Coronavirus, Speranza: “situazione monitorata con la massima attenzione”

Il Ministro della salute Roberto Speranza ha illustrato al Parlamento le iniziative per prevenire e contrastare la diffusione dell’infezione da Coronavirus sviluppatasi in Cina.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sono molto lieto di poter riferire alla Camera, come ho già fatto nella giornata di lunedì in Commissione, aggiornate informazioni sull’epidemia del nuovo Coronavirus e sulle iniziative che sono state avviate, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, al fine di contrastare la diffusione della stessa.

In via preliminare, prima di affrontare gli aspetti più specifici e peculiari dell’attuale situazione epidemiologica, desidero assicurare che il Ministero della Salute, con il supporto delle istituzioni, delle organizzazioni e degli enti nazionali ed internazionali coinvolti, segue costantemente gli sviluppi della situazione venutasi a determinare con la diffusione del Coronavirus e monitora con la massima attenzione la possibile insorgenza sul territorio nazionale di patologie, la cui sintomatologia possa essere ricondotta al contagio originato dal predetto virus.

I Coronavirus sono dei virus a RNA presenti sia nel mondo animale che nell’uomo. Sono una grande famiglia di virus respiratori, che possono causare malattie che vanno dal comune raffreddore alla sindrome respiratoria mediorientale e alla SARS. Quattro sono i Coronavirus umani noti sino ad ora (HCoV 229, OC43, NL63 e HKU1) e provocano normalmente affezioni delle alte vie respiratorie.

Gli animali rappresentano un importante serbatoio per molti Coronavirus. Alcuni di questi, ad esempio il Coronavirus della SARS e quello che causa la cosiddetta Sindrome respiratoria mediorientale, sono stati in grado di fare il salto di specie dall’animale all’uomo. In questi casi il virus, il cui RNA subisce una mutazione, per la precisione una delezione, si adatta rapidamente all’uomo cominciando ad essere trasmesso da persona a persona.

L’attuale crisi è determinata da un nuovo Coronavirus di origine animale, che ha causato 41 casi di polmonite virale tra l’8 dicembre e il 2 gennaio nella città di Wuhan, in Cina. Il virus, identificato e sequenziato in poco più di una settimana, è appunto un Coronavirus simile, ma diverso da quello della SARS, col quale condividerebbe dal 70 all’80 per cento del patrimonio genetico.

Il 31 dicembre 2019, la Commissione sanitaria municipale di Wuhan ha segnalato all’Organizzazione mondiale della sanità un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, nel sud della Cina. La maggior parte dei casi aveva un legame epidemiologico con il mercato di Huanan Seafood, un mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi.

Dopo la prima segnalazione di questo cluster, altri casi di polmonite dovuti al nuovo Coronavirus sono stati riscontrati in viaggiatori che avevano soggiornato a Wuhan al loro arrivo in Thailandia, Giappone e Corea del Sud, nonché in altre città cinesi. Questi pazienti non avevano frequentato il mercato di animali vivi in cui era avvenuta l’esposizione al virus per i primi casi. Ciò ha portato ad ipotizzare la possibilità di trasmissione interumana dell’infezione attraverso contatti stretti, come avviene, ad esempio, all’interno di un nucleo familiare o in ambito ospedaliero.

Il periodo di incubazione della malattia, secondo le stime correnti riprese dall’OMS nell’ultimo report, variano da 2 a 10 giorni. I sintomi più comuni consistono in febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie. Gli esami radiologici del torace evidenziano lesioni infiltrative bilaterali diffuse. Le informazioni attualmente disponibili suggeriscono che il virus possa causare sia una forma lieve simil-influenzale, che una forma più grave di malattia.

Una forma inizialmente lieve può progredire in una forma grave soprattutto in persone con condizioni cliniche croniche preesistenti, quali ipertensione o altri problemi cardiovascolari, diabete, patologie epatiche e altre patologie respiratorie. Anche le persone anziane sono naturalmente più suscettibili alle forme gravi.

Il 9 gennaio 2020, il Center for Disease Control and Prevention cinese ha riferito che è stato identificato un nuovo Coronavirus come agente causale ed è stata resa pubblica la sequenza genomica. Il nuovo Coronavirus è strettamente correlato a quello della sindrome respiratoria acuta grave (SARS).

Secondo le informazioni, le ultime disponibili, diramate dall’Organizzazione mondiale della sanità il 29 gennaio scorso, i casi totali confermati sono 6.065, con 132 decessi. I casi si sono manifestati in 30 province della Cina continentale (5.974), a Hong Kong (8), Macao (7), Taiwan (8), Malesia (4), Nepal (1), Sri Lanka (1), Singapore (7), Thailandia (14), Giappone (7), Cambogia (1), Corea del Sud (4), Vietnam (2), Australia (7), Francia (4), ma ce n’è un quinto appena arrivato, Germania (4), Canada (3) e Stati Uniti d’America (5), Emirati Arabi Uniti (4); in questo report non c’è anche un caso che riguarda la Finlandia.

La Commissione nazionale di sanità cinese alle ore 8 di questa mattina ha, tuttavia, aggiornato il numero dei casi accertati, indicati in 7.711, nonché il numero dei casi sospetti (9.239) e dei decessi correlati, indicato questa mattina in numero 170. Le autorità sanitarie cinesi hanno confermato la trasmissione da persona a persona e i dati, come è evidente, sono aggiornati quotidianamente. L’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità ha informato che la Cina inizialmente ha applicato le seguenti misure: sono stati identificati e sottoposti a follow up i contatti stretti, inclusi gli operatori sanitari; la Commissione sanitaria municipale di Wuhan ha effettuato una ricerca attiva dei casi ed è stata completata l’indagine retrospettiva dell’attuale cluster di pazienti; il mercato ittico all’ingrosso di Huanan è stato chiuso e sono state effettuate misure di sanificazione ambientale e di disinfezione; sono state implementate attività di comunicazione del rischio per aumentare la consapevolezza e l’adozione di misure di auto-protezione.
A partire dal 23 gennaio 2020, secondo quanto prontamente comunicato dall’Ambasciata d’Italia in Cina, sono stati sospesi tutti i collegamenti aerei e ferroviari da Wuhan e, successivamente, da altre città della provincia di Hubei (tra le quali Hangwang, Huanggang ed Ezhou); è stato interrotto il funzionamento dei trasporti pubblici e sono state chiuse anche le autostrade di accesso, i luoghi di ritrovo, quali mercati, cinema, internet caffè e siti culturali.

Sono state, inoltre, sospese manifestazioni per il Capodanno e chiusi i siti oggetto di assembramento (la Città Proibita) anche a Pechino.
Per ridurre ulteriormente gli spostamenti tra regioni della Cina, ma anche verso l’estero, il Governo cinese ha bloccato negli ultimi giorni – la notizia risale al 24 gennaio – la vendita di pacchetti turistici interni e internazionali da parte di tutte le agenzie di viaggio.

I soggetti con temperatura elevata, o che abbiano avuto contatti stretti con malati, sono isolati in quarantena e sotto osservazione medica. Gli ospedali della città hanno preventivamente ampliato il numero dei posti letto: 800 in quelli pubblici e altri 1.200 in diverse strutture sanitarie. I controlli sono anche mirati alla ricerca di animali vivi trasportati illegalmente con autoveicoli. Per precauzione sono state chiuse scuole e i templi buddisti hanno allontanato i fedeli. A tutti i cittadini è stato imposto di indossare mascherine protettive.

Il nuovo virus, pur essendo per il momento classificato come di tipo B quanto a pericolosità (al pari di quelli della SARS, dell’AIDS e della polio), viene gestito come se fosse appartenente alla classe A (la stessa del colera e della peste).

Le autorità cinesi stanno adottando anche misure speciali volte a garantire la cura dei pazienti infettati, tra le quali la costruzione di un nuovo ospedale, che dovrebbe già essere pronto nei primi giorni di febbraio. Le autorità hanno annunciato che ne verrà costruito anche un altro, con un numero maggiore di posti letto, sempre in tempi molto stretti.

Noi siamo in costante collegamento con l’Organizzazione mondiale della sanità. Alla riunione della nostra task force del 27 gennaio scorso ha partecipato l’Assistant director general Raniero Guerra, che ha dichiarato: “Tra i Paesi occidentali, l’Italia è la più fornita e la più attenta”.

Nei giorni scorsi, il direttore generale Tedros è stato in Cina per valutare direttamente la situazione. L’OMS sta monitorando attentamente la situazione ed è regolarmente in contatto con le autorità nazionali cinesi e di altri Paesi asiatici per fornire il supporto necessario. È stata predisposta una guida tecnica sul nuovo Coronavirus che è aggiornata costantemente.

Attualmente, sono ancora in corso le indagini per valutare la portata reale dell’epidemia. L’OMS ha riunito, il 22 e il 23 gennaio scorsi, il Comitato per le emergenze previsto dal Regolamento sanitario internazionale per supportare il direttore generale nella decisione circa la dichiarazione o meno di un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale. Dopo lunghe discussioni, con punti di vista divergenti su tale decisione e tenendo conto delle significative misure messe in atto dalle autorità cinesi, il Comitato ha ritenuto di prevedere una nuova riunione entro circa dieci giorni, che si terrà proprio nella giornata di oggi, e di fornire nel frattempo indicazioni sulle azioni da mettere in atto. Tra esse, una missione di esperti dell’OMS in Cina, per approfondire le conoscenze scientifiche ed epidemiologiche, e indicazioni alle autorità cinesi per ulteriori iniziative o per rafforzare quelle già in atto. Sono state poi fornite indicazioni a tutti gli altri Paesi, affinché siano preparati al contenimento, anche con sorveglianza attiva, identificazione precoce, isolamento e gestione dei casi, tracciamento dei contatti e prevenzione di ulteriore diffusione del Coronavirus.

Nella giornata di ieri, come dicevo, è stata annunciata una nuova riunione del comitato alle ore 13 di oggi, 30 gennaio. L’OMS ha pubblicato una serie di documenti contenenti procedure per la segnalazione dei casi, per la loro gestione clinica, la protezione degli operatori, i test di laboratorio, la gestione dei contatti e, più in generale, la sorveglianza della situazione sul piano epidemiologico. Nel report del 28 gennaio scorso, l’OMS ha anche annunciato la creazione di una banca dati globale sul Coronavirus, dove i Paesi potranno inserire dati sui casi clinici per favorirne la condivisione, ai fini di conoscenza e di studio.

Premesso che la valutazione del rischio è ancora in atto, l’ECDC, alla data del 26 gennaio 2020, ritiene che: il potenziale impatto dell’epidemia da Coronavirus è elevato; è probabile una ulteriore diffusione di natura globale; esiste attualmente una moderata probabilità di infezione per i viaggiatori UE che visitano Wuhan; esiste un’elevata probabilità di importazione di casi in Paesi con il maggior volume di persone che viaggiano da e verso Wuhan; esiste una moderata probabilità di rilevare casi importati nei Paesi UE; l’adesione ad adeguate pratiche di prevenzione e controlli nelle infezioni, in particolare nelle strutture sanitarie dei Paesi UE, con collegamenti diretti, fa sì che la probabilità di insorgenza di casi secondari nell’UE a partire da un caso identificato nell’Unione europea è bassa. L’ECDC, come comunicato in un documento del 28 gennaio scorso, valuta che l’occorrenza di un singolo caso di trasmissione interumana locale, avvenuta in Germania, da una cittadina cinese – a sua volta infettata presumibilmente da genitori residenti ad Wuhan – a un cittadino tedesco, non sia sufficiente a cambiare il livello di rischio generale sopra descritto.
Sebbene, come evidenziato, l’Organizzazione mondiale della sanità non abbia, ad oggi, dichiarato questa epidemia un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, l’Italia ha immediatamente attivato significative misure di prevenzione.

Secondo quanto evidenziato dalla comunicazione della DG Sante di Bruxelles del 21 gennaio 2020, dei tre Paesi europei (Italia, Inghilterra e Francia) che avevano voli diretti da Wuhan, solo l’Italia ha implementato, prima della sospensione dei voli, controlli aeroportuali per i cittadini provenienti dalle zone sedi di focolaio.

È stato dunque riconosciuto, a livello internazionale, che il nostro Paese, ispirandosi al principio di precauzione, ha immediatamente pianificato e implementato accurate misure di controllo: misurazione della temperatura corporea, identificazione ed isolamento dei malati, procedure per il rintraccio e la quarantena dei contatti stretti che, unitamente ad un efficiente sistema di sorveglianza epidemiologico e microbiologico, possano garantire il rapido contenimento di eventuali casi.

Più nel dettaglio, osservo che l’Italia aveva tre voli diretti verso Wuhan, ora sospesi, e numerosi collegamenti con altre città della Cina e provenienze anche non dirette. Attualmente, dopo la sospensione dei voli da Wuhan, sono schedulati 34 voli passeggeri su Fiumicino e 25 su Malpensa. Come previsto dal Regolamento sanitario internazionale, presso i due aeroporti è in vigore una procedura sanitaria, gestita dagli uffici periferici del Ministero della Salute, Uffici di Sanità marittima, Aerea e di Frontiera, Servizi di assistenza sanitaria ai naviganti. Tali uffici sono deputati ai controlli sanitari nei riguardi dei passeggeri e delle merci che transitano attraverso punti di ingresso transfrontalieri e a erogare l’assistenza sanitaria al personale in navigazione marittima o imbarcato e al personale in navigazione aerea.

La procedura adottata serve per verificare l’eventuale presenza a bordo degli aeromobili provenienti dalla Cina di casi sospetti sintomatici ed il loro eventuale trasferimento in bio-contenimento agli istituti specializzati. La procedura è stata implementata e resa ancora più severa con il progredire della situazione epidemiologica in Cina. Essa comprende la verifica dello stato di salute durante il volo, attraverso richiesta formale al comandante e rilascio della Health declaration; è previsto il passaggio sotto scanner termografici, con sistemi di allerta ove la temperatura superi i 37 gradi, installati presso un apposito spazio denominato “canale sanitario”; la misura è stata estesa a tutti i voli provenienti dalla Cina e prevede, in alternativa, per voli senza segnalazione preventiva di casi sospetti, la verifica della temperatura a bordo da parte del nostro personale sanitario, prima dello sbarco.

Si segnala che il “canale sanitario” è dotato anche di spazi per approfondimenti, visite, e sosta temporanea del caso sospetto eventualmente identificato, fino al suo trasferimento presso un ospedale specializzato. Ove sia presente un caso sospetto a bordo, per i contatti stretti è attivata la sorveglianza sanitaria per l’eventuale attuazione della quarantena e dell’isolamento. La predetta procedura è attiva su tutti i voli provenienti dalla Cina.

Nei giorni precedenti al 23 gennaio, era stata comunque rafforzata la sorveglianza dei passeggeri dei voli diretti da Wuhan, con verifica dello stato di salute durante il volo, tramite richiesta ufficiale al comandante dell’equipaggio e rilascio della Health declaration. È stata, inoltre, diramata dall’Ente nazionale di assistenza al volo, d’intesa con l’Ente nazionale per l’aviazione civile, un’istruzione (“notam” ), con la quale si fa obbligo a tutti i voli privati provenienti dalla Cina di atterrare esclusivamente sugli aeroporti sanitari di Fiumicino e di Malpensa.

Al fine di consentire un eventuale recupero dei contatti per sottoporli ad accertamenti vengono raccolte, dal 23 di gennaio, su tutti i voli sottoposti a controllo, anche senza sospetti, schede con informazioni sui passeggeri, la loro destinazione e i riferimenti che vengono acquisiti per tutto il tempo della potenziale incubazione agli atti dell’USMAF. È in corso un lavoro di ricostruzione dei movimenti dei passeggeri provenienti dall’area a rischio nei giorni precedenti tale data anche in contatto con le autorità sanitarie degli altri Paesi interessati. Ai passeggeri sbarcanti viene anche fornito un volantino trilingue, italiano, inglese e cinese, che indica le modalità per contattare il Servizio sanitario italiano attraverso il numero telefonico del Ministero della Salute 1500. È attivo un monitoraggio dello stato di salute di tale passeggeri, attraverso contatti telefonici.

Già il 10 gennaio, prima di conoscere l’agente eziologico dell’infezione, è stato predisposto materiale informativo anche in cinese, che è stato affisso negli aeroporti per informare i viaggiatori internazionali. Il materiale è in costante aggiornamento. È stata effettuata una ricognizione delle scorte di dispositivi di protezione individuale nei vari punti di entrata, porti e aeroporti, ed è in corso una ricognizione della disponibilità generale del Paese di questi dispositivi. Vengono pubblicati regolarmente sul portale del Ministero della Salute gli aggiornamenti inerenti all’evento. Sono state predisposte, pubblicate e vengono aggiornate regolarmente le domande e risposte più frequenti relative all’evento epidemico.

Il 22 gennaio 2020, presso l’ufficio di Gabinetto del Ministero della salute è stata istituita e si è contestualmente riunita la task force Coronavirus, composta da rappresentanti del Ministero, dai Carabinieri dei NAS, dai rappresentanti dell’Istituto superiore di sanità, dall’Agenas, dall’Agenzia del farmaco, dall’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, dalla Protezione civile, da un rappresentante delle Regioni, dagli Ordini dei medici e degli infermieri, delle società aeroportuali SEA e ADR, dallo Stato maggiore della Difesa-Ispettorato generale della sanità militare. Detta task force è permanentemente operativa e si riunisce quotidianamente, e ha il compito di seguire in tempo reale l’evolversi della situazione determinata dal Coronavirus, supportando il Ministro nell’individuazione di ogni iniziativa idonea a fronteggiare le eventuali criticità emerse. La task force sta verificando lo stato di approntamento di misure di preparazione idonee a fronteggiare un ipotetico peggioramento della situazione epidemiologica in quanto a risorse umane, anche attraverso la collaborazione con personale di altre strutture, test di laboratorio e presidi sanitari, comunicazioni e relative procedure.

Voglio anche, in questa sede parlamentare, esprimere profonda gratitudine, a nome del Governo italiano, per la prontezza e la qualità del lavoro prestato da tutte queste persone che abbiamo coinvolto (Applausi).
Nel corso della prima riunione della task force, tenuto conto che l’OMS sta esaminando la problematica al fine di emanare omogenee linee guida o raccomandazioni per fronteggiare la situazione sanitaria, si è convenuto di diramare, nel frattempo, un’articolata circolare sul Coronavirus alle Regioni e alle altre istituzioni, enti e organizzazioni professionali, contenente indicazioni operative sulla individuazione, notifica, sorveglianza, test di laboratorio, gestione dei casi sospetti, predisposta dalla Direzione generale della prevenzione.

Tale circolare permette di attivare una sorveglianza mirata a livello nazionale ed individua l’Istituto superiore di sanità come laboratorio nazionale di riferimento. Successivamente, il 27 gennaio, è stato inviato un aggiornamento relativo alla definizione di “caso per la segnalazione” e alla diagnostica di laboratorio. Di entrambe queste circolari lascio una copia agli atti della Camera dei deputati. La Federazione nazionale ordini medici chirurghi e odontoiatri, FNOMCeO, e la Federazione nazionale ordini delle professioni infermieristiche, FNOPI, hanno riferito di avere provveduto a diramare a tutti gli ordini provinciali la circolare ministeriale del 22 gennaio, mentre lo Stato maggiore della Difesa ha diramato la stessa ai propri servizi sanitari, per informare adeguatamente le Forze armate nazionali.

Il Centro nazionale sangue e il Centro nazionale trapianti hanno diramato circolari in cui forniscono istruzioni sulle misure di prevenzione della trasmissione del nuovo Coronavirus mediante trasfusione di emocomponenti labili e di trapianti. In base agli obblighi internazionali, la Direzione generale della prevenzione informa costantemente delle misure adottate a livello nazionale la Commissione europea e i Paesi aderenti alla Global Health Security Initiative e partecipa alle teleconferenze organizzate per armonizzare la risposta a livello internazionale. Da quanto sopra comunicato, sinora risulta che l’Italia sia uno dei Paesi che ha adottato un approccio più protettivo, raccomandando sin dall’inizio di posticipare i viaggi non necessari, applicando immediatamente procedure di controllo sui voli provenienti dalla Cina, attivando il canale sanitario e gli screening in entrata agli aeroporti e prevedendo immediatamente misure di prevenzione diffuse tramite i più moderni strumenti telematici.

Sono costanti i contatti con l’ambasciata d’Italia a Pechino, l’unità di crisi del MAECI, la Commissione europea, l’European Center for Diseases Control, l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Organizzazione mondiale della sanità animale, partecipando in tutte le occasioni a teleconferenze o incontri organizzati da tali organismi. Inoltre, nel pomeriggio di ieri ho incontrato personalmente l’ambasciatore cinese in Italia: dopo avere espresso la nostra solidarietà e l’apprezzamento per le severe misure adottate in Cina, ho soprattutto rappresentato la disponibilità del Ministero della Salute a partecipare, anche attraverso le nostre istituzioni scientifiche, e in primo luogo con l’Istituto superiore di sanità, agli sforzi già avviati per una rapida realizzazione di strumenti diagnostici, terapeutici e di prevenzione vaccinale dell’infezione.

Abbiamo concordato di assicurare un costante collegamento affinché la numerosa comunità cinese in Italia possa essere tempestivamente messa a conoscenza delle ulteriori misure sanitarie che l’Italia dovesse eventualmente adottare. L’operato del Ministero della Salute è quindi pienamente in linea con quanto raccomandato in data 23 gennaio 2020 dall’OMS al termine della riunione del Comitato per l’emergenza, il quale, non ritenendo unanimemente vi fossero le condizioni per dichiarare l’esistenza di una situazione di “emergenza sanitaria di interesse internazionale”, ha fornito agli Stati membri dell’Organizzazione alcune raccomandazioni relative alla necessità di essere preparati “al contenimento, alla identificazione precoce, isolamento e gestione dei casi, tracciatura dei contatti e prevenzione”, tutti aspetti che sono coperti già dalle misure adottate da tempo.

In data 25 gennaio si è tenuta una riunione con i rappresentanti delle regioni italiane volta al miglior coordinamento interistituzionale e il successivo 28 gennaio ho partecipato personalmente alla riunione della Commissione salute della Conferenza delle regioni e delle province autonome sulla gestione delle attività di prevenzione sul Coronavirus, ritenendo, d’intesa con tutti gli assessori competenti, fondamentale su questa vicenda il massimo di coordinamento tra le istituzioni. È stato rafforzato il personale operativo per il numero di pubblica utilità del Ministero della Salute, il numero 1500, attivo ora 24 ore su 24. Esso opera sia da punto centralizzato di raccolta delle segnalazioni di casi sospetti da parte dei cittadini, per il successivo smistamento, ove necessario, alle strutture sanitarie delle regioni, che per fornire informazioni alla popolazione sul virus e sulle misure di prevenzione da adottare.

A tal fine, sono state assunte iniziative per il potenziamento del servizio con ulteriore personale, che è stato sottoposto preliminarmente ad un programma di formazione. Lunedì scorso mi sono recato personalmente in visita alla sala operativa del 1500 per constatarne la piena operatività. Nella sola giornata di ieri, 28 gennaio, dalle ore 8 alle ore 22, il 1500 ha gestito circa 700 telefonate, per un tempo medio di conversazione di 6 minuti e 30 secondi. In un caso si è provveduto, dopo un primo triage telefonico, a trasferire la chiamata alle strutture sanitarie della regione di provenienza della chiamata, per operare un accesso alle strutture sanitarie in piena sicurezza per il paziente e per gli altri cittadini presenti presso le stesse.

Sta risultando molto importante la presenza, tra gli addetti alla risposta, dei mediatori linguistici, che hanno affrontato diverse telefonate effettuate in lingua cinese, contribuendo ad eliminare la possibilità di fraintendimenti e migliorando la conoscenza dei casi e della esposizione al rischio di contagio.
In data 25 gennaio 2020 ho adottato un’ordinanza con la quale, oltre a confermare tutte le misure già in atto che ho appena esposto, ho disposto, per un periodo di 90 giorni, il potenziamento del contingente di personale da impiegare nelle attività di risposta rapida al numero di pubblica utilità 1500 per i controlli sanitari attivati presso gli USMAF-SASN e per i servizi di competenza degli uffici centrali del Ministero.

Per quanto riguarda la nostra comunità a Wuhan, il Ministero della Salute collabora attivamente alla predisposizione delle procedure sanitarie relative alla gestione dei cittadini italiani che il Ministero degli Affari esteri sta provvedendo a rimpatriare da tale area e alla loro successiva gestione del piano sanitario.

Nel riservarmi ogni ulteriore e tempestiva comunicazione, nei prossimi giorni, sull’evoluzione del quadro epidemiologico, sono convinto che l’attuale situazione potrà essere gestita al meglio attraverso una piena e fattiva collaborazione tra istituzioni internazionali e, in ambito nazionale, tra il Ministero della Salute, gli istituti scientifici di riferimento nazionale, le regioni e gli ordini professionali interessati. Dobbiamo, dunque, perseverare ed intensificare la collaborazione tra Stati nazionali ed organizzazioni internazionali, potenziando lo scambio di informazioni a tutti i livelli ed attuando, con rigore e tempestività, le migliori prassi ritenute idonee a limitare la diffusione del virus.

Sono personalmente in contatto costante con la commissaria europea Stella Kyriakides e con i colleghi dei Paesi europei per uno scambio costante di informazioni, in attesa di una prossima occasione di confronto tra tutti i Paesi UE, che ho anche proposto alla Presidenza croata e alla stessa commissaria con lettera formale.

Analoghi sforzi devono essere posti in essere nel contesto nazionale con il supporto di tutti i livelli istituzionali competenti. In questo senso ritengo fondamentale un dialogo costante e costruttivo tra Governo e Parlamento, anche quale segno visibile di unità nazionale su una materia così delicata. Sarà in particolare necessario informare adeguatamente ed in modo capillare gli operatori sanitari e la popolazione, rispettare rigorosamente le misure precauzionali ed i protocolli già comunicati dal Ministero della Salute e prestare la massima vigilanza nella diagnosi di possibili eventi critici. Occorre, in definitiva, un approccio sistemico e multilivello sia a livello nazionale che internazionale al quale il Ministero della Salute ha da subito ispirato la propria azione e che continuerà a seguire nel Governo di questa emergenza sanitaria. Sarò chiaramente a disposizione per fornire anche in futuro ogni aggiornamento sull’evoluzione della situazione che dovesse dal Parlamento essere ritenuto utile (Applausi).

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