Corruzione: Italia al 69esimo posto, con Ghana e Macedonia

Cancellieri-Severino-PatroniGriffi Secondo il Rapporto della Commissione sulla prevenzione, che cita la classifica stilata da ‘Transparency International’, il fenomeno è in crescita, ma calano denunce e condanne e si prevede un ulteriore peggioramento nei prossimi anni. La Corte dei Conti: la corruzione costa diversi miliardi. Per quanto riguarda le grandi opere, il rialzo dei prezzi è stimato nell’ordine del 40 per cento. Ogni punto in più nella percezione del rischio determina un calo del 16% degli investimenti dall’estero

I ministri dell’Interno, Cancellieri, della Pubblica Amministrazione, Patroni Griffi, e della Giustizia, Severino, hanno tenuto presso la sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio, una conferenza stampa di presentazione del Rapporto sulla corruzione, che contiene i risultati finali dei lavori della Commissione sulla prevenzione del fenomeno corruttivo.

In crescita il fenomeno della corruzione nel nostro paese, anche se risultano in calo le condanne e le denunce. È quanto emerge dal Rapporto che sottolinea come – in base all’indice della corruzione percepita calcolato da ‘Transparency international’ -, il nostro Paese sia agli ultimi posti in Europa e al 69/o posto nel mondo, al pari di Ghana e Macedonia, con la situazione in progressivo peggioramento negli ultimi anni. Sulla base dei dati giudiziari, invece, si registra una diminuzione dei delitti di corruzione e concussione consumati: si passa dai 311 casi del 2009 ai 223 del 2010, mentre le persone denunciate sono passate nello stesso periodo da 1.821 a 1.226 e quelle condannate da 341 a 295.

Il Rapporto sottolinea inoltre come la corruzione abbia un “costo” di diversi miliardi di euro: nel caso delle grandi opere, ad esempio, il rialzo dovuto ai fenomeni corruttivi si aggira intorno al 40%. Ma soprattutto l’effetto negativo è sulla competitività, visto che “il danno indiretto, e forse più grave, è quello inferto all’economia nazionale, perché la corruzione allontana le imprese dagli investimenti”.

Il fenomeno è talmente diffuso che non basta “il pure importante contrasto di tipo repressivo, imponendo l’elaborazione e l’implementazione di una politica di contrasto di tipo integrato e coordinato, che si avvalga anche e – prima ancora – di misure di tipo extrapenale, destinate a svolgere una funzione di prevenzione, operanti sul versante prevalentemente amministrativo”.

“Il diffondersi delle pratiche corruttive mina la fiducia dei mercati e delle imprese, scoraggia gli investimenti dall’estero, determina quindi, tra i molteplici effetti, una perdita di competitività del Paese” scrive il premier Mario Monti introducendo il Rapporto, aggiungendo che lotta alla corruzione “è stata assunta come una priorità del governo”.

Intanto, il ministro Patroni Griffi rivela che “dalla legge di stabilità potrebbero essere state stralciate le norme sul commissario anticorruzione per possibile estraneità alla materia. Questo crea un problema e vedremo come riproporle in un altro provvedimento e in un altro momento”.

“Le norme penali sono l’extrema ratio e vengono applicate quando il sistema di prevenzione non ha funzionato” ha spiegato invece durante la presentazione il ministro della Giustizia Paola Severino, aggiunge: “Non basta reprimere, prima bisogna prevenire. Le norme sulla repressione del fenomeno della corruzione devono costituire un ristretto numero di interventi di carattere eccezionale. La regola – sostiene il guardasigilli – deve essere il buon funzionamento della pubblica amministrazione”.

“Stiamo lavorando ad un testo sull’incandidabilità dei condannati, ma si potrà portare avanti solo quando sarà definitivamente approvato il disegno di legge anticorruzione” afferma nel corso di un convegno il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Lo scorso mercoledì, dopo oltre un anno di “gestazione” in Parlamento, il Senato ha approvato il ddl anticorruzione, su cui il governo aveva posto la questione di fiducia.

Ora il provvedimento passa all’esame della Camera. A chiederne una rapida approvazione è il leader Udc Pierferdinando Casini: “Noi abbiamo sempre chiesto una legge anti corruzione. Adesso vediamo che c’è un tentativo di migliorarla: ma a volte il meglio è nemico del bene. Non vorrei che chi, in buona fede, cerca oggi di migliorarla, contribuisca ad affossarla”.

 

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