Dare via libera a legge sulle professioni non regolamentate. Lo chiede Uni Cna

 

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Creare un sistema professionale pienamente rispondente ai principi e ai criteri richiamati dall’Unione europea per le professioni non regolamentate, quelle attualmente senza albi od ordini professionali.

Attraverso l’approvazione della proposta di legge ‘Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi’, attualmente all’esame della commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati.

È questa la richiesta al Parlamento che oggi Cna professioni e Uni-Ente nazionale italiano di unificazione hanno rilanciato nel corso del convegno ‘professioni non regolamentate: un appello alla trasparenza’, tenutosi a Roma.   Una richiesta, che riguarda circa 3 milioni di professionisti secondo l’Uni, appoggiata dal sistema politico, che ha raggiunto appunto con la proposta di legge in Parlamento una posizione unitaria. 

“Condivido la vostra attesa -ha spiegato Laura Froner, vicepresidente della X commissione della Camera- per l’approvazione di questo provvedimento: è da Natale che attendiamo un parere dalla commissione Bilancio, che ha richiesto una valutazione alla Ragioneria di Stato su eventuali spese da coprire con il provvedimento.

Spese che noi abbiamo cercato il più possibile di evitare, limando il documento. Secondo noi -ribadisce- non ce ce ne sono, ma se ci sono vorremmo che fossero quantificate, in modo tale da andare avanti con il provvedimento”. Una posizione ribadita da Ignazio Abrignani, relatore del ddl nella X commissione della Camera dei deputati: “Il testo è definitivo -spiega  – aspettiamo soltanto il parere della commissione Bilancio, che attende l’esito della valutazione della Ragioneria, dopo di che noi siamo pronti ad andare in aula”.  

Il testo della proposta di legge ha trovato il pieno consenso di Giuseppe Tripoli, capo dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del ministero dello Sviluppo Economico, che ha anche convocato un tavolo al Mise con le associazioni delle professioni non regolamentate. “Stiamo parlando -ha detto Tripoli- di un ‘mondo’ che ha una dimensione economica, non solo giuridica. Il testo che lo riguarda ha raggiunto un equilibrio e io lo condivido”.

E sulla valutazione della Ragioneria su eventuali spese legate al provvedimento Tripoli ha sottolineato: “Mi impegno ad aiutare a chiarire questo problema con i tecnici della Ragioneria”. Per Benedetto Della Vedova, componente della VI commissione della Camera dei deputati, che ha partecipato all’incontro, “la battaglia delle professioni non regolamentate è importante perché è liberale e non corporativa in un Paese corporativo e non liberale”.

E la richiesta dei professionisti di non costituire dei nuovi ordini “è un cambio di paradigma importante”, che, secondo Della Vedova, dopo l’approvazione del dl liberalizzazioni, potrà “raggiungere risultati positivi, è un salto di qualita’: si passa dalla difesa corporativa dalla concorrenza alla difesa liberale della concorrenza”.   

E una soluzione positiva per le professioni non regolamentate, dopo l’approvazione del dl liberalizzazioni, e comunque in tempi rapidi, lo prospetta anche Roberto Rao, componente della II commissione della Camera: “Dobbiamo salvaguardare gli interessi di quanti lavorano in questo mercato -spiega – e degli utenti: sicuramente le professioni non regolamentate sono l’esempio più avanzato che abbiamo di flessibilità, e di capacità di aggiornamento nel mondo del lavoro. Non si tratta di ‘chiuderli’ in un ordine, ma di consentire loro di lavorare al meglio in piena concorrenza”. 

E secondo Anna Rita Fioroni, componente della X Commissione del Senato, non si deve dimenticare che le professioni non regolamentate rappresentano “uno sbocco occupazionale importante, proprio adesso che il tema lavoro è all’ordine del giorno”.

14 Febbraio 2012

 

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