Debuttano le nuove norme contro la corruzione, contenute nella legge 190 del 6 novembre 2012. Un traguardo che ha richiesto un lungo dibattito parlamentare che ha prodotto un testo che contiene norme già operative, che incidono da subito sui Codici penale e civile, insieme a disposizioni di scenario che avranno bisogno di provvedimenti attuativi per passare dalla teoria alla prassi. Guardando alle prime, sono state previste nuove fattispecie di reati e ritoccate le sanzioni, con l’obiettivo di contenere il fenomeno delle tangenti all’interno degli uffici pubblici.
Traffico di influenze illecite. Chi sfruttando relazioni con un pubblico ufficiale o con un incaricato di un pubblico servizio, indebitamente, fa dare o promettere, a sè o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita verso il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio ovvero per remunerarlo, in relazione al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio o all’omissione o al ritardo di un atto del suo ufficio, è punito con la reclusione da uno a tre anni. La stessa pena si applica a chi indebitamente dà o promette denaro o altro vantaggio patrimoniale.
Corruzione tra privati. Si sostituisce l’articolo 2635 del codice civile : Salvo che il fatto costituisca più grave reato, gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, che, a seguito della dazione o della promessa di denaro o altra utilità, per sè o per altri, compiono od omettono atti, in violazione degli obblighi inerenti al loro ufficio o degli obblighi di fedeltà, cagionando nocumento alla società, sono puniti con la reclusione da uno a tre anni. Si applica la pena della reclusione fino a un anno e sei mesi se il fatto è commesso da chi è sottoposto alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti indicati al primo comma.
Corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. La pena è il carcere da 4 a 8 anni ( oggi si va da 2 a 5 anni).
Corruzione per l’esercizio della funzione. Il pubblico ufficiale che, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sè o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da uno a cinque anni
Peculato. La pena va da quattro a dieci anni di carcere
Abuso d’ufficio. Non più reclusione da 6 mesi a 3 anni ma da 1 a 4 anni.
Corruzione in atti giudiziari. È punita con la reclusione da 4 a 10 anni.
Concussione. Reclusione da 6 a 12 anni per il pubblico ufficiale che costringe taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità.
Concussione per induzione. Sono puniti il pubblico ufficiale e l’incaricato di pubblico servizio (con una pena che va da 3 a 8 anni) e il privato che dà o promette utilità (con un apena che arriva a 3 anni). Il ddl amplia, intervenendo sull’articolo 317 bis, il numero di reati per i quali se si viene condannati si applica l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Vi rientrano il peculato, la concussione, la corruzione propria e la corruzione in atti giudiziari.
Via i condannati dal parlamento. Il Ddl delega il governo a disciplinare l’incandidabilità dei condannati con sentenza definitiva per reati gravi e per reati contro la p.a.. Il Governo si è impegnato a riempire la delega in un tempo utile alla sua applicazione alle prossime politiche.
Fuori ruolo toghe. Tetto massimo di dieci anni per i fuori ruolo con deroghe per i membri del governo, per chi ricopre cariche elettive (Parlamento e Authority), per chi ha incarichi presso organi di autogoverno (come il Csm) e ai componenti delle Corti internazionali. Tutti gli incarichi presso istituzioni, organi ed enti pubblici, nazionali ed internazionali attribuiti in posizioni apicali o semiapicali devono essere svolti con contestuale collocamento in posizione di fuori ruolo, che deve permanere per tutta la durata dell’incarico.
Arrivano i dirigenti anticorruzione. Chi ha la responsabilità di controllare il fenomeno della corruzione ha l’obbligo, sotto la propria responsabilità, di predisporre un piano delle aree a rischio e il livello di esposizione. Il responsabile sarà un dirigente di prima fascia, e negli enti locali, di norma, il segretario comunale o provinciale. Il responsabile può essere chiamato a rispondere per danno erariale ma anche per un danno all’immagine della P.A.
Lista bianca delle imprese. In ogni prefettura viene istituito l’elenco dei fornitori, dei prestatori di servizi e degli esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa. L’iscrizione negli elenchi della prefettura della provincia in cui l’impresa ha sede soddisfa i requisiti per l’informazione antimafia per l’esercizio della relativa attività.
Via dagli appalti i condannati. Via dagli appalti della P.A. coloro che sono stati condannati con sentenza passata in giudicato per reati contro la pubblica amministrazione o per reati gravi, come il 416 bis.
Banca dati appalti on line. Pubbliche e on line le informazioni sulle opere e gli appalti.
Arriva il codice di comportamento per dipendenti p.a.. Arriva il codice etico del dipendente pubblico con sanzioni che giungono fino al licenziamento per i casi più gravi.
Niente regali per i pubblici dipendenti. Vietato accettare compensi, regali o altre utilità, in connessione con le proprie funzioni. Disco verde solo ai regali cosiddetti d’uso ma devono essere all’interno delle normali relazioni di cortesia.
Incarichi dirigenti. Le P.A. Devono comunicare al Ministero tutti i dati dei dirigenti individuati in modo discrezionale dall’organo di indirizzo politico, senza espletare procedure pubbliche. Le informazioni verranno inviate alla Autorità nazionale anticorruzione.
Ex eletti fermi un anno. Chi è stato eletto in un organo politico dovrà poi aspettare un anno, dal termine del mandato elettivo, prima di poter aspirare a ricoprire un incarico dirigenziale nella pubblica amministrazione.