Il Novecento di Fanny Kaufmann, di Fania Cavaliere – Presentazione della prof.ssa Vettese

Fania cavaliere Tratto dalla Presentazione al Centro Studi Eoliani della critica d’arte prof.ssa Angela Vettese, Panarea 13 agosto 2012

« … È stato detto che questo è un libro sulle donne, a me sembra una riflessione sulla capacità di governare il destino individuale a partire dalle condizioni di partenza.

Ci sono molte vie per affrontare la vita. La prima via è quella della sopravvivenza coraggiosa e caparbia, anche quando di tratti di resistere ad Auschwitz o di scegliere di morire a 103 anni. È la via di Sofia, la sorella più forte di cui si narra in questo libro che è un groviglio di esistenze collegate ma indipendenti.

 

La seconda via è quella dei più deboli e forse dei meno amati; quella incarnata dalla sorella Raja, anch’ella in grado di sopravvivere al lager (questa volta staliniano), ma sempre tesa a cercare colpe negli altri e a coltivare il suo stato di vittima.

Forse la via che ci offre più speranza è quella che ha preferito o piuttosto che è capitata a Fanny, giovane scultrice di talento ma limitata dalle responsabilità familiari e dagli eventi. Fedele comunque a se stessa, ha trasferito il suo dono al figlio Alik e con questo ha evitato di tradirsi.

Nel suo procedere dipanando un gomitolo di storie e di storia, il romanzo diventa un flusso di racconti intrecciati, sovente spiritosi nonostante le tragedie che evocano, la cui scrittura ci accoglie nel suo scorrere piano, narrativo nel senso più classico e per questo anche controcorrente». 

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