Province svuotate: solo dieci eletti Abolito l’ Ente turismo, quasi dimezzati i vertici di Authority e Cnel

tratto dal Corriere della Sera del 5 dicembre 2011

Di Roberto Bagnoli

ROMA – Cura dimagrante per le Province che perderanno la giunta e il Consiglio che avrà solo un massimo di dieci componenti. Vertici più snelli, quasi dimezzati, anche per Authority e Cnel. Arrivo del SuperInps con relativo accorpamento dell’ Inpdap (dipendenti pubblici) e dell’ Enpals (spettacolo). Soppressione dell’ Enit (Ente per il turismo) e di una serie di consorzi di fiumi e laghi che confluiranno in un unico Consorzio nazionale. E poi tagli pesanti a Regioni, Province e Comuni per un totale di oltre 5 miliardi di euro. C’ è un passaggio, nelle 86 cartelle della bozza anticipata alla stampa, che si occupa anche della retribuzione di dirigenti pubblici chiamati a fare i ministri, i vice o i sottosegretari secondo il quale se viene remunerato di meno non perde i trattamenti di favore per la previdenza e la liquidazione. Sembrerebbe disegnato apposta per l’ ex direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli e l’ ex direttore generale dell’ Ambiente Corrado Clini chiamati entrambi a fare i ministri o vice.

I tempi sono abbastanza rapidi. Entro sessanta giorni i ministeri del Lavoro e del Tesoro dovranno emanare appositi decreti per l’ abolizione di Enpals e Inpdap per disporre il trasferimento dei dipendenti all’ Inps il quale ha tempo sei mesi per ridefinire la nuova pianta organica e il nuovo assetto organizzativo. A nessun dipendente verrà ridotto lo stipendio ma i risparmi da questa operazione ci dovranno essere: 20 milioni di euro nel 2012, 50 nel 2013 e 100 nel 2014. Tra gli enti soppressi figura anche l’ Eipli, l’ Ente per lo sviluppo dell’ irrigazione in Puglia e Lucania e l’ Isa, l’ istituto agroalimentare che verrà «sciolto e posto in liquidazione con le modalità previste dal codice civile».

I dipendenti dell’ Enit, della cui soppressione si parla da alcuni lustri senza che mai sia avvenuta, dovrebbero finire al ministero dello Sviluppo economico con apposite tabelle di retribuzione che saranno approvate con uno o più decreti del ministro per la Funzione pubblica. Tutti manterranno lo stesso inquadramento previdenziale di provenienza mentre invece se lo stipendio passato è superiore alle tabelle verrebbe compensato con un assegno ad personam.

Anche gli enti non soppressi avranno vita dura. Entro dieci giorni dall’ approvazione della manovra, tutti gli enti ed organismi pubblici che ricevono aiuti dallo Stato dovranno trasmettere i bilanci alle amministrazioni vigilanti e al ministero dell’ Economia. La sforbiciata per il Cnel prevede che l’ attuale numero di componenti (120 più il presidente) scenda a 66 (più il presidente e il segretario generale) al di sotto della soglia di 70 fissata dal governo Berlusconi. Per la definizione del nuovo assetto ci sarà un apposito decreto entro 30 giorni.

La ristrutturazione delle Autorità è piuttosto complessa. I componenti delle comunicazioni saranno dimezzati da 8 a 4; dei contratti pubblici da 7 a 5; dell’ energia da 5 a 3; della Consob da 5 a 3 presidente compreso; dell’ Isvap da 6 a 3 compreso il presidente; dei fondi pensione da 5 a 3; dell’ Antitrust da 5 a 3; della commissione di garanzia sullo sciopero da 9 a 5. Per tutti ci sarà il rispetto del turn over senza aumentare il numero dei dipendenti.

Lo snellimento delle Province, che dovrebbe portare complessivamente un risparmio di oltre 500 milioni di euro, occupa una cartella piuttosto fitta della manovra. Alle Province verranno riservate solo le funzioni di «indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale». Il consiglio provinciale sarà composto solo da dieci componenti eletti dai consigli elettivi (rispetto ad un massimo di 45 attuali). Verrà abolita la giunta e tutte le cariche decadranno entro il 30 novembre 2012. Le funzioni saranno trasferite entro fine aprile e il personale eccedente sarà trasferito nelle Regioni e nei Comuni. Mario Monti ieri ha precisato che, non potendo abolire le Province con una legge ordinaria, questa era l’ unica via per dare un forte segnale al costo della politica.

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