La proposta italiana di allargare la Nato alla difesa finanziaria

Antonella Rampino, nell’articolo de La Stampa del 9 febbraio 2012, ci fornisce un’anteprima della proposta tutta italiana di allargare la Nato alla difesa finanziaria.

 

Focus della missione americana di Mario Monti è cercare la collaborazione statunitense nello stabilizzare la finanza europea, in un viaggio che corona la ritrovata credibilità internazionale dell`Italia. Ma l`incontro con Barack Obama ha anche un altro tema in cima all`agenda, tra i molti della politica estera: la sicurezza europea, dato che gli Stati Uniti hanno deciso di sfoltire, e non di poco, la loro presenza sul Vecchio Continente. Serve una vera politica di sicurezza e difesa europea, e che non sia in concorrenza con la Nato, come teme Londra: un messaggio che Monti recapiterà anche per conto di Merkel e Sarkozy.

 

Il tema gira da tempo negli inner circle. «Il mondo multipolare sta creando cambiamenti significativi nella mappa globale della sicurezza», diceva pochi giorni fa Lord lan Forbes, l`ammiraglio che è uno dei due comandanti supremi della Nato, in un convegno a porte chiuse, presenti i generali italiani Abrate e Graziano, «e mentre gli Stati La progressiva integrazione multinazionale delle Forze armate, nell`ambito europeo della politica di difesa comune, è passaggio ormai ineludibile Giorgio Napolitano Presidente della Repubblica Uniti guardano strategicamente a Ovest, l`Europa è l`unico continente che riduce le spese». Avvertendo anche che questi spostamenti dell`attenzione «finiranno col produrre cambiamenti reali nelle partnership di Difesa».

L`incrocio tra crisi dell`Eurozona e riorganizzazione delle spese militari, di cui si è parlato anche ieri al Consiglio Supremo di Difesa al Quirinale, mentre Io sguardo americano si volge verso Oriente e Medio Oriente, ha messo gli europei in allarme. Per questo Angela Merkel ha voluto, la settimana scorsa, una Security Conference al massimo livello, e per questo Monti è volato a Monaco di Baviera «affiancando» il ministro Di Paola. Lì ha avuto una prima bilaterale americana, con Hillary Clinton, propedeutica al tema che sarà toccato anche oggi con Obama: come ridefinire i rapporti transatlantici in chiave finanziaria e di sicurezza. Erano tra l`altro anni e anni che un presidente del Consiglio italiano non partecipava alla Conferenza sulla Sicurezza, e lì Monti ha incrociato Henry Kissinger, l`ex rivale di Obama alla Casa Bianca John McCain, i ministri degli esteri tedesco Westerwelle, lo svedese Bildt, il polacco Sikorsky e il turco Davutoglu. Monti avrebbe cominciato a spiegare a Clinton che per stabilizzare la finanza europea, operazione per la quale occorrerà aumentare la dotazione del nuovo fondo salva-Stati, l`European Stabilty Mechanism, si può far perno proprio sull`Italia. E che per supplire alla minor presenza Usa in Europa, si potrebbe riformare il patto transatlantico in chiave finanziaria e di difesa.

Dunque Monti arriva a Washington con un mandato informale europeo a sondare l`alleato americano su un`ipotesi che serva a far fronte, anche coinvolgendo parzialmente potenze politicamente emergenti e finanziariamente solide come la Cina, ìn un momento in cui gli Stati Uniti di fatto impongono alle strategie di difesa un`impronta fortemente multilaterale. Alla Casa Bianca e al Pentagono non sfugge che Francia, Inghilterra, Italia e Germania messi assieme spendono per il personale militare il 25 per cento in più degli stessi Stati Uniti. E` strategico per gli europei coordinare le politiche industriali e della difesa.

Il tema è da tempo in agenda: l`« operation centra» di Bruxelles, micronucleo di politica di difesa e sicurezza europea per ora limitato alle operazioni in Corno d`Africa, è stato voluto da Italia e Germania. L`Italia ha già contribuito al superamento delle divisioni tra Francia e Germania da un lato, che già quest`estate erano favorevoli a formati di comando congiunti, e l`Inghilterra, che teme una duplicazione delle strutture Nato. Adesso, ha l`ambizione di farsi protagonista della prossima sfida che si affaccerà appena superata la crisi dell`Euro: l`unificazione della politica di difesa, dopo quella economic.

 

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