e cancro.

L’acrilammide (AA), si legge ancorta nel rapporto del ministero della Salute, “e’ una sostanza che puo’ formarsi negli alimenti, solitamente nei prodotti amilacei, tra cui patatine fritte, patate fritte a bastoncino, pane e fette biscottate, durante il processo di cottura a temperature pari o superiori a 120 C. È un noto cancerogeno negli animali da laboratorio, potenzialmente tossico per l’uomo, pertanto e’ necessario impegnarsi per ridurre al minimo l’esposizione derivante da tutte le fonti, compresa la dieta”.

È importante precisare che, prosegue il rapporto, “allo stato attuale, per l’AA non esistono limiti massimi nazionali e comunitari aventi valore legale. Il programma di monitoraggio ha lo scopo di raccogliere in tutta la Comunita’, per un certo periodo, dati affidabili sui tenori di acrilammide negli alimenti, cosi’ da ottenere un quadro per quei prodotti alimentari di cui e’ noto l’elevato contenuto di acrilammide e/o che notoriamente contribuiscono in misura significativa alla sua assunzione per via alimentare da parte della popolazione nel suo complesso e di particolari gruppi vulnerabili, quali i lattanti e i bambini nella prima infanzia. I dati ottenuti serviranno a definire valori guida e/o tenori massimi per le varie matrici alimentari”.

La violenza domestica, e’ considerata uno dei maggiori problemi di salute pubblica in tutto il mondo e rappresenta il caso piu’ frequente di mancato rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. “È in casa e all’interno del contesto familiare che le donne, anche incinte, vengono piu’ spesso maltrattate, principalmente dal marito o dal compagno. I bambini esposti a episodi di violenza familiare sono piu’ propensi a esercitare forme attive di bullismo nei confronti dei compagni o a essere vittime di bullismo”. Lo si legge nel rapporto sullo stato di salute del Paese presentato oggi dal ministro Renato Balduzzi. “Non esistono ancora standard internazionali per la rilevazione della violenza domestica e l’Italia con la Finlandia e la Spagna e’ tra i Paesi europei che hanno condotto una vasta indagine sul fenomeno. I risultati dell’indagine Istat nel 2008 indicano che sono quasi 7 milioni le donne, tra i 16 e i 70 anni, che hanno subito violenze fisiche o sessuali nel corso della loro vita e 900.000 le vittime di ricatti sul lavoro. Il fenomeno e’ sottostimato come nel caso degli stupri”. Per quanto riguarda la violenza sui minori, si legge nel Rapporto, “anche in questo caso la maggior parte degli abusi avviene in casa e in famiglia”.

“Gli infortuni sul lavoro non sono delle fatalita’ ineluttabili, ma sono eventi prevenibili che possono e devono essere evitati rendendo piu’ sicuri gli ambienti lavorativi e le attrezzature utilizzate, garantendo una valida formazione sui rischi e adottando efficaci misure di prevenzione”. E’ quanto si legge nella Relazione sullo Stato Sanitario del Paese (Rssp) 2009-2010, presentata oggi a Roma dal ministro della Salute Renato Balduzzi.

Nel riportare i dati Inail, il rapoporto sottolinea che “l’obiettivo da raggiungere, come definito dalla Commissione Europea, e’ la riduzione del 25% dell’incidenza degli infortuni sul lavoro a livello sia nazionale sia europeo. La piena realizzazione del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione sul lavoro rendera’ possibile l’effettuazione, in maniera capillare sulla base delle informazioni raccolte, di una vigilanza mirata nei luoghi di lavoro piu’ a rischio, la verifica dell’efficacia nel contrastare il fenomeno infortunistico degli interventi preventivi, l’identificazione di nuove categorie occupazionali, settoriali e di specifici luoghi di lavoro piu’ rischiosi in cui risulta necessario intervenire in via prioritaria per prevenire il verificarsi di infortuni”.

“Gli incidenti stradali sono una seria emergenza sanitaria in tutti i Paesi europei e rappresentano la prima causa di morte per le fasce d’eta’ comprese tra i 15 e i 35 anni. Ogni giorno in Italia si verificano in media 590 incidenti stradali, che provocano la morte di 12 persone e il ferimento di altre 842”. E’ quanto si legge nella Relazione sullo Stato Sanitario del Paese (Rssp) 2009-2010, presentata oggi a Roma dal ministro della Salute Renato Balduzzi.

Il rapporto sottolinea che “rispetto al 2008 si riscontra una diminuzione del numero di incidenti (-1,6%) e dei feriti (-1,1%) e un calo piu’ consistente del numero dei morti (-10,3%). Nel complesso, nell’anno 2009 sono stati rilevati 215.405 incidenti stradali, che hanno causato il decesso di 4.237 persone, mentre altre 307.258 hanno subito lesioni di diversa gravita’. L’analisi dell’incidentalita’ nel lungo termine mostra una costante riduzione della gravita’ degli incidenti, evidenziata dall’indice di mortalita’ (numero di morti ogni 100 incidenti), che si attesta al 2,0% nel 2009 contro il 2,8% del 2000”.

L’investimento di pedone rappresenta l’8,6% degli incidenti, con 18.472 casi in cui hanno perso la vita 667 persone e 20.887 sono rimaste ferite. Analizzando il numero dei decessi in incidenti stradali per classi di eta’ piu’ giovani, il numero di morti nella classe di eta’ 0-4 anni ammonta a 13, a 19 nella classe di eta’ 5-9, a 39 nella classe di eta’ 10-14 e a 268 nella classe di eta’ 15-19; in totale nella classe di eta’ 0-19 anni si sono verificati 339 morti. Molti di questi decessi possono essere prevenuti. In particolare, nelle fasce di eta’ 0-4 e 5-9 gran parte dei decessi e’ dovuta al mancato utilizzo dei sistemi di ritenuta per bambini o al non corretto uso dei seggiolini.

La mortalita’ per malattie cardiovascolari si e’ ridotta del 63% tra il 1070 e il 2008. E’ quanto emerge dalla Relazione sullo stato sanitario del paese 2009-2010.

“Le malattie del sistema circolatorio- si legge- hanno causato nel 2008 un numero di decessi pari a 224.482 (97.952 uomini e 126.530 donne), pari al 38,8% del totale dei decessi. Per le malattie ischemiche del cuore (infarto del miocardio, altre forme acute e subacute di cardiopatia ischemica, infarto miocardico pregresso, angina pectoris e altre forme croniche di cardiopatia ischemica) si registrano 75.046 decessi (37.827 uomini e 37.219 donne), pari al 33% circa del totale delle morti per malattie del sistema circolatorio”.

In Italia il numero dei soggetti affetti da celiachia “effettivamente diagnosticati nel 2009 e’ circa 110.000, quasi il doppio rispetto a quelli censiti nel 2007, contro una stima del numero reale di circa 600.000”. Cosi’ nel Rapporto sullo stato di salute del Paese presentato oggi dal ministro Renato Balduzzi. L’esclusione totale e permanente dei cereali contenenti glutine dalla dieta “e’ l’unica terapia efficace per evitare la comparsa dei sintomi e permetterne la remissione e prevenire lo sviluppo delle sue complicanze”.

“L’Italia, tra i Paesi europei, si colloca tra quelli a basso rischio di suicidio”. E’ quanto si legge nella Relazione sullo Stato Sanitario del Paese (Rssp) 2009-2010, presentata oggi a Roma dal ministro della Salute Renato Balduzzi, dove si spiega che “nel biennio 2007-2008, si sono verificati in Italia 7.663 suicidi (3.757 nel 2007 e 3.906 nel 2008)”. Di questi “nel 77% dei casi il suicida e’ un uomo”. Sebbene “il fenomeno del suicidio, in termini assoluti, assuma dimensioni piu’ rilevanti in eta’ anziana, e’ nei giovani che esso rappresenta una delle piu’ frequenti cause di morte”.

Il rapporto segnala infatti che “nelle fasce di eta’ 15-24 e 25-44 anni, il suicidio e’ stato nel biennio 2007-2008 la quarta piu’ frequente causa di morte (circa l’8% di tutti i decessi).

Per i ragazzi tra i 15 e i 24 anni la percentuale dei morti per suicidio (9%) sul totale dei decessi e’ di poco inferiore a quella dei morti per tumore (11%) e tra le ragazze, nella stessa fascia di eta’, e’ dello stesso ordine di grandezza dei morti per cause accidentali e per malattie dell’apparato cardiocircolatorio (6%). Tra le donne nella fascia di eta’ compresa tra i 25 e i 44 anni, il suicidio arriva a essere la terza causa di morte piu’ frequente (5,6%), comparabile con i morti per incidenti stradali (5,4%)”.

Rispetto al metodo utilizzato per mettere in atto il suicidio si evidenziano forti differenze sia per genere sia per eta’. Il metodo piu’ frequentemente utilizzato dagli uomini e’ stato l’impiccagione (50,1% dei suicidi maschili); per le donne, invece, la precipitazione e’ stato il metodo piu’ spesso utilizzato per togliersi la vita (37,9%).

L’inattivita’ fisica e’ al quarto posto tra le principali cause di morte dovute a malattie croniche, quali disturbi cardiaci, ictus, diabete e cancro, contribuendo a oltre 3 milioni di morti evitabili l’anno a livello mondiale.

L’aumento dei livelli di obesita’ infantile e adulta e’, inoltre, strettamente correlato alla mancanza di attivita’ fisica”.

“In Italia si stima siano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno, con oltre il 25% di questi decessi compreso tra i 35 e i 65 anni di eta’”.

“Il numero totale dei consumatori (intendendo con questo termine sia quelli occasionali sia quelli con dipendenza da sostanze – uso quotidiano) e’ stimato in circa 2.924.500”. E’ quanto si legge nella Relazione sullo Stato Sanitario del Paese (RSSP) 2009-2010.

Le percentuali di persone che nella popolazione generale contattata (su un campione di 12.323 soggetti di eta’ compresa tra 15-64 anni) hanno dichiarato di avere usato almeno una volta nella vita stupefacenti sono risultate, rispettivamente, 1,29% per l’eroina, 4,8% per la cocaina, 22,4% per la cannabis, 2,8% per gli stimolanti – amfetamine – ecstasy, 1,9% per gli allucinogeni. Tali percentuali variano nella popolazione studentesca contattata (su un campione di 34.738 soggetti di eta’ compresa tra 15 e 19 anni) e sono per l’eroina 1,2%, per la cocaina 4,1% e per la cannabis 22,3%, per gli stimolanti – amfetamine, ecstasy – 4,7%, per gli allucinogeni 3,5%. Le indagini mostrano quindi un calo generalizzato dei consumi soprattutto della quota del consumo occasionale. Persiste, comunque, la tendenza al policonsumo, con una forte associazione soprattutto con l’alcool (oscillante tra il 91,2% e il 79,2%) e la cannabis (oscillante tra il 64,0% e il 54,2%), delle varie altre sostanze.

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