“La nuova disciplina della prescrizione che prevede la sua sostanziale ‘abrogazione’ dopo la sentenza di I grado, entrata in vigore a gennaio, è stata approvata da Lega e M5S quando erano insieme al governo del Paese.
La prescrizione, è bene premetterlo, rappresenta la sconfitta dello Stato, è la fotografia della sua inefficienza e della sua incapacità di punire i colpevoli, ma oggi è anche l’unico strumento per garantire agli innocenti di uscire da incubi processuali eterni.
Se un processo durasse pochi anni, la prescrizione sarebbe in concreto un istituto del tutto inutile e potrebbe anche essere superato.
Per queste ragioni noi abbiamo sempre sostenuto:
- che un processo eterno solleva grandi preoccupazioni circa la violazione del principio costituzionale della “ragionevole durata del processo”;
- che è necessario evitare le gravissime conseguenze a cui andrebbero incontro le vittime del reato che avessero deciso di costituirsi parte civile qualora, dopo una sentenza di I grado, i tempi del processo fossero dilatati;
- che sospendere/abrogare il corso della prescrizione anche di fronte a una sentenza di assoluzione è una cosa che provoca gravi distorsioni e ingiustizie; infatti esistono pesanti conseguenze che colpiscono chi, assolto in primo o secondo grado, debba attendere una sentenza definitiva dai tempi non prevedibili, con ricadute negative e ostative per concorsi, per trovare un lavoro, per la carriera, per rapporti e concessioni con lo Stato, per la vita politica e amministrativa;
- che avremmo lavorato con grande impegno per approvare velocemente una legge per riformare il processo penale senza abdicare a priori a principi e garanzie scritti in Costituzione.
Ebbene: la bozza della riforma del Processo Penale a cui abbiamo intensamente lavorato in questi mesi, è un progetto coraggioso, moderno e ambizioso che coglie la sostanza di quanto da noi sempre coerentemente affermato.
Il vertice di maggioranza delle scorse settimane ci ha consegnato importanti novità a garanzia di un processo penale giusto e ragionevolmente breve. Il Presidente Conte e il Ministro Bonafede, infatti, hanno dato conferma che nella riforma del processo penale ci saranno quegli strumenti e quelle norme che possono e devono garantire un “Giusto Processo” a partire dalla previsione di tempi certi per la chiusura delle indagini e per l’avvio del dibattimento e dall’introduzione di sanzioni disciplinari, legate al singolo procedimento, per quei Magistrati che non rispettano tempi e regole del nuovo processo penale.
Inoltre, accanto a ciò, è stato garantito che sarà rivista la norma iniqua che parifica condannati e assolti in primo grado in relazione alla sospensione – abrogazione della prescrizione. Il PD ha ritenuto queste proposte un passo avanti significativo e la condizione per proseguire il confronto, sospendendo le proprie iniziative legislative parlamentari tese a riformare l’istituto voluto e votato da Lega e M5S.
Francamente non si comprendono le reazioni isteriche di chi, dopo aver contribuito al confronto in maggioranza, su una proposta di legge di Forza Italia, tra l’altro contraddittoria e insufficiente, con il proprio voto si è unito alla Lega, che sul giustizialismo e sul ‘tutti a marcire in carcere’ ha costruito la propria identità politica. È successo qualcosa che ci siamo persi? Oppure tali reazioni e tali comportamenti sono frutto solo di uno strumentale posizionamento politico che prescinde dal merito delle questioni?
Se alle parole e agli impegni seguiranno i fatti e cioè se verrà approvata una coerente e buona riforma del processo penale, avremo finalmente un Paese dove i processi saranno celebrati e definiti in pochi anni, dove le vittime del reato saranno in brevissimo tempo risarcite e quindi dove l’istituto della prescrizione sarà nei fatti inutile perché i tempi ventennali degli attuali procedimenti diventeranno solo un ricordo del passato.
Certo servirà un monitoraggio attento e puntuale a cui noi non rinunciamo e non abbiamo rinunciato, ma la strada imboccata è certamente quella giusta. Questa sarebbe una vera Giustizia. E non crediamo che di tutto ciò si possa lamentare alcuno.