tratto da LA STAMPA di domenica 4 dicembre 2011
Andrea Rossi
Profumo: “I ricercatori per rilanciare il Paese”
E se fossero i trentenni a cambiare il volto della nostra pubblica amministrazione? O almeno, a provarci? Di sicuro c’è che peggio di così non può andare. Secondo il World Economie Forum lo Stato italiano è il più inefficiente di tutta l’Europa a 27. Colpa dei suoi meccanismi rigidi, di una burocrazia asfissiante. Per provare a scardinarla, almeno nella sfera legata all’innovazione e alla formazione, potrebbe essere chiamata una task force di giovani ricercatori, i migliori, scelti attraverso un bando e inseriti negli ingranaggi della macchina con l’obiettivo di innovarla . Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo è intenzionato a provarci. «Ho intenzione di lanciare una “cali” rivolta ai dottori di ricerca per radunare le migliori idee, i progetti innovativi che servono al Paese per rilanciarsi».
Una decina di anni fa, in Gran Bretagna, l’allora premier laburista Tony Blair tentò qualcosa di simile: alcuni dei migliori ricercatori e pedagogisti inglesi furono reclutati per comporre uno staff capace dí sfornare una serie di proposte di rinnovamento della scuola e del sistema universitario. L’Italia del 2012 proverà a fare altrettanto. «Le istituzioni pubbliche vivono una fase di estrema difficoltà legata anche alla mancanza di competenza – spiega il ministro -.
Nel primo dopoguerra furono il centro dell’innovazione del Paese, perché dotate di competenza e strumenti capaci di far partire l’innovazione. Oggi la pubblica amministrazione, pur valendo il 17% del Pil, è un elemento di grande conservazione e su questo una riflessione va fatta. Siamo soffocati da un sistema iper protetto, iper giuridico, che non lascia spazio a nulla di competitivo e innovativo».
Lo staff che andrà a comporre la squadra di Profumo sarà composto da 20-25 persone, giovani dottori di ricerca delle università italiane, scelti attraverso un bando. Andranno a comporre una sorta di cabina di regia dentro il ministero, capace di generare idee in forma permanente, intercettando iniziative, progetti innovativi e modelli che sfuggono ai normali canali di comunicazione delle istituzioni. Lavoreranno sul web, sulle piattaforme 2.0, per poi trasferire dentro il sistema della scuola, della ricerca e dell’innovazione il bagaglio d’esperienze accumulato. «Se noi fossimo capaci di darci una regola per cui una quota parte della spesa della pubblica amministrazione fosse orientata verso prodotti pre-competitivi e innovativi – ragiona Profumo – forse potremmo creare una nuova economia che, se supportata da strumenti che consentono una quota di defiscalizzazione collegata all’innovazione e un incentivo al capitale di rischio, potrebbe offrire nuovi posti di lavoro».