Laura Cavestri, su Il Sole 24 Ore dell’8 febbraio 2012, riassume le richieste formulate dai mondi professionali che chiedono correttivi nel decreto liberalizzazioni in discussione al Senato.
Società tra professionisti con capitale in minoranza e preventivi obbligatori sì, ma modificabili anche dopo il conferimento dell’incarico, per tenere conto di prestazioni complesse o impossibili da determinare a priori. Sigillo notarile gratuito per le srl semplificate degli under 35 e inclusione degli studi professionali tra i soggetti beneficiari degli aiuti deminimis a favore delle Pmi.
È una pioggia di emendamenti professionali quella consegnata dagli Ordini professionali nel corso delle audizioni informali tenute ieri, a rullo continuo, dalla X commissione Industria del Senato. Tanto che il presidente della commissione, Cesare Cursi (Pdl), ha ammesso che le modifiche al decreto liberalizzazioni in fase di conversione «saranno molte». Mentre l’abrogazione maldigerita delle tariffe resta sullo sfondo.
«Impraticabile», oltre che «incongrua e incostituzionale» la norma che obbliga i professionisti a pattuire un preventivo con il cliente, anche perchè molto dipende dai tempi processuali e dalle decisioni del magistrato» ha detto Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense. Alpa ha chiesto l’abrogazione dell’intero articolo 9 del decreto che prevede l’obbligo di preventivo. Gli avvocati si schierano anche contro i Tribunali per le imprese, perchè «escludono solo alcuni tipi di società e con 12 sedi in tutta Italia lasciano intere regioni sguarnite». È la società tra professionisti il cuore dell’intervento di Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili, davanti ai senatori della commissione Industria di Palazzo Madama. «Abbiamo ripresentato – ha spiegato Siciliotti – la proposta di emendamento condivisa dal Cup per riformare le società tra professionisti. Ovvero, identificare come unico oggetto sociale l’attività professionale svolta in esclusiva da soci professionisti, porre una soglia del 25% al capitale esterno ma amministratori devono essere solo i soci professionisti. Infine, la società deve essere iscritta in un’apposita sezione dell’Albo, condizione necessaria per essere ammessa al registro imprese, non deve essere soggetta alla legge fallimentare e tutti i redditi prodotti sono assimilati come lavoro autonomo». Mentre «nessuna ipotesi di crescita del Pil può derivare dalla totale abolizione delle tariffe professionali» ha ribadito di fronte ai senatori Marco Rigamonti dell’Aidc, l’Associazione italiana dottori commercialisti.
Priorità per il Notariato, sono i rischi di infiltrazioni criminali a scopo di riciclaggio delle neonate Srl semplificate al costo di un euro per i giovani al di sotto dei 35 anni di età «Dovrebbe essere previsto – ha spiegato il presidente Giancarlo Laurini – che l’atto costitutivo sia redatto – al pari di tutte le altre società di capitali – in forma pubblica, senza alcun guadagno da parte del notaio. Quanto al capitale sociale, la previsione dovrebbe variare da un minimo di 1 euro a un massimo inferiore al limite di 10 mila euro stabilito per la srl “normale”, con versamento semplicemente a mani degli amministratori (e non in banca), scelti direttamente tra i soli soci».
I farmacisti si confermano preoccupati del fatto che un aumento così forte e repentino del numero delle farmacie pone un problema di sostenibilità della rete.
Mentre per i medici «se il preventivo è sinonimo di trasparenza, anche contro i casi di abusivisimo della professione medica – ha affermato il presidente di Fnomceo, Amedeo Bianco – chiediamo un’attenuazione delle norme o la loro modificabilità, perchè dettagliare costi e oneri di un intervento chirurgico, complicazioni e degenze è francamente impossibile. Inoltre – aggiunge – serve una norma quadro per definire meglio i criteri delle polizze, oggi carissime e troppo suscettibili a oscillazioni di mercato. Infine, se il medico deve suggerire al paziente sempre un farmaco generico, bisognerebbe che l’Aifa mettesse a disposizione periodicamente studi sull’efficacia dei principi attivi».
Confprofessioni (la confederazione dei “sindacati” delle categorie) ribadisce la necessità, per il professionista, di poter rivedere i costi in corso d’opera, ma soprattutto chiede di partecipare, con associazioni dei consumatori e Authority, all’individuazione, a priori, delle norme vessatorie inserite in contratti e preventivi, invoca il divieto degli affidamenti diretti (in house) da parte della Pa anche per prestazioni professionali e l’inserimento di liberi professionisti, studi e società, tra i destinatari degli aiuti de minimis per le Pmi in particolari aree del Paese.