Tratto da Il Sole 24 Ore – Martedì 3 gennaio 2012
di Davide Colombo
La proposta di riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali che il Governo potrebbe mettere in campo dopo il confronto con le parti sociali sarà legata a doppio filo con la logica «totalmente contributiva» delle nuove pensioni. Più che a modellistiche come il «contratto unico» o il «contratto prevalente», da associare ai contratti a termine e all’apprendistato in una prospettiva di razionalizzazione delle numerose tipologie che si sono cumulate dopo la riforma Treu (1999) e la legge Biagi (2003), quello cui si sta pensando è un modello di «contratto graduale» capace di accompagnare l’allungamento della vita lavorativa e le future uscite flessibili per il pensionamento.
Come arrivarci non è tema di oggi ma delle prossime settimane. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, mantiene il massimo riserbo su questo nuovo fronte di riforma e restano, al momento, le indicazione date dal presidente del Consiglio, Mario Monti, nella conferenza stampa di fine anno. L’obiettivo è quello di superare nel più virtuoso dei modi possibili il dualismo che oggi blocca il nostro mercato del lavoro, con le tutele piene da una parte (importante ma minoritaria) e l’infinito ventaglio delle precarietà dall’altra. E per raggiungerlo si passerà da un confronto aperto con i sindacati e tutte le organizzazioni datoriali per conoscere prima le loro analisi dell’assetto attuale del mercato del lavoro e, poi, le loro proposte di intervento concreto.
La proposta di riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali che il Governo potrebbe mettere in campo dopo il confronto con le parti sociali sarà legata a doppio filo con la logica «totalmente contributiva» delle nuove pensioni. Più che a modellistiche come il «contratto unico» o il «contratto prevalente», da associare ai contratti a termine e all’apprendistato in una prospettiva di razionalizzazione delle numerose tipologie che si sono cumulate dopo la riforma Treu (1999) e la legge Biagi (2003), quello cui si sta pensando è un modello di «contratto graduale» capace di accompagnare l’allungamento della vita lavorativa e le future uscite flessibili per il pensionamento.
Come arrivarci non è tema di oggi ma delle prossime settimane. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, mantiene il massimo riserbo su questo nuovo fronte di riforma e restano, al momento, le indicazione date dal presidente del Consiglio, Mario Monti, nella conferenza stampa di fine anno. L’obiettivo è quello di superare nel più virtuoso dei modi possibili il dualismo che oggi blocca il nostro mercato del lavoro, con le tutele piene da una parte (importante ma minoritaria) e l’infinito ventaglio delle precarietà dall’altra. E per raggiungerlo si passerà da un confronto aperto con i sindacati e tutte le organizzazioni datoriali per conoscere prima le loro analisi dell’assetto attuale del mercato del lavoro e, poi, le loro proposte di intervento concreto.