Banche, prestiti con garanzia di Stato

tratto da Corriere della Seradel 7 dicembre 2011

Di Stefania Tamburello

Potenziato fino a 20 miliardi il fondo per le piccole imprese

ROMA – E’ un pacchetto di interventi deciso in sede europea per favorire il sostegno degli Stati alle banche che hanno grossi problemi di liquidità e che quindi stringono le condizioni del credito alla clientela. Danno cioè meno finanziamenti e a tassi più alti rischiando di strozzare l’economia che di per sé già arranca. Le misure varate dal governo Monti prevedono in primo luogo la garanzia dello Stato sulle obbligazioni emesse dalle banche, sia quelle prive di garanzie, sia quelle – i covered bond – che hanno invece rapporti creditizi sottostanti garantiti, mutui o prestiti alle publiche amministrazioni. L’obiettivo è di favorire il collocamento dei titoli sul mercato e quindi il reperimento delle risorse necessario alla attività. Ma, soprattutto, di fornire alle obbligazioni bancarie il bollino blu dello Stato necessario per ottenere i finanziamenti dalla Bce, che per fornire al sistema liquidità chiede la garanzia dei cosiddetti collaterali, cioè titoli di buona qualità, come quelli pubblici. Titoli che in questa fase cominciano a scarseggiare rispetto alle esigenze di liquidità che pure Eurotower è disponibile ad offrire in abbondanza. La garanzia «incondizionata e irrevocabile» è a disposizione di tutte le banche a cui è richiesto solo il lasciapassare della Banca d’Italia a cui spetta verificare l’adeguatezza del patrimonio e della redditività.

Il ministro dell’Economia potrà concedere fino al 30 giugno 2012 il «timbro» dello Stato sulle passività delle banche, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni o, a partire dal gennaio 2012, a sette anni per le obbligazioni garantite nell’ambito di operazioni di cartolarizzazioni. Sempre che si tratti di strumenti solo in euro, a tasso fisso, non strutturati e derivati, che rappresentino un debito non subordinato né nel capitale né negli interessi e che soprattutto non siano computabili nel patrimonio di vigilanza. Di cui in ogni caso non possono superare l’ammontare. Le banche che ricorrono agli interventi non devono «abusare» del sostegno ricevuto per «conseguire indebiti vantaggi». In particolare non possono citare la garanzia statale nelle comunicazioni commerciali rivolte al pubblico che volesse sottoscrivere le obbligazioni. Il bollino del Tesoro si paga perché alle banche costa all’incirca lo 0,60% per i covered bond e lo 0,75 circa per gli altri. La spesa prevista per questi interventi è di 200 milioni di euro annui per il periodo 2012-2016.

Ma non basta. Monti ha previsto anche un altro intervento, peraltro già consentito con la stessa formulazione nella legge anti-crisi di fine 2008 cioè la garanzia dello Stato alle erogazioni discrezionali al sistema creditizio da parte della Banca d’Italia, la cosiddetta Emergency Liquidity Assistance (Ela) prevista dalla Bce come strumento di ultima istanza. Finora non utilizzata in Italia (ma da Irlanda e Grecia sì) – se si eccettuano due operazioni di prova, due anni fa – anche perché per le banche è più costosa del finanziamento della Bce e soprattutto è un meccanismo penalizzante per l’immagine sul mercato. La Banca d’Italia la può utilizzare, a valere sui suoi fondi, con l’obbligo di comunicarlo a Francoforte sopra i 500 milioni.

Alle banche, ma anche alle assicurazioni e alle finanziarie, è destinato poi un altro articolo del decreto della manovra, quello che vieta agli amministratori o comunque ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo di assumere o esercitare cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti». E ciò per migliorare la concorrenza evitando il conflitto di interesse nascente dalle partecipazioni personali incrociate che stando ad una ricerca condotta due ani fa dall’Antitrust riguarda l’80% delle società tra quotate e non quotate.

Ancora il sistema del credito potrà beneficiare in termini di costi per l’erogazione dei finanziamenti della maggiore capacità del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, rifinanziato per 400 milioni e quindi in grado di attivare, secondo i tecnici, maggiori prestiti per 20 miliardi.

Infine la norma che obbliga il passaggio nel conto corrente bancario e postale – o il bonifico – per i pagamenti, stipendi compresi, delle amministrazioni pubbliche superiori ai 500 euro. Ne beneficerà la raccolta delle banche oltre che delle poste, favorite anche dalle misure per la riduzione dell’uso del contante e il potenziamento della moneta elettronica.

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