Il Garante: serve un piano per l’ infanzia
Si associano in bande. In 4 o 5 ciascuna, suddivisi per etnie anche se non mancano quelle miste. I sudamericani, specie gli ecuadoregni di Genova, sono i più organizzati. Nei quartieri popolari di Roma, invece, stanno prendendo piede i filippini giunti in Italia già grandi in seguito a ricongiungimenti familiari tardivi. Età tra 14 e 17 anni. Attività principali: piccoli furti, azioni di bullismo ai danni dei coetanei, molestie ai cittadini. Le zone più esposte sono le periferie delle grandi città.
Uno dei fenomeni in rapida ascesa denunciati in occasione della prima relazione al Parlamento dell’ Autorità garante per l’ infanzia e l’ adolescenza. Niente tutele per le nuove generazioni. Pochi soldi per cambiare.
Il presidente Vincenzo Spadafora ha presentato un quadro sconfortante da tutti i punti di vista: «Colmiamo i vuoti, i minori vengono lasciati soli, non conoscono i loro diritti. Il governo intervenga, consapevole che la condizione dei nostri giovanissimi è un’ emergenza e va affrontata con politiche chiare».
Tante criticità (povertà delle famiglie che ricade sui figli, giustizia minorile, asili nido pubblici insufficienti, uso pericoloso di Internet, abusi sessuali e domestici) scarsi investimenti.
All’Autorità la legge assegna un milione e mezzo l’ anno. E i fondi non sono ancora arrivati. «Bisogna invertire la rotta, è un dovere morale», è il messaggio del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione e l’ integrazione, è convinto che la condizione dei più giovani migliorerà solo «con un’ alleanza culturale. Il fenomeno delle bande è uno dei segnali più gravi».
Spadafora elenca le emergenze di un pianeta popolato da 10 milioni e 800 mila bambini e adolescenti. Un milione e 38 mila sono stranieri.
Il dato più preoccupante riguarda la povertà. L’ Italia è tra i Paesi Ocse col tasso di povertà relativa più elevato tra i bambini: il 15% vive in famiglie con redditi inferiori alla media nazionale. Secondo l’ Istat, in Italia sono 1 milione e 876 mila le persone di minore età che vivono in famiglie povere e 653 mila quelle che vivono in condizione di assoluta povertà.
In Sicilia, Campania e Basilicata la sofferenza dei piccoli è maggiore. Spadafora chiede al governo «di valutare le ricadute sui minori dei provvedimenti economici».
Ernesto Caffo, presidente di Telefono azzurro segnala un altro dramma legato alla povertà: «Aumentano i casi di morte e percosse in famiglia dei più fragili. Le tensioni agiscono da detonatore».
Margherita De Bac, Corriere della Sera