tratto da Europa del 13 dicembre 2011
Di Raffaella Cascioli
Torna la politica industriale. Riprendono le scelte sul territorio. Si riaffaccia la programmazione per il futuro lungo quattro direttrici: scuola, ferrovie, digitale e occupazione. In primo luogo al Sud. Ma non solo.
A coordinare il piano per la crescita è il ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca. Ex Bankitalia ed ex Tesoro, Barca è stato a lungo presidente del Comitato per le politiche territoriali dell’Ocse. E, soprattutto, è un keynesiano doc, un convinto sostenitore del fatto che occorre prima operare le scelte e dopo trovare i soldi.
Tuttavia, per scegliere occorre avere progetti, occorre avere idee. Non tante idee, ma le idee migliori, spiega Barca, che agisce d’intesa con il ministro per lo sviluppo Corrado Passera e con quello per l’istruzione Francesco Profumo. Il tutto avendo un’idea di futuro ben precisa secondo una scommessa che si lancia a Roma, ma deve essere vinta sul territorio.
Insomma, con il governo Monti si tenta di tornare alla programmazione fatta a Roma, che non è opposta alle regioni ma anzi scende al loro fianco per la messa a punto dei programmi di investimento.
L’obiettivo, come sempre in questi casi, è duplice: finanziare progetti a medio termine e attivare subito posti di lavoro. Se Barca ci tiene a sottolineare che non gestirà nemmeno un euro, ma si limiterà a coordinare i progetti, non c’è dubbio che il piano per la crescita conta su una ingente mole di risorse: 3 miliardi di euro che serviranno alle regioni per avere il cofinanziamento europeo, a cui si aggiungono altri 2,6 già al centro del confronto tra ministeri e regioni.
È in programma il rifinanziamento del fondo di garanzia per le imprese, la detassazione degli utili reinvestiti e lo sconto Irap fino a 15mila euro per ogni assunzione a tempo indeterminato di giovani e donne al sud. Se questi interventi puntano a muovere circa 60 miliardi di euro, è giovedì prossimo la giornata di svolta per la nuova programmazione, visto che per allora governo e regioni dovranno individuare i progetti su cui scommettere.
Insomma, il governo punta sul sud per combattere la recessione e far decollare la crescita, senza contare che Barca è intenzionato a spendere fin da subito le risorse del Fondo per l’occupazione europeo. E il motivo è presto detto: l’Unione europea – ha spiegato lo stesso ministro – rimborsa il 50% dello stipendio alle imprese che assumono lavoratori disoccupati da molto tempo, persone con un basso grado di istruzione o over 50, e ancora donne in settori dove lavorano soprattutto gli uomini.
Si tratta di circa 100 milioni di euro di risorse europee che dovrebbero poter aiutare circa 10 mila lavoratori. E proprio con le regioni in questi giorni ci sono fitti contatti tanto più che, come emerge dalla relazione presentata dal ministro Barca alle commissioni bilancio di camera e senato, il piano di Azione coesione, che sarà concordato entro dopodomani, consentirà anche una deroga al patto di stabilità interno «fino ad un plafond annuo di un miliardo per tutte le regioni italiane, per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014».
Si chiude così una fase di incertezza durata diversi anni a cui si è sommato, con l’uso indiscriminato da parte del precedente governo, anche un impoverimento dei fondi Fas regionali. Questi sono stati riprogrammati, mentre per il Fas nazionale il governo non è ancora riuscito ad avere le cifre dall’amministrazione.
Intanto, sulle ferrovie al sud il governo ha già compiuto passi in avanti: basti pensare che sabato scorso i ministri Passera e Barca – d’intesa con le regioni Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia – hanno individuato alcuni assi prioritari sulla linea Bari-Napoli e Catania-Palermo, sui nodi di Bari e Foggia, sulla tratta Cervaro-Bovino e Termoli-Chieti-Lesina.