La Commissione per lo studio e l’elaborazione di proposte in tema di trasparenza e prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione ha consegnato i primi risultati della ricerca al ministro Patroni Griffi, il quale ha dichiarato: «La lotta alla corruzione è una priorità per il Governo. Accolgo con soddisfazione il lavoro della Commissione che ho istituito con il compito di formulare proposte per prevenire il fenomeno. Posso affermare sin d’ora che dai suggerimenti che mi sono stati avanzati trarrò lo spunto per elaborare emendamenti da presentare al disegno di legge anticorruzione, attualmente in discussione alla Camera».
Nello studio la commissione propone al governo: l’adozione di piani anticorruzione, di premi e anonimato per chi denuncia reati contro la pubblica amministrazione, di un sistema di rotazione per i funzionari che lavorano nei settori più a rischio, di nuove incompatibilità.
Piani di prevenzione
Nello studio viene suggerito al governo di “prevedere e imporre l’adozione da parte delle singole amministrazioni di adeguati piani interni con la finalità di prevenzione”. I piani, ispirati ai modelli di
risk management, serviranno a individuare “i settori nei quali più si annida il rischio corruttivo” in modo da avviare “mappature e programmi strategici, mezzi di promozione della cultura del
rischio all’interno dell’organizzazione, sistemi di identificazione degli eventi degli eventi rilevanti, previsione di strutture di auditing, ruolo del risk manager .
Premi e anonimato
La commissione ritiene necessario prevedere, a tutela del dipendente che segnala illeciti, un sistema premiale che incentivi la segnalazione
Più monitoraggio e più rotazione
Avviare un monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano i contratti o che sono interessati in procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici. Si suggerisce anche di intensificare la rotazione degli incarichi nei gangli procedimentali più a rischio.
Stop ai conflitti di interesse
La commissione propone di regolare i rapporti tra i titolari degli incarichi amministrativi e gli interessi esterni ponendo divieti laddove finiscano per influire negativamente sull’indipendenza del funzionario. Per esempio: parentele, conflitti di interesse etc, etc.
Responsabilità disciplinare
“E’ necessario rafforzare – si legge nel lavoro della commissione – lo strumento disciplinare nella prospettiva del contrasto dei fenomeni di corruzione e dei conflitti di interesse, anche attraverso
l’integrazione delle ipotesi di licenziamento disciplinare” .
Rendere noti i patrimoni
Si propone di rendere pubblici “i dati relativi ai titolari di incarichi politici, di carattere elettivo o comunque di esercizio di poteri di indirizzo politico, di livello statale, regionale e locale: dati quantomeno riguardanti la situazione patrimoniale complessiva del titolare al momento dell’assunzione della carica, la titolarità di
imprese, le partecipazioni azionarie proprie, del coniuge e dei congiunti fino al secondo grado di parentela”. Viene anche chiesto di rendere pubblici i dati reddituali e patrimoniali almeno dei dirigenti.
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