Professioni, riformare unificando

Giuseppe Jogna

Giuseppe Jogna, presidente dei periti industriali, commenta un emendamento al decreto sulle liberalizzazioni. 

Riformare unificando. E nello stesso tempo semplificando. L’emendamento del Pdl (fatto proprio dal governo) al decreto liberalizzazioni appena approvato dal Senato, per il presidente del Cnpi Giuseppe Jogna, è una grande opportunità per «ammodernare, unificando appunto, il sistema delle professioni tecniche rilanciando, nello stesso tempo, il professionista di primo livello di cui ha bisogno la società».
Un progetto caro ai periti industriali che trova terreno fertile nell’emendamento che prevede la possibilità per le aggregazioni tra categorie «che svolgono attività similari» e su base volontaria. Una chance che rende l’Albo unico dei tecnici costituito da geometri, periti industriali e agrari un traguardo non così lontano.
 

Domanda. Presidente, finalmente un emendamento che apre la strada a fusioni o accorpamenti fra professioni, un provvedimento fortemente voluto e cercato dai periti industriali, perché?

Risposta. Perché è l’unico modo per ammodernare davvero il sistema in controtendenza rispetto a chi tende ad allargare gli spazi di rappresentanza. Credo sia una grande novità nel panorama delle professioni intellettuali quella di vedere tre professioni che si mettono insieme rinunciando a poltrone e cariche.


D. Con quale obiettivo?

R. Garantire il futuro dei professionisti che verranno dopo di noi e soprattutto migliorare l’organizzazione dei servizi nell’interesse della collettività.


D. Cosa succederà ora?

R. Questa importante novità che spero venga confermata dalla Camera dei deputati, cade proprio nel mezzo del lavoro che il Pat sta facendo per identificare quei principi da recepire nei Dpr di riforma degli ordinamenti. Bisognerà, quindi, tenerne conto per consentire a quelle professioni che hanno a cuore la semplificazione di poter inserire questo principio nei propri ordinamento.

D. Uno dei nodi è quello degli ingegneri iunior, come pensa di scioglierlo?

R. Cogliendo l’occasione per creare un albo per loro. Ne hanno diritto dopo aver «girovagato» in diversi organismi in cerca di autonomia. La magistratura ultimamente se ne è ricordata riconoscendo loro competenze prima negate. Ora è necessario costruire in maniera congiunta questo percorso con un opportuno confronto proprio con questi professionisti laureati di area tecnica che rappresentano una risorsa fondamentale per il paese. Noi crediamo nella possibilità di creare una grande professione di primo livello nel settore tecnico destinata ad essere guidata dai laureati e che, nel giro di alcuni anni, sarà la loro esclusiva casa di riferimento. Per quanto riguarda i tecnici diplomati, troveranno posto mantenendo titolo professionale e competenze esistenti. Le competenze dei triennali saranno quelle che a loro competono nell’ambito dei tre settori nei quali sarà suddiviso il nuovo albo e nelle rispettive aree di specializzazioni sottostanti. Vorrei cessasse la mistificazione di chi ritiene che vogliamo acquisire titoli e competenze che non ci spettano.Perché non è così.


D. Spostiamoci sugli altri contenuti del Dl liberalizzazioni, cominciando dalla soppressione dell’obbligatorietà del professionista di indicare per iscritto il preventivo della prestazione. Che ne pensa?

R. Mi sembra ragionevole rendere nota la complessità della prestazione indicando un preventivo di massima in relazione all’importanza dell’opera. Pretendere un preventivo scritto al momento del conferimento dell’incarico che comprenda tutte le fasi è impossibile. A volte un incarico può durare anni e incontrare novità normative durante il suo svolgimento.


D. Modifiche anche per i tirocinanti che avranno un rimborso spese dopo i primi sei mesi.C’è chi la considera una norma che mortifica i giovani. Lei che dice?

R. Il discorso dei sei mesi è legato al periodo durante il quale il tirocinio può essere svolto nelle università. Alla conclusione di questo periodo la nostra esperienza insegna che non sarà facile trovare studi presso i quali svolgere il tirocinio, soprattutto per alcune specializzazioni.


D. Come valuta le modifiche effettuate in materia di società tra professionisti?

R. Innanzitutto bisognerà attendere un decreto interministeriale che puntualizzi la materia. Per il resto le modifiche approvate compresa quella che non abroga le associazioni professionali sono ampiamente condivisibili.


D. All’indomani del professional day il vero tema è quello del ruolo di sussidiarietà degli Ordini. Cosa possono fare in questo senso i periti industriali per il futuro?

R. È un campo ampiamente sperimentato dalla nostra categoria che ha sempre sentito forte l’esigenza di contribuire al paese. Basti pensare allo straordinario lavoro fatto, sotto la presidenza Bianchet, per la valutazione dei rischi di tutti i palazzi di Montecitorio, ma anche ai rapporti sulla sicurezza, avviati sotto quella di Magnabosco e proseguita con costanza dal mio predecessore Cantalini. Ora abbiamo lanciato il progetto sulla rottamazione degli impianti elettrici e il Fascicolo del fabbricato. Incrementeremo questo percorso virtuoso. 

 

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