Dal Piemonte alla Sicilia uno tsunami su 10 Regioni

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Blitz a raffica, da Nord a Sud. Le Fiamme gialle entrano nella sede della Regione Piemonte e visitano per sei ore gli uffici del consiglio regionale delle Marche. Ormai è difficile tenere il conto delle indagini aperte sui bilanci dei gruppi consiliari, sulle spese allegre di tanti politici, sui rimborsi chilometrici da Formula 1 e sull’uso a dir poco disinvolto delle carte di credito che dovrebbero essere utilizzate solo per scopi istituzionali.

Il potere regionale è nel mirino delle procure di mezza Italia e le inchieste si susseguono e si sovrappongono in un crescendo impressionante.

L’ennesimo temporale scoppia sul cielo del Pirellone con l’arresto dell’assessore Domenico Zambetti e alla Pisana, a Roma, dove finisce nel registro degli indagati anche il capogruppo dell’Italia dei valori.

Ma la giornata riserva altre amare sorprese: a Torino la Guardia di finanza bussa alla porta della Regione e chiede i documenti relativi alla realizzazione della nuova sede dell’ente, il grattacielo progettato da Massimiliano Fuksas e che sarà pronto fra tre anni. A Torino non hanno badato a spese e hanno immaginato una sede faraonica, l’edificio più alto d’Italia a quota 209 metri, ma forse hanno esagerato con le parcelle, in particolare con quelle dell’archistar Fuksas, che firma il disegno della torre, e del suo studio. Il totale, sbalorditivo, raggiungerebbe i 22 milioni di euro. Così nel 2010 il neopresidente Roberto Cota, che ha ereditato il progetto da Mercedes Bresso che a sua volta ha raccolto il testimone da Enzo Ghigo, porta le carte alla Corte dei Conti. Ora i magistrati contabili spediscono i finanzieri a prendere le carte. Che cosa succederà?

Nelle stesse ore scricchiolano anche i palazzi marchigiani, di solito defilati e lontani dai flash della cronaca. I militari restano nella sede del consiglio regionale per sei ore, fotocopiano una montagna di carte e danno sette giorni di tempo ai 15 gruppi per mettere a disposizione della magistratura tutta la documentazione sulla spese dal 2008. Si tratta, modesta consolazione, di un’indagine conoscitiva, ma la lettura dei documenti potrebbe riservare sorprese.

Del resto, sempre in Piemonte, si è aperto un altro filone, innescato dalle affermazioni del deputato Pdl Renzo Rosso. Rosso aveva raccontato ai microfoni di Telelombardia la storia di un consigliere che va in settimana bianca e trova il modo di farsela rimborsare fino all’ultimo euro. Segue la smentita, per nulla convincente: le verifiche sono in corso.

Insomma, le Regioni vengono passate ai raggi x, come le valigie negli aeroporti, dopo aver attraversato senza particolari scossoni gli ultimi dieci anni, quelli dei costi lievitati come soufflè a causa della sciagurata riforma del titolo quinto della Costituzione. Adesso si corre ai ripari freneticamente e un intero sistema rischia di venire giù.

A Bologna l’indagine in cui si ipotizza il peculato si apre a ventaglio: assunzioni di parenti, rimborsi chilometrici, interviste a pagamento, congressi fantasma, rigorosamente finanziati dall’ignaro contribuente. Un disastro.

E catastrofico è il quadro del Lazio. La Pisana è un campo di battaglia: le feste con le teste dei maiali, gli exploit dell’incontenibile Franco Fiorito, le performance del capogruppo dell’Italia dei valori Vincenzo Maruccio, ora indagato.

Da Milano a Roma, l’Italia dei campanili viene riunificata nel segno perverso degli scandali. Sotto la lente dei magistrati sono ormai dieci Regioni.

Un’indagine conoscitiva, come va di moda oggi, riguarda la gestione dei fondi attribuiti ai gruppi della Regione Molise e lo stesso screening è incorso a Napoli dove c’è già un indagato: l’Udeur Ugo De Flaviis. Stesso discorso in Sicilia dove le inchieste raddoppiano: i pm di Catania si sono messi a spulciare i conti delle Province.

All’appello, all’insegna del peggior federalismo giudiziario, non mancano neppure la Basilicata e la Sardegna.

A Potenza si scava sui soliti rimborsi chilometrici, con un poker di imputati eccellenti che andranno a processo per truffa e falso.

In Sardegna la foto di gruppo, scattata nella legislatura 2004-208, ritrae la bellezza di venti consiglieri che avrebbero dirottato senza troppi imbarazzi i soldi del contribuente su vestiti, bollette, cene e viaggi. L’ex assessore e oggi senatore del Pdl Silvestro Ladu avrebbe addirittura fatto riparare la vettura della moglie. Altro che auto blu.

 

Stefano Zurlo, Il Giornale

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