Lungaggini burocratiche tra ministero ed Equitalia. Eppure lo stock vale un tesoretto da 1,7 mld. Da 4 anni c’è una società ad hoc, ma ha mosso solo timidi passi
Qualche distretto di corte d’appello è stato attivato. Altri stanno per essere coinvolti. Ma a quattro anni dalla nascita di Equitalia Giustizia il recupero della massa dei crediti vantati dal dicastero di via Arenula è ancora quasi un miraggio. E non si tratta certo di briciole, ma di un «tesoretto» che in questo periodo di vacche magre farebbe particolarmente comodo.
Parliamo di qualcosa come 1,7 miliardi di euro, tra spese processuali (980 milioni) e sanzioni pecuniarie irrogate in conseguenza di sentenze passate in giudicato (770 milioni). Oggi il loro recupero è fermo alla risibile quota del 7-8%.
Nel 2008, per imprimere una svolta, era stata costituita Equitalia Giustizia, controllata dalla holding pubblica di riscossione dei tributi presieduta dal direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera. Da allora, complice una serie di ritardi nella stipula della convenzione con il ministero della giustizia e nella predisposizione di tutta una serie di atti aggiuntivi, è stato fatto veramente poco. Il quadro emerge piuttosto chiaramente dall’ultimo bilancio approvato da Equitalia Giustizia, chiuso il 31 dicembre del 2011. Diciamo subito che l’avvio operativo dell’apposito ramo d’azienda, chiamato «Gestione crediti di giustizia», è avvenuto solo nel secondo semestre del 2011. La società, si legge nella relazione sulla gestione, «ha proceduto d’intesa con il ministero della giustizia ad attivare i distretti di corte d’appello di Palermo (dal 3 ottobre), Milano (dal 2 novembre) e Brescia (dal 7 novembre) e ha pianificato l’avvio, nei primi mesi del 2012, dei distretti di Firenze e Venezia».
Per carità, è già qualcosa rispetto a tanti anni di lungaggini burocratiche. Peccato, però, che i distretti di corte d’appello da attivare, per consentire al sistema di andare complessivamente a regime, siano la bellezza di 26. Senza contare, prosegue il documento, che la società «ha organizzato, a beneficio degli uffici giudiziari attivati, specifiche sessioni di formazione aventi a oggetto l’impiego delle nuove funzionalità del Siamm (la piattaforma informatica del ministero della giustizia, ndr) destinate alla gestione del processo di trasferimento degli atti a Equitalia Giustizia». Insomma, gli ostacoli da superare non si esauriscono con l’attivazione del singolo ufficio. Per l’anno in corso, aggiunge il bilancio, «è prevista l’attivazione di altri nove distretti di corte d’appello, a partire da quelli di Firenze e Venezia». Il punto, piega nel documento la società presieduta dal direttore vicario dell’Agenzia delle entrate, Marco Di Capua, è che «l’effettivo rispetto di tale programma dipende dal ministero della giustizia, che autorizza di volta in volta le singole attivazioni». Come dire che il dicastero oggi guidato da Paola Severino dovrebbe provare a velocizzare alcuni passaggi che dipendono solo da via Arenula.
Anche perché nel frattempo Equitalia Giustizia sta facendo investimenti, e quindi sta spendendo soldi, in vista del decollo del sistema di recupero dei crediti. La relazione del collegio sindacale al bilancio, a tal proposito, ricorda che «nell’anno 2011 il numero dei dipendenti è passato dalle 49 unità al 31 dicembre 2010 alle 74 unità al 31 dicembre 2011. La variazione dell’organico», aggiunge l’organo di controllo, tra le altre cose «è relativa all’assunzione di 20 risorse per la Gestione crediti di giustizia». Naturalmente questo si è ripercosso sui costi per il personale, aumentati da 2.452.397 euro a 3.025.258. Quanto tempo ci vorrà ancora prima che il recupero cominci a funzionare nel suo complesso? «Non prima della fine del 2013», fanno sapere laconicamente dalla direzione bilancio del dicastero della giustizia.
Sembra invece procedere spedito l’altro ramo d’azienda per la cui gestione è nata l’azienda. Si tratta del Fondo unico giustizia, in cui confluiscono varie tipologie di risorse finanziarie sequestrate (anche alla criminalità). Nel 2011 al Fondo sono stati intestati rapporti per 1 miliardo e 594 milioni di euro, con un aumento dell’89% rispetto agli 840 milioni dell’anno precedente. Sono aumentati anche i versamenti di Equitalia Giustizia allo stato, passati da 409 milioni a 423 milioni di euro.
Stefano Sansonetti, Italia Oggi