Giancarlo Laurini (Notariato): guardiamo al futuro e ai giovani

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È necessario far capire bene “il rapporto che vi è tra il mondo delle professioni, le loro attività, il loro ruolo, e lo sviluppo del Paese. Noi guardiamo al futuro e ai giovani”. Ne è convinto Giancarlo Laurini, presidente del Notariato. 

“L’obiettivo della giornata del 1 marzo è molto semplice e ambizioso al tempo stesso -spiega Laurini – e cioè quello di far sentire forte la voce del mondo delle professioni italiane, che vogliono dare un contributo di chiarezza al dibattito che oggi è in corso in Parlamento e nel Paese relativamente alle azioni e alle finalità dei professionisti. I professionisti sono ben consapevoli delle esigenze del Paese, delle emergenze che sta vivendo, ma vogliono far capire che è sbagliato un certo approccio ai problemi delle professioni”. Un approccio che, ricorda Laurini, “deve essere costruttivo, consapevole di ciò che le professioni possono dare e danno quotidianamente alla società”. 

Positivo il giudizio del presidente del Notariato sulle ultime modifiche al dl liberalizzazioni. “Il passaggio parlamentare -spiega- ha migliorato notevolmente il decreto, in vari aspetti e anche per quanto riguarda le professioni. E’ stata migliorata la disciplina della società tra professionisti, si è venuto meglio incontro al problema delle tariffe. Si è dimostrato -sottolinea Laurini – quindi che la classe politica è in realtà attenta ai problemi del Paese e al contributo che le professioni possono dare”. 

E per il futuro del Paese i notai “ci sono – rimarca Laurini – noi ci poniamo guardando molto al futuro, basti pensare che dei sei principi della manovra d’agosto sulle professioni, ben quattro erano stati già attivati dal Notariato. Dalla formazione obbligatoria all’assicurazione obbligatoria, alla distinzione tra organismi di disciplina e organi di rappresentanza politica.

Andiamo avanti quindi su questa linea: noi siamo una professione che guarda ai giovani e al futuro in un Paese democratico e con delle regole. Perché in un Paese senza delle regole -conclude- uno sviluppo non ci può essere”.

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