La crescita solo con studenti lavoratori

tratto da ItaliaOggi del 7/12/2011

 di Donato de’ Bardi

 MODELLO OLANDA PER PROFUMO

Nelle nazioni dove non ci sono studenti lavoratori come in Italia, Spagna e Grecia, non c’è crescita»: il direttore generale dell’Amsterdam Institute for Advanced Labour Studies dell’università di Amsterdam, e professore del mercato del lavoro presso l’Amsterdam Centre for Inequality Studies, Wiemer Salverda, non ha dubbi. Ieri, a Roma, Salverda ha lanciato il suo appello al neo ministro dell’Istruzione Francesco Profumo: i Paesi Bassi (oltre alla Danimarca e alla Finlandia) vantano il più alto tasso di occupazione giovanile nell’Oecd, e dall’alto di questa collocazione continentale la lezione merita di essere ascoltata.

Lì i giovani studiano e lavorano: Salverda ha sottolineato che nelle nazioni come l’Italia, la Spagna e la Grecia, ultime nella classifica degli studenti lavoratori, il prolungamento degli studi è un danno. «C’è la tendenza all’overeducation, ovvero l’eccesso di istruzione rispetto alla mansione svolta»: dato reale, visto che nei ministeri esistono «figure professionali» come quelle degli uscieri dove non mancano i possessori di due titoli di laurea. Nei Paesi Bassi, tra l’altro, i contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro che assumono ragazzi per piccoli lavori sono stati temporaneamente aboliti, per ridurre il costo dei lavoratori, inoltre agli studenti è stato concesso di usufruire del proprio reddito da attività autonoma senza pregiudicare il diritto alla borsa di studio, consentendo il cumulo delle due entrate. E ai datori di lavoro è stata offerta la possibilità di proporre ai giovani fino ai 26 anni una serie di quattro contratti temporanei, in quattro anni, e una legge che è stata denominata «Investire sui giovani» obbliga da una parte le municipalità a offrire servizi di formazione e occupazione ai disoccupati, e dall’altra impone ai giovani di accettare l’offerta che viene proposta (sempre fino ai 26 anni d’età).

Per Salverda, è un «delitto» non poter utilizzare la freschezza, mentale e fisica, delle nuove generazioni parcheggiando gli studenti all’università, senza immetterli nel mondo del lavoro. Anche se, e lo stesso Salverda ne è consapevole, in Italia sono tanti i giovani che ufficialmente non hanno un’occupazione, ma fanno parte del cosiddetto «lavoro nero». Cominciando fin da giovani a conoscere l’evasione fiscale e contributiva.

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