L’Enciclica “Caritas in Veritate” del Pontefice Benedetto XVI ci ha chiamato tutti ad una nuova assunzione di responsabilità collettiva. È con questa consapevolezza che la Cisl ha affrontato in questi anni la grave crisi economica, con uno spirito costruttivo e non antagonistico, ponendo sempre al centro dell’azione sindacale la tutela e la valorizzazione della persona.
L’uomo è l’autore, il centro ed il fine di tutta l’economia sociale. Lo sviluppo autentico è quello capace di promuovere la persona. Ri-orientare l’economia al bene comune deve essere la missione ed il ruolo di tutte le istituzioni civili e sociali che convivono oggi in un mondo globalizzato.
In tale ottica, anche la politica deve tornare ad esprimere capacità progettuale, di mediazione, obiettivi condivisi. Ecco la necessità di una testimonianza forte di valori, la formazione di una nuova classe dirigente per promuovere una politica in grado di misurarsi con i problemi concreti della realtà.
I problemi economici che abbiamo di fronte richiedono una larga condivisione, un “patto sociale” capace di farci affrontare con il dovuto rigore, ma anche con la necessaria equità, il problema dell’abbattimento del debito pubblico e contemporaneamente del rilancio della crescita. Il bipolarismo di questi anni, che si è espresso in continue delegittimazioni, prevaricazioni, intolleranze reciproche, ha portato ad un degrado della vita politica, con la mortificazione del suo ruolo di progetto, di proposta, di ricerca del confronto, di moderazione e di mediazione. Non si sono fatte quelle riforme in grado di dare senso, trasparenza programmatica e vitalità allo stesso bipolarismo. È stata messa in crisi la democrazia partecipativa, avendo sottratto ai cittadini anche il diritto di scegliere chi li deve rappresentare in Parlamento. Ecco perché per risalire la china della crisi occorre ricostruire innanzitutto un “capitale sociale” di fiducia che può venire soltanto dalla valorizzazione di una diffusa partecipazione democratica dei cittadini e delle loro organizzazioni.
Questo è stato lo spirito “unificante” che ha animato il seminario dei cattolici a Todi. Erano molti anni che non si verificava un evento con una partecipazione così intensa. Come diceva Sant’Agostino “i cristiani devono dimostrare di essere i migliori cittadini”. Nella Lettera Apostolica Porta Fidei è detto che “La fede implica una testimonianza e un impegno pubblici”, e “proprio perché atto della libertà, esige la responsabilità sociale di ciò che si crede”. Ed è un fatto certamente positivo che tre nuovi ministri del Governo Monti siano stati scelti tra gli stessi promotori del seminario di Todi, a testimonianza di un rinnovato impegno dei cattolici nella vita politica e sociale del nostro paese.
Il Forum dei cattolici impegnati nel sociale ha raccolto l’appello del Pontefice di impegnarsi contro il degrado economico, sociale e politico. Tante associazioni del mondo dell’impresa e del lavoro, durante questi mesi di crisi economica, hanno dimostrato nei fatti di voler portare avanti i principi della dottrina sociale della chiesa attraverso la cooperazione e l’assunzione di responsabilità. Così si costruisce il bene comune. Ecco perché a Todi abbiamo detto con chiarezza che il nostro obiettivo non è quello di fare un partito. Prima di parlare di nuovi partiti bisogna discutere di come si ravviva la società civile, di come i cittadini alimentano la “prepolitica” senza la quale non esistono partiti.
Gli stessi “padri costituenti” ritennero che i partiti fossero i traduttori di ciò che si muoveva nella società. D’altra parte, veniamo da un ventennio terribile influenzato dal mito del consumismo e della finanza facile. Tutto questo ha spinto a comportamenti individualistici che hanno portato al disimpegno e ad un sistema politico sempre più oligarchico. Dobbiamo superare questa situazione, riscoprendo la centralità della persona. È la persona stessa che si deve prendere in carico la propria responsabilità. La riflessione di Todi è partita da un dato di fatto incontrovertibile: il paese ha perso coesione. I divari economici e territoriali sono aumentati.
Si assiste ad una perdita di consistenza dei legami e delle relazioni sociali a tutti i livelli e ad un pericoloso allontanamento degli italiani dai sistemi di rappresentanza democratica. Per invertire il corso di questa deriva servono riforme condivise in grado di rendere più equo e responsabile il nostro sistema di welfare, il nostro modello di crescita, il nostro capitalismo. Un lavoro dignitoso, la tutela della famiglia, un fisco equo, la sussidiarietà o i bisogni del nuovo welfare sono temi sui quali il dialogo tra cattolici e laici è indispensabile oggi per governare le società complesse come la nostra. Il nostro paese ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale attraverso la riscoperta di valori di fondo su cui costruire un futuro migliore.
Questo è il messaggio di fiducia e di speranza che è scaturito dal seminario di Todi. Continueremo e rafforzeremo questi obiettivi nei territori, tra i giovani, le donne, i cittadini. Occorre assumere un atteggiamento positivo nei confronti del futuro. I nuovi protagonisti della politica andrebbero individuati attraverso un movimento di partecipazione che nasca il più possibile dal basso.
Dall’associazionismo cattolico, ma anche dalle varie espressioni del volontariato laico, dai “movimenti” che interagiscono oggi nelle varie realtà sociali del nostro paese. Oggi gli attuali partiti hanno perso qualsiasi legame con la gente. C’è troppa distanza dai problemi concreti delle famiglie, degli anziani, delle persone deboli e bisognose. Ecco perche tocca alla politica rifondarsi con nuovi valori etici e nuovi strumenti di democrazia e partecipazione. Farsi carico di un progetto di crescita e di equità, in grado di ricomporre in energie positive le spinte, diversamente disgregatrici, della società.
Raffaele Bonanni, Segretario generale CISL
TamTam democratico, gennaio 2012