L’associazione ANORC ha pubblicato i risultati della ricerca sullo stato di digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana.
Da oggi sono on line sul sito di ANORC (Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione digitale dei documenti) i risultati completi della ricerca condotta dall’associazione per far luce sul livello di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana.
ANORC ha analizzato i siti internet di Comuni capoluoghi, Province, Regioni e Ministeri per verificarne la corretta applicazione delle norme sul trattamento dei dati personali, il grado di accessibilità da parte degli utenti e il livello di trasparenza. Un’indagine accurata con la quale si sono cercate le risposte a importanti interrogativi: gli enti coinvolti conservano digitalmente i documenti? Hanno nominato nel loro organico il Responsabile della Conservazione e quello del Trattamento? Se sì ne hanno dato adeguata comunicazione sui siti, come richiesto dalla legge?
Dai dati raccolti è emerso che la digitalizzazione della PA, fondamentale per la gestione dei documenti sanitari, amministrativi e personali, è ancora un traguardo lontano. Nonostante le indicazioni fornite al riguardo dal Codice in materia di trattamento dei Dati personali (D.Lgs. 196/2003) e dal Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. 82/2005 e successive modifiche D.Lgs. 235/2010), le figure che dovrebbero svolgere la delicata funzione di garantire la protezione dei dati personali e la conservazione dei nostri documenti e, quindi, l’originalità e l’autenticità degli archivi che contengono la nostra memoria collettiva non ricevono la giusta attenzione e spesso sui siti non c’è traccia della loro esistenza.
E questo in aperto contrasto con il decreto legislativo 27 ottobre 2009 n. 150 che obbliga le Pubbliche Amministrazioni a garantire la trasparenza pubblicando sui siti istituzionali, in un’apposita sezione di facile accesso e consultazione per i cittadini, gli incarichi retribuiti e non retribuiti conferiti ai dipendenti pubblici e ai soggetti privati, e stabilisce, in caso di mancato assolvimento di quest’obbligo, che la retribuzione di risultato ai dirigenti degli uffici coinvolti non venga più erogata.
“Sembra un nonsense che nell’assolvimento dell’obbligo alla trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni si prendano così poco in considerazione due figure tanto cruciali e direttamente coinvolte nella corretta gestione dei documenti e dei dati personali del cittadino come il Responsabile della Conservazione e del Trattamento dati, che, laddove nominati, il più delle volte restano nell’anonimato – sottolinea l’avv. Andrea Lisi, Presidente di ANORC.
Consulta la ricerca completa «Lo stato dell’arte del Responsabile del trattamento dei dati personali e del Responsabile della Conservazione nella PA»