4. Politiche di contrasto al traffico delle persone e alle mutilazioni genitali femminili
La promozione ed il coordinamento delle azioni di Governo in materia di sfruttamento e tratta di persone, rappresentano un punto cardine del mio attuale mandato quale Ministro per le Pari Opportunità. Il modello italiano, tuttora considerato una buona pratica europea ed internazionale, è stato costruito sul principio che un’efficace risposta al fenomeno criminoso della tratta debba basarsi su un approccio orientato alla centralità dell’individuo e alla tutela dei diritti umani delle vittime. È in tale prospettiva che può cogliersi pienamente il senso di avere affidato al Ministro per le Pari Opportunità ed al Dipartimento che ne supporta le azioni, il ruolo di autorità centrale incaricata di promuovere e coordinare a livello nazionale gli interventi per la protezione delle persone trafficate.
La tratta di persone è una particolare forma di violenza agita prevalentemente in danno di donne, minori e gruppi particolarmente vulnerabili, quali i migranti irregolari, ed è altresì un fenomeno criminoso che per la sua natura e le sue conseguenze può considerarsi una delle forme più pervasive di violazione dei diritti umani.
Ritengo quale intervento prioritario l’elaborazione e l’implementazione di un Piano Nazionale d’Azione sulla tratta di persone. A tal fine intendo proseguire i lavori del Tavolo Tecnico per l’elaborazione di un piano nazionale d’azione sulla tratta, costituito nel 2010 di concerto con la Commissione Interministeriale per il sostegno alle vittime di tratta, violenza e grave sfruttamento. A tal fine intendo sia avviare mirate interlocuzioni con gli altri Ministri interessati, sia esplorare modalità di raccordo ed integrazione con le risorse delle Regioni, e nello specifico dare impulso ad un coordinamento nazionale nell’utilizzo di tali risorse, con particolare riferimento al Fondo Sociale Europeo, che rappresenta uno strumento privilegiato per interventi mirati alla formazione professionale ed all’inclusione socio-lavorativa delle vittime di tratta e sfruttamento. In tale contesto di attività, intendo altresì promuovere l’attività dell’Osservatorio Nazionale sul fenomeno della Tratta di esseri umani. Questo rinnovato impegno trova il suo razionale anche alle luce della nuova Direttiva Europea sulla prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani, alla quale l’Italia dovrà conformarsi entro aprile 2013. La Direttiva prevede, tra le altre cose, che tutti gli stati membri si dotino di meccanismi per raccogliere dati sulla tratta, valutare le tendenze del fenomeno e misurare i risultati degli interventi messi in campo.
Tra i compiti che il Dipartimento è tenuto a svolgere vi è inoltre quello di promuovere e coordinare le azioni di Governo in materia di violazione dei diritti fondamentali, dell’integrità della persona, della salute e della dignità delle donne e delle bambine.
Appaiono importanti ulteriori e nuovi percorsi che possano accompagnare donne e famiglie africane residenti in Italia verso l’abbandono delle pratiche di mutilazione genitale e infibulazione, sostenendole attivamente, sia direttamente –attraverso servizi competenti- sia indirettamente –attraverso la circolazione di informazioni e attività di sensibilizzazione che aiutino a rispondere a eventuali pressioni a reiterare la pratica proveniente dalla comunità migrante o dalla famiglia e comunità in patria. In quest’ottica diventa necessario ricostituire la Commissione interministeriale (in questi giorni in via di definizione) per la prevenzione ed il contrasto delle mutilazioni genitali femminili. È, inoltre, mia intenzione attuare quanto prima il nuovo Piano Programmatico (attualmente in via di validazione da parte delle Amministrazioni coinvolte nella Commissione interministeriale) delle priorità di intervento nazionali di prevenzione e contrasto delle MGF. Il Piano è stato condiviso con le maggiori rappresentanze più significative delle associazioni operanti nel settore e degli Enti locali e l’attuazione dello stesso sarà affidata interamente alle Regioni, previa stipula di un’apposita intesa con il sistema regionale sui criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità, attuative nonché il monitoraggio del sistema di interventi da sviluppare per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno, il tutto coordinato e supervisionato a livello centrale dal Dipartimento per le pari opportunità.
5. Politiche di pari opportunità per le persone con disabilità
Il nostro impegno è altresì confermato sul tema delle pari opportunità delle persone con disabilità. Proseguendo nelle attività di concreta implementazione della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità, operiamo con gruppi di lavoro istituiti nell’ambito dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone disabili, con l’obiettivo di garantire ad esse autonomia ed una vita indipendente.
In questo contesto ritengo sia importante, per esempio, monitorare che ogni assunzione lavorativa prescinda dalla disabilità del candidato; a parità di merito, il candidato con disabilità potrebbe essere non oggettivamente – ossia solo per meriti e titoli – valutato. Nel monitoraggio sarà utile confrontare la percentuale di persone con disabilità che occupano posizioni dirigenziali in altri paesi OCSE e confrontare la nostra statistica con la media OCSE. I laureati/diplomati più meritevoli non sono necessariamente persone senza disabilità ed essi devono avere pari opportunità di carriera. Nel 2011 è stata realizzata un’iniziativa sperimentale rivolta a studiosi laureati con disabilità inseriti in percorsi di ricerca ufficiali, ai quali verranno assegnati contributi per il rimborso delle spese sostenute per l’acquisizione di attrezzature specialistiche, materiale didattico differenziato, servizi ed ogni altra strumentazione idonea a superare le difficoltà connesse allo stato di disabilità. E’ utile a questo scopo un monitoraggio della prosecuzione degli studi delle persone con disabilità al fine di comprendere se effettivamente hanno avuto eguali opportunità di accesso ai percorsi scolastici quali quelli a cui hanno accesso le persone non disabili.
Nel febbraio 2010 il Dipartimento per le pari opportunità ha avviato un progetto specifico che risponde all’obiettivo di favorire la partecipazione delle persone con disabilità alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport prevista dall’art. 30 della Convenzione. L’iniziativa si è concretizzata nel finanziamento di interventi a valenza nazionale finalizzati alla promozione delle pari opportunità nel campo dell’arte e dello sport a favore dei soggetti diversamente abili, anche per il 2011, per il quale è attualmente in corso la valutazione dei progetti pervenuti e l’eventuale prosieguo delle iniziative.
Non intendo dimenticare l’attenzione particolare che sarà posta alle donne con disabilità, delle quali, secondo le rilevazioni del Consiglio Europeo, circa il 40% subisce o ha subito una qualche forma di violenza. E’ facile prevedere che anche in questo caso la percentuale, nella realtà, potrebbe superare tali statistiche. Ritengo, anche in questi casi, prioritario monitorare il rischio di violenza, ad oggi mai quantificato, a cui sono soggette le donne disabili, prevedendo una apposita sezione tematica nella nuova indagine sulla violenza sulle donne. Mi impegnerò altresì affinché nell’ambito delle attività offerte dal numero di pubblica utilità e dai centri antiviolenza ad esso collegati siano attivati servizi specifici di orientamento, consulenza ed assistenza legale a difesa dei diritti delle donne con disabilità.