La Camera accelera sul fronte della riforma dei regolamenti parlamentari. Ieri la conferenza dei capigruppo di Montecitorio è stata interamente dedicata all’argomento. Ed è stato lo stesso presidente Gianfranco Fini a voler dedicare una relazione di 14 pagine per tracciare il quadro di tutte le proposte fin qui presentate e delineare le ipotesi di riforma.
Il convincimento di Fini è che la riforma dei regolamenti sia il mezzo più semplice e veloce di avviare le riforme istituzionali e che lo si debba sfruttare subito: la giunta per il regolamento si riunirà entro dieci giorni e l’input è quello di trovare i punti di convergenza tra tutte le forze politiche e tradurli rapidamente in una bozza da approvare a tambur battente.
La capigruppo ha poi dato mandato alla giunta per il regolamento di predisporre la bozza entro il 30 giugno. Una data che Fini avrebbe preferito non indicare anche perché rimane ottimista sul fatto che un accordo sia a portata di mano in tempi più brevi.
Nella lunga relazione il presidente della Camera ha indicato innanzitutto quello che considera il nodo da sciogliere con più urgenza, e cioè il ricorso sempre più dilatato ai decreti. Poi ha individuato i molti possibili punti di intervento. Tra cui la necessità di ridurre le fasi di discussione generale in modo da passare più rapidamente alle fasi di votazione.
Tra le ipotesi indicate anche quella di estendere a tutti i progetti di legge il regime previsto per la sessione di bilancio, cioè la possibilità di presentare in Aula solo gli emendamenti già presentati in Commissione. Il limite varrebbe anche per il governo in modo da concentrare in Commissione l’impegno dell’elaborazione dei testi. È poi sentita la necessità di prevedere una procedura che consenta un effettivo esame da parte dell’Aula delle proposte di iniziativa popolare.
C’è la richiesta di assicurare un effettivo esame in Aula degli argomenti iscritti in calendario nell’ambito delle quote riservate alle opposizioni. Corposo il capitolo tagli: viene indicato l’obiettivo di ridurre il numero delle commissioni procedendo all’accorpamento di alcune di esse (ad esempio esteri-difesa, bilancio-finanze, ambiente-infrastrutture-trasporti) e magari facendo emergere nuovi settori come quello della sicurezza. Inoltre si potrebbe prevedere, ha proposto Fini, lo svolgimento congiunto con il Senato di audizioni e comunicazioni del governo o di attività istruttorie e conoscitive.
Altro capitolo è quello di assicurare “tempi certi” di conclusione dell’esame dei provvedimenti. Si tratterebbe di fissare, su richiesta del governo, il termine per la deliberazione conclusiva dell’Aula. Prevista la revisione della disciplina della questione di fiducia, in particolare negli aspetti del cosiddetto Lodo Iotti e del termine delle 24 ore e valutare la proposta di introdurre il cosiddetto voto bloccato o anticipato, nonché di sancire l’inammissibilità dei maxiemendamenti.
Quanto ai decreti legge, secondo Fini, «l’unica via per arginare in maniera effettiva il ricorso alla decretazione d’urgenza è una riforma costituzionale che ne ridefinisca i presupposti».
I punti della riforma illustrati da Fini
TETTO AGLI EMENDAMENTI
Estensione a tutti i progetti di legge del regime previsto attualmente per la sessione di bilancio, cioè la possibilità di presentare in Aula solo gli emendamenti già presentati in Commissione, salvo che non siano riferiti a parti modificate del testo
TAGLIO DELLE COMMISSIONI
Riduzione del numero complessivo procedendo all’accorpamento di alcune Commissioni (ad esempio esteri-difesa, bilancio-finanze, ambiente-infrastrutture-trasporti) e magari facendo emergere nuovi settori come quello della sicurezza
DECRETI LEGGE
Su questo tema, secondo Fini, «l’unica via per arginare in maniera effettiva il ricorso alla decretazione d’urgenza è una riforma costituzionale che ne ridefinisca i presupposti». Attualmente il Regolamentoprevede che per i dl non ci sia il contingentamento dei tempi
QUESTIONE FIDUCIA
Revisione della disciplina della questione di fiducia, in particolare negli aspetti del cosiddetto Lodo Iotti e del termine delle 24 ore e introduzione del cosiddetto voto bloccato o anticipato e dell’inammissibilità dei maxiemendamenti
Se. M., Il Sole 24 Ore