I deputati Pierluigi Mantini, Mauro Libè ed Armando Dionisi del Gruppo dell’Unione di Centro hanno presentato un’interrogazione parlamentare al governo per chiedere una rapida soluzione alla crisi della Commissione Grandi Rischi dopo la condanna emanata dal giudice dell’Aquila
Dopo la bufera scatenata nel mondo scientifico e politico dalla condanna ai vertici della Commissione Grandi Rischi per non aver dato informazioni corrette sullo stato del sottosuolo (omicidio colposo plurimo e lesioni colpose) a L’Aquila cinque giorni prima del terremoto del 6 aprile del 2009, anche il Parlamento si interroga sulle dimissioni a valanga che hanno interessato la Commissione dopo la sentenza emanata dal giudice dell’Aquila.
Dall’audizione del Capo della Protezione Civile prefetto Gabrielli è emersa la necessità condivisa di garantire l’autonomia tecnica e scientifica della Commissione Grandi Rischi che è organo indispensabile per il Paese nelle politiche di prevenzione.
L’Udc ha ribadito la proposta, già oggetto di un’interrogazione al governo, dell’introduzione di un preciso codice o protocollo per la corretta comunicazione istituzionale nelle situazioni di grave rischio da possibili calamità.
È chiaro che la responsabilità finale della comunicazione è e deve essere politico-amministrativa e non tecnica. All’epoca dei fatti dell’Aquila la responsabilità politica era dell’allora Capo della Protezione Civile Guido Bertolaso.
i parlamentari sottolineano infine che sono favorevoli all’immediata tutela da parte dell’Avvocatura di Stato della Commissione Grandi Rischi e degli organi tecnici che stabilmente lavorano per lo Stato.
Di seguito il testo dell’interrogazione.
CAMERA DEI DEPUTATI – LEGISLATURA XVI
INTERROGAZIONE URGENTE
Al Governo, in persona del Presidente del Consiglio dei Ministri, per sapere, premesso che:
- la sentenza di condanna dei componenti della Commissione Grandi Rischi a sei anni di reclusione per omicidio colposo in relazione alle vittime del terremoto del 2009 in Abruzzo, ha destato notevole sconcerto ed una vasta eco a livello nazionale ed internazionale ed ha provocato le dimissioni dei membri;
- appare necessario conoscere in modo approfondito le motivazioni della sentenza ai fini di una più ponderata valutazione, nel rispetto delle prerogative proprie della giurisdizione;
- tuttavia il punto di fatto su cui si articola la vicenda, ormai ben nota e nel dettaglio ricostruita nelle fonti giornalistiche, consiste in sostanza nel difetto di comunicazione scaturita dalla riunione della Commissione Grandi Rischi, il giorno 31 marzo 2009 in L’Aquila, che è apparsa “rassicurante” circa i rischi connessi allo sciame sismico in atto, a fronte di una notevole preoccupazione presente nella popolazione, acuita peraltro da annunci allarmistici di un ricercatore locale;
- risulta altresì che l’allora Capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, abbia indicato l’opportunità di tale riunione allo scopo specifico di rassicurare la popolazione da parte della Commissione onde evitare allarmismi che, tuttavia, alla luce dei tragici fatti, non possono essere definiti inutili o infondati;
- sulla base dei fatti noti risulta che la condotta nella circostanza tenuta dalla Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile, al di là di ogni valutazione di rilievo penale su cui possono sussistere fondati dubbi, sia stata non adeguata alle circostanze, che avrebbero imposto un maggior grado di oggettività e di trasparenza sui rischi realmente possibili sulla base delle migliori conoscenze scientifiche, al fine di consentire scelte e comportamenti individuali responsabili;
- la questione della corretta e trasparente comunicazione istituzionale nelle situazioni di grave rischio per l’incolumità delle popolazioni, in condizioni di pericoli derivanti da terremoti in atto o previsioni di calamità naturali, è di grande delicatezza e attualità e dovrebbe, a nostro avviso, essere oggetto di precisi protocolli disciplinari, nel rispetto dell’autonomia scientifica e dei principi di tutela dell’incolumità dei cittadini;
- una ragionevole soluzione di questo tema dovrebbe essere alla base della nuova Commissione Grandi Rischi, indispensabile al Paese, prevedendo una più netta distinzione tra responsabilità politiche e tecniche;
IL GOVERNO
con riferimento ai fatti esposti, quali iniziative o misure intenda assumere per garantire i migliori standard di correttezza, completezza e veridicità della comunicazione istituzionale in relazione a gravi situazioni di calamità o pericolo per le popolazioni e quali misure intende adottare con urgenza per garantire al Paese la piena efficienza della Commissione Grandi Rischi, indispensabile riferimento delle attività di prevenzione.
On. Pierluigi Mantini, On. Mauro Libè, On. Armando Dionisi