La politica è preparazione ed esperienza

Giovani-UDC “È uno scenario di cambiamento profondo quello nel quale viviamo in questi ultimi anni, in una società che interroga se stessa, che ripensa e riprogetta i suoi sistemi di vita, di lavoro, di conoscenza”

 

Si è svolto a Roma, nella splendida cornice dell’Hotel Forum, il seminario “Giovani e vocazione alla politica”, organizzato dal Dipartimento nazionale formazione UDC.

 

La tre giorni ha avuto un obiettivo esplicito e chiaro: riflettere sulle nuove relazioni tra giovani e politica, a partire dall’esperienza e dal vissuto di dirigenti e giovani militanti, privilegiando in particolare quelli che hanno dato vita ad esperienze di formazione alla politica. Ma con un imperativo altrettanto chiaro: passare all’azione. Le parole chiave sono state quelle di vocazione e formazione, in direzione ostinata e contraria al clima e alla retorica dell’antipolitica.

Diventa così più trasparente il legame che si vuole far emergere tra spinta etica a favore del bene comune e formazione delle competenze al servizio di una nuova idea della politica, ancora una volta in contrasto con gli slogan più facili del successo, della personalizzazione esasperata, dell’iperprofessionalizzazione che si esaurisce nella delega.

È in questo contesto che sono stati approntati tre giorni di lavori articolati in cinque panel e una sessione conclusiva.

Responsabile organizzativo dell’evento nazionale Maria Fiorenza Di Gosta, coordinatrice del Dipartimento formazione UDC Molise, che nel suo intervento in merito al tema della “Cultura e formazione nella società della conoscenza” ha messo in evidenza come “È uno scenario di cambiamento profondo quello nel quale viviamo in questi ultimi anni del secolo, in una società che interroga se stessa, che ripensa e riprogetta i suoi sistemi di vita, di lavoro, di conoscenza.

La società post moderna è una società complessa, globalizzata, tecnologicamente avanzata, con una comunicazione in tempo reale, con una moltiplicazione accelerata delle conoscenze (per cui viene chiamata anche “società della conoscenza) e in cui assume un ruolo e una centralità l’istruzione e la formazione che richiedono però investimenti economici, frutto di scelte politiche lungimiranti.

Per andare verso la “società della conoscenza” è necessario ripensare profondamente quale sapere serva; definire quale sistema di istruzione – e conseguentemente di formazione permanente – dovrà accompagnare ogni cittadina e ogni cittadino per l’intero arco della sua vita, rendendolo capace di confrontarsi con il mondo del lavoro e delle professioni, con i cambiamenti continui e profondi della cultura e dei saperi professionali.

Questa è oggi la sfida e la posta in gioco, nel nostro come negli altri paesi. In Italia l’istruzione e la formazione sono ancora lontani da essere risorsa strategica per il futuro. Anche dal magistero della Chiesa ci viene rivolto un invito a rimuovere tutti quei disagi e quegli ostacoli che fanno della “questione giovanile” (emergenza educativa) uno dei temi caldi di questa nostra epoca: un paese senza giovani perde la speranza e la progettualità.

Paradossalmente, proprio ora che viviamo in un periodo temporale di grandi opportunità garantite dalla tecnologia e dalla globalizzazione sempre più imperante, assistiamo a fenomeni ricorrenti di marginalizzazione sociale che riguardano in primis proprio loro”.

Parlando dell’importanza della formazione politica, la giovane molisana ha aggiunto: “La mia storia personale e quindi il mio percorso professionale testimoniano come ci si possa occupare di politica sia dall’interno, come consulente parlamentare, sia dall’esterno, in qualità di amministratore della cosa pubblica, attraverso una adeguata e soprattutto continua formazione politica. Pensare invece che nel “palazzo” si entri esclusivamente attraverso conoscenze o “facili scorciatoie” produce un vero e proprio atteggiamento di disinteresse verso la politica e di prevenuto giudizio negativo nei confronti delle istituzioni pubbliche.

Solo la buona politica può riuscire a centrare l’obiettivo di coinvolgere i cittadini e fare in modo di accrescerne la partecipazione alla vita sociale, economica e culturale della comunità.

Il Paese e i cittadini devono ritrovare l’orgoglio e il senso di appartenenza , oggi intorpidito, e risvegliarsi così da una sorta di fatalismo inoperoso con il quale assistiamo agli eventi senza reagire.

Sta proprio qui la nostra grande sfida presente e futura, più volte rilanciata da Papa Benedetto XVI, dal cardinal Bagnasco e dai massimi esponenti del mondo cattolico: creare una nuova generazione di giovani impegnati in politica.

Con umiltà e, soprattutto, con tanto entusiasmo, l’Unione di Centro vuole essere protagonista di questo nuovo corso”.

Maria Fiorenza Di Gosta
Dipartimento Formazione Politica

 

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