Bagnasco: la politica che ignora il malaffare indigna i cittadini

bagnasco2 

La politica sottovaluta gli scandali e la «rabbia degli onesti», così l’Italia rischia di scivolare in un baratro. Al consiglio episcopale, Angelo Bagnasco abbandona i toni felpati e fa appello al senso di responsabilità delle forze politiche e sociali. «La strada è in pericolosa pendenza», ci sono «scelte da fare».

La crisi economica morde l’Italia, «la vita della gente è già segnata in modo preoccupante», il Paese va messo «al riparo definitivo da capitolazioni umilianti e altamente rischiose». La Cei, delusa dalla classe politica, conferma il proprio appoggio al governo Monti.

«Immoralità e malaffare» dilagano «al centro come in periferia». Si moltiplicano casi di corruzione in diverse Regioni, ma la politica li ignora. E’ «interesse di tutti» che il governo votato dal Parlamento prosegua il lavoro. La politica non ha fatto nulla per la famiglia e «la gente non perdonerà questa poca considerazione».

Dopo gli strali di sabato del Papa e del cardinale Scola, anche Bagnasco stigmatizza i registri per le unioni civili istituti a Milano e in altri comuni. Vicino ad un popolo cattolico impoverito e disorientato. Lontano da un centro-destra in implosione per gli scandali della regione Lazio (il «reticolo di corruttele e di scandali delle Regioni è motivo di disagio e di rabbia per gli onesti»).

Scandali inaccettabili che la classe politica sottovaluta in modo irresponsabile. Ma lontano anche da un centro-sinistra tentato da alleanze elettorali favorevoli alle coppie gay. Uniche certezze: la dottrina cattolica, specie in tema di famiglia e bioetica, la solidarietà necessaria in tempi di crisi economica e la necessaria azione di risanamento portata avanti dal governo Monti. Il porporato richiama l’attenzione sulle sirene dell’antipolitica. «La politica è necessaria: non si può sottovalutare il sentimento ostile che va covando nella cittadinanza».

I partiti devono «prepararsi seriamente» alle elezioni, non con operazioni di «semplice cosmesi», bensì portando «risultati concreti per il Paese e un rinnovamento reale e intelligente delle formazioni politiche e il loro irrobustirsi con soggetti non chiacchierati». Contro il «malaffare» per il bene del Paese, per combattere l’antipolitica e opporre solidarietà a povertà, precariato, sfaldamento sociale. Anche grazie a una «leva di laici maturi» capaci di operare anche in ambienti «ostili» grazie a una formazione che sia pure spirituale e non mediocre.

Il porporato traccia l’impegno dei credenti, laici e Chiesa, nella attuale situazione. Bagnasco, ricevuto ieri mattina dal Papa, è in sintonia con la segreteria di Stato vaticana: il sostegno a Monti è pieno, pur se nell’episcopato c’è consapevolezza della sofferenza per i sacrifici richiesti alla popolazione. Ancora più acuta, però, è la consapevolezza dello scandalo che in quella stessa popolazione hanno suscitato in questi giorni le note spese pazze della regione Lazio.

Amara la domanda: «Possibile che l’arruolamento nelle file della politica sia ormai così degradato?». Una staffilata ad un centro-destra che, in passato, ha goduto di fiducia da parte dei vertici ecclesiastici. Ma anche sul versante opposto non sono carezze. Se dal centrosinistra si leva la voce del sindaco di Milano Giuliano Pisapia a favore dell’adozione alla coppie gay, Bagnasco ribatte che con le unioni civili «la società, come già si profila in altri Paesi, andrebbe al collasso: perché non si riconoscono le conseguenze nefaste di queste apparenti “avanguardie?”».

No al conformismo, sì ai «testimoni», tra i quali Bagnasco mette il cardinale Martini, don Pino Puglisi e don Peppino Diana. E assicura: «La Chiesa non è moribonda, è unita intorno al Papa che esce ancora più amato dal laccio di tradimenti impensabili o malevoli interpretazioni».

 

Giacomo Galeazzi, La Stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *