Francia e Italia affrontino «insieme» la «complessa sfida del risanamento finanziario» ma anche «il rilancio della crescita economica». È quanto scrive in un messaggio il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al neoeletto presidente francese François Hollande.
Napolitano che già domenica sera in una telefonata aveva espresso a Hollande le calorose congratulazioni per la sua elezione , in un messaggio ha rinnovato le più sentite felicitazioni: «Unite da vincoli storici e legami profondissimi, Francia e Italia sono chiamate ad affrontare insieme, nella Unione europea della quale sono membri fondatori, la complessa sfida del risanamento finanziario. Nello stesso tempo non meno essenziale è il rilancio della crescita economica, come decisiva componente di una società basata sulla giustizia e sulla solidarietà e aperta alle giovani generazioni».
Nel riaffermare l’augurio che la nuova presidenza «possa favorire un’azione concorde dei governi dell’Unione, che rafforzi la fiducia nelle istituzioni europee e promuova una prospettiva di crescente integrazione politica del nostro continente», il capo dello Stato ha manifestato a Hollande l’auspicio di poterlo incontrare presto.
Napolitano, ha voluto sottolineare con un messaggio scritto le sue felicitazioni ma soprattutto i suoi auspici per il futuro prossimo di Francia e Italia. E al nuovo inquilino dell’Eliseo ha voluto ripetere quello che è il chiodo fisso del Quirinale: la assoluta necessità per l’Europa di trovare una nuova regola, quella della crescita. «Unite da vincoli storici e legami profondissimi, Francia e Italia sono chiamate ad affrontare insieme, nella Unione europea della quale sono membri fondatori, la complessa sfida del risanamento finanziario. Nello stesso tempo non meno essenziale è il rilancio della crescita economica, come decisiva componente di una società basata sulla giustizia e sulla solidarietà e aperta alle giovani generazioni».
Parole che esprimono una forte sintonia culturale e politica tra il presidente della Repubblica italiana e il francese Hollande: il richiamo alla solidarietà, all’equità, alle giovani generazioni sono state infatti priorità del programma elettorale dei socialisti francesi con cui è stato battuto Nicolas Sarkozy. Ed è su questa sintonia che molti, nel quartier generale del neo-presidente, scommettono si svilupperà una forte intesa tra il Quirinale e l’Eliseo.
Naturalmente Giorgio Napolitano ha auspicato che nel contesto europeo i governi di Parigi, Roma e Berlino possano trovare quell’azione «concorde» per trovare una via d’uscita a una crisi economica che rischia di diventare politica e democratica: basta guardare l’impasse della Grecia o l’affermazione di populismi a ogni latitudine. E dunque i criteri economici e finanziari non possono bastare, ciò che occorre è quello che Napolitano auspica al termine del suo messaggio quando si dice certo che la nuova presidenza di Hollande «possa favorire un’azione concorde dei governi dell’Unione, che rafforzi la fiducia nelle istituzioni europee e promuova una prospettiva di crescente integrazione politica del nostro continente». Un rafforzamento del percorso europeo nel senso istituzionale e dunque non solo di regole di bilancio e austerità che – da sole – rischiano di allontanare i cittadini dall’Europa e di dare fiato a movimenti antieuropeisti e anti-moneta unica.
Già nella telefonata di domenica sera, ma anche nel messaggio di ieri, il Capo dello Stato ha manifestato a Hollande l’auspicio di poterlo incontrare presto. E da Parigi, dal quartier generale del nuovo presidente fanno notare che «il prefisso italiano è quello preferito di Hollande visto che ha già parlato con Monti, Napolitano e Bersani».
Ma è proprio il direttore della campagna elettorale di Hollande – e forse suo futuro ministro degli Esteri, Pierre Moscovici – a ribadire che il neo-presidente avrà «molto lavoro da fare» con l’Italia che resta un partner «essenziale per la strategia di crescita». Dunque si attende una visita a breve in Italia.
È chiaro che sul voto amministrativo italiano dal Quirinale non trapela nulla. Un silenzio istituzionale scontato, a maggior ragione trattandosi di un primo turno – eppure – dai risultati di ieri si vede quanto il Colle avesse ragione nel fare i suoi richiami ai partiti. L’ultima volta è stato il 25 aprile, quando da piazza del Popolo a Pesaro, aveva invitato le forze politiche ad autoriformarsi e cambiare le regole sui rimborsi elettorali così come sul Porcellum. Li aveva messi in guardia dal fare pulizia «del marcio» altrimenti il rischio sarebbe stato quello del «demagogo di turno». Non era la prima volta che il capo dello Stato richiamava i partiti al loro impegno e dovere politico, ma i suoi appelli – inascoltati – si sono rivelati profetici. Anche pochi giorni prima delle amministrative, i giornali erano pieni della notizia sul nuovo rinvio della legge sul finanziamento pubblico: rinvii che – a quanto pare – hanno fatto di Beppe Grillo e delle sue liste il “fenomeno” di questa tornata elettorale. A questo punto tutte le forze della maggioranza si affretteranno a dare concretezza agli appelli del Colle.