tratto da Il Messaggero di Domenica 11 Dicembre 2011
Si va verso limite di 290mila euro l’anno. La norma scatterà dal primo gennaio
ROMA – Mentre tra i parlamentari infuria la polemica per i tagli agli stipendi una piccola rivoluzione passa quasi in sordina: torna il tetto ai super-compensi della pubblica amministrazione. L’articolo 23 del decreto salva-Italia fissa la tagliola al 31 dicembre. Se entro questo termine non sarà stata fatta alcuna sforbiciata, il governo potrà intervenire fissando un massimo che dovrebbe aggirarsi sui 290mila euro all’anno.
La finanziaria di luglio. La Finanziaria di luglio fissava già dei tagli e indicava anche i destinatari: «titolari di cariche elettive ed incarichi di vertice o componenti di organismi, enti o istituzioni», ma anche «segretari generali, capi dipartimenti, dirigenti generali». Solo che non prevedeva una tempistica certa. Ora, invece, con la scadenza del 31 dicembre, la tempistica c’è.
Chi riguarda. Dentro alla manovra ci sono tutti: Senato, Camera, Corte costituzionale, organi di autogoverno della magistratura, Authority indipendenti (incluso l’Antitrust ma esclusa la Banca d’Italia), Consob, Aran e altro ancora. In passato ci aveva già provato il governo Prodi a introdurre un tetto di 289mila euro. Poi quello Berlusconi ha sostanzialmente fatto dietrofront.