ATLANTE, magazine della Fondazione Treccani
Nella serata di mercoledì 18 dicembre il Congresso degli Stati Uniti, al termine di una lunghissima giornata di dibattito ha votato i due articoli relativi all’impeachment di Donald Trump: il primo, sull’abuso di potere è stato approvato con 230 voti favorevoli e 197 contrari; il secondo sull’intralcio alle attività del Parlamento da parte del presidente con 229 SÌ e 198 NO.
La differenza di un voto è stata determinata dal democratico Jared Golden del Maine che nel secondo caso ha espresso voto contrario.
Nessun deputato repubblicano ha votato contro Trump; due democratici Jeff Van Drew del New Jersey, che ci si aspetta sia in procinto di cambiare schieramento, e Collin Peterson del Minnesota ‒ hanno votato insieme ai repubblicani su entrambi gli articoli, in un dibattito caratterizzato da una crescente tensione, con i deputati di entrambe le parti che si sono accusati reciprocamente di agire in malafede.
I democratici hanno sostenuto che ci sono prove inconfutabili, intenzionalmente ignorate dai conservatori, di un abuso di potere da parte di Trump, per aver fatto pressione sull’Ucraina affinché avviasse indagini sul suo rivale Joe Biden e suo figlio; Trump, secondo i democratici, ha sospeso l’erogazione di aiuti economici e militari approvati dal Congresso a un Paese assediato, condizionandone la concessione all’ottenimento di un proprio personale tornaconto politico. Inoltre, rifiutandosi di fornire qualsiasi documentazione relativa a questa vicenda ha intralciato l’operato del Congresso.
I conservatori da parte loro hanno accusato i democratici di aver programmato l’impeachment fin dalla nomina di Trump e di voler sfruttare il procedimento per liberarsi del presidente, ignorando il voto di milioni di americani, e per impedire che venga rieletto, come invece con tutta probabilità avverrebbe se fosse prosciolto dall’accusa di impeachment.
Dopo il voto al Congresso la questione passerà al Senato, controllato dai repubblicani, dove è probabile che Trump sarà assolto a meno di novità di grande portata, considerando che è necessaria la maggioranza dei due terzi.
Nancy Pelosi, secondo alcune fonti potrebbe ritardare la trasmissione dei due articoli al Senato, per esercitare una certa pressione affinché vengano adottate procedure considerate bipartisan e venga accettata la presentazione di nuovi testimoni in fase processuale, evitando così che i repubblicani decidano di votare subito per l’assoluzione senza esaminare e discutere le prove.