Sintesi dell’intervento del Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, al dibattito con gli studenti provenienti da diverse scuole della capitale al Salone della Giustizia alla Fiera di Roma

tratto da Adnkronos del 1 dicembre 2011

SCUOLA: PROFUMO, PAESE RICONOSCA VALORE ISTITUZIONE

min profumoRoma, 1 dic.  – Il Paese Italia deve tornare a riconoscere il ruolo fondamentale dell’istruzione e il valore degli insegnanti. Lo ha evidenziato il ministro dell’Istruzione, università e ricerca Francesco Profumo che, dopo essere intervenuto ad un dibattito con gli studenti al Salone della Giustizia in corso alla Fiera di Roma passeggiando tra i vari stand, da quello delle Forze armate a quello della Finanza si e’ intrattenuto con studenti e giornalisti.

“Certo -ha evidenziato Profumo- il problema delle risorse esiste e mi auguro che troveremo una soluzione, anche al problema degli insegnanti. Ma -ha aggiunto- credo che la priorita’ in questo momento sia quella di ricreare un Paese che riconosca il valore sociale dell’istruzione e dell’insegnamento”.

L’Italia non deve sentirsi “fanalino di coda”, ma riconoscere il proprio ruolo fondante della Comunità europea. “L’Italia -ha sottolineato- non ha bisogno di riforme ma di una gestione migliore. L’Italia -ha ribadito il ministro- e’ uno dei paesi fondanti dell’Europa e che potrà far crescere l’Unione. Non dobbiamo sentirci fanalino di coda”.

Anche a proposito della scuola Profumo ha sottolineato che “bisogna far funzionare le regole che ci sono e cominciare a ragionare per una visione di una scuola più europea”.

“La scuola e’ il principale luogo in cui si insegna e si impara il rispetto delle regole”. Sottolineando il ruolo fondamentale dell’educazione alla legalità svolto dalla scuola il ministro ha evidenziato che questa ”ha tra i suoi compiti quello di far crescere persone consapevoli dei diritti e dei doveri che la cittadinanza impone. La scuola -ha evidenziato- e’ dunque l’istituzione più indicata per diffondere, fin dai primi anni, la cultura della legalità e per fondare, di conseguenza, una società della legalità. Grazie all’impegno dei docenti -ha ribadito il ministro di fronte alla platea di studenti- il mondo dell’istruzione lavora ogni giorno per educare i giovani ai valori costituzionali. Gli stessi valori che sono stati difesi dai magistrati vittime del terrorismo e delle mafie, le cui biografie il Consiglio superiore della magistratura ha riunito nella pubblicazione ‘nel loro segno’, che rappresenta per tutti noi un invito a ricordare ma anche esempio da trasmettere alle nuove generazioni”.

Il volume e’ stato infatti distribuito a tutti i ragazzi che hanno partecipato all’incontro e, ha annunciato il ministro, verrà inviato ad ogni scuola affinché diventi patrimonio di ogni biblioteca.

Da parte del paese e’ necessaria un’attenta riflessione sul problema della dispersione scolastica. Assicurando ”grande attenzione alla parte più debole della società”. Il ministro ha evidenziato che soprattutto in quelle aree del paese in cui vi e’ ”coincidenza tra povertà e impossibilità per gli studenti di raggiungere un titolo” e’ necessaria una profonda riflessione del paese.

”La scuola – ha aggiunto Profumo – e’ il luogo attraverso cui si conduce il Paese. Nella scuola si imparano le regole”. Ma, avverte, e’ necessario impararle attraverso il coinvolgimento di tutta la comunità scolastica. ”Perche’ – ha aggiunto – la scuola e’ degli studenti, ma anche dei docenti e – ha sottolineato – credo sia necessaria questa alternanza”. Secondo il ministro, infatti, in questo momento ”dobbiamo innanzitutto ascoltare i ragazzi, stabilire con loro anche un rapporto di linguaggio. Noi abbiamo un linguaggio che molte volte non e’ compreso dai ragazzi e noi non comprendiamo il loro. Quello dell’eloquio – ha proseguito – e’ il primo elemento. Il modo di comunicare – ha concluso – non e’ solo la parola”, ma comprende altri tipi di linguaggio.

Convinto della necessità di creare un paese ”che abbia al centro i giovani e il loro modo non tradizionale di dirci le cose” il ministro ha concluso ribadendo ”che il Paese potrà rinascere solo se noi sapremo ascoltare”.

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