tratto da ItaliaOggi del 22/11/2011
di Alessandra Ricciardi
In pole l’«allocazione» dei docenti: più poteri alle scuole.
Paradossalmente, il migliore alleato di Francesco Profumo, il nuovo ministro dell’istruzione, università e ricerca del governo Monti, potrebbe essere l’ex ministro Mariastella Gelmini. E non solo per una questione comunicativa (il ministro Gelmini è stato forse il più inviso a docenti, genitori e studenti, difficile fare peggio) ma anche di merito. Perché quando si tratterà di risanare i conti pubblici, in cima all’agenda programmatica di Mario Monti, è improbabile che le forbici possano andare a tagliuzzare ancora una volta la scuola: con le manovre decise negli ultimi tre anni dall’ex ministro dell’economia, Giulio Tremonti, il sistema scolastico ha subito tagli per 8 miliardi e 400 milioni di euro in tre anni. Arduo ora pensare ad altre misure punitive. Ecco allora che per Profumo si apre la strada delle riforme, quelle che la stessa Gelmini aveva accarezzato, almeno per titoli. É stato lo stesso Monti, nel suo discorso al senato, ad enunciare quello che sarà il programma in tema di istruzione e università: «Un ritorno credibile a più alti tassi di crescita deve basarsi su misure volte a innalzare il capitale umano e fisico e la produttività dei fattori. La valorizzazione del capitale umano deve essere un aspetto centrale: sarà necessario mirare all’accrescimento dei livelli d’istruzione della forza lavoro, che sono ancora oggi nettamente inferiori alla media europea, anche tra i più giovani». Si punta insomma sul capitale umano, come più volte predicato dall’Ocse ma anche dalla Banca d’Italia, per costruire una politica di sviluppo del Paese. Ma come? Per raggiungere questi obiettivi, occorreranno «interventi mirati sulle scuole e sulle aree in ritardo, identificando i fabbisogni, anche mediante i test elaborati dall’Invalsi, e la revisione del sistema di selezione, allocazione e valorizzazione degli insegnanti. Nell’università, varati i decreti attuativi della legge di riforma approvata lo scorso anno, è ora necessario dare rapida e rigorosa attuazione ai meccanismi d’incentivazione basati sulla valutazione, previsti dalla riforma». Un programma ben chiaro, in cui la scuola si gioca sul binomio valutazione- allocazione le sue carte. Sul primo fronte, si tratta di tarare il piano di valutazione dei rendimenti delle scuole, affidato all’Invalsi. E già avviato. Sul secondo fronte, si tratta di definire un nuovo sistema di selezione e di reclutamento degli insegnanti, che la Gelmini ha provato inutilmente a imbastire. Secondo alcune ricostruzioni di Palazzo, quando si parla di «allocazione» il riferimento è a un sistema che potenzi l’autonomia delle scuole nella selezione del personale, rafforzando dunque il territorio nelle politiche scolastiche. Un terreno su cui c’è certamente la disponibilità di Pdl e Lega. Intanto, a dare il segnale della discontinuità, entro domani il dicastero pubblicherà sul proprio sito il rapporto annuale sulla scuola, con tutti i numeri occultati dalla Gelmini.