tratto da La Repubblica del 5 dicembre 2011
di Silvio Buzzanca
PROVINCE SENZA GIUNTA, SOLO MINI-CONSIGLI DIMEZZATI I MEMBRI DELLE AUTHORITY
Cariche elettive a titolo gratuito negli organi di rappresentanza come circoscrizioni e comunità montane. Primo segnale per snellire l’apparato istituzionale.
ROMA – “Le Province non possiamo abolirle perché ci vuole una legge costituzionale, ma abbiamo pensato di riorganizzarle. Taglieremo le spese per compiti che sono già svolti da altri enti territoriali”. Mario Monti presenta così il capitolo della manovra che riguarda gli enti locali. E aggiunge che il governo ha previsto anche tagli alle 8 Autorità indipendenti, dove si passa da 50 commissari a 28 e la soppressione di Enpals e Inpdap. Così dopo il balletto estivo sulle soppressione delle Province, protagonista il leghista Roberto Calderoli, il governo prende il toro per le corna.
L’ex ministro della Semplificazione in estate annunciò un primo taglio che si rivelò un bluff, un secondo rimasto al palo e alla fine presentò un disegno di legge costituzionale. Ora Monti annuncia: “Non abbiamo il potere di cancellare le Province, ma asseconderemo iniziative legislative costituzionali in questo senso”. Il premier ricorda che le Province non possono sparire se non si modifica la Costituzione.
Tuttavia il governo vuole dare un segnale politico, una risposta alla domanda di tagli ai costi della politica. Allora, annuncia Monti, “i consigli provinciali avranno solo dieci componenti, eletti dai consigli comunali; vengono dunque eliminate le giunte provinciali con un considerevole taglio dei consiglieri”. Monti aggiunge che si “stabilisce anche il principio della gratuità delle cariche elettive negli organi territoriali non previste
nelle Costituzione che si considerano a titolo onorifico”. Immediata la reazione dell’Unione delle province italiane. Il presidente Giuseppe Castiglione dice: “Il provvedimento, nei termini in cui lo ha illustrato il presidente Monti, è palesemente anticostituzionale. Facciamo appello al presidente della Repubblica, perché vigili attentamente, prima di firmarlo, sul rispetto della Costituzione vigente”.
PROVINCE
Consiglieri nominati dai Comuni
Le province italiane sono 107 e negli ultimi anni sono state oggetto di diversi provvedimenti legislativi. Nel 2001, per esempio, era stato varato un provvedimento che doveva “tagliare” gli attuali 3246 consiglieri. I consigli provinciali avevano già un numero di componenti diversi che dipendeva dal numero di abitanti. Adesso il governo Monti pensa di cancellare del tutto le giunte provinciali e si presume che sul versante esecutivo rimanga solo il presidente della provincia.
Il numero dei consiglieri scende a dieci, non più eletti, ma nominati dai consigli comunali. Inoltre il presidente del Consiglio ha annunciato che le Province perdono le competenze, e i soldi, che fino ad oggi gestivano per attività che vengono esercitate anche da Regioni e comuni. I risparmi però difficili da quantificare. I dipendenti delle province sono 61 e non saranno licenziati, ma solo spostati alle Regioni o ai Comuni. Il costo totale delle amministrazioni provinciali si aggira sui 12 miliardi di euro, ma le valutazioni sui risparmi non è certo: si va dai 35 milioni di euro ai 2 miliardi per la scomparsa di sole 29 province.
ENTI LOCALI
Alt a emolumenti per le cariche nei consigli di quartiere
Nel suo lungo intervento di illustrazione della manovra il presidente del Consiglio ha anche detto che, oltre al taglio di giunte e consiglieri provinciali si “stabilisce anche il principio della gratuità delle cariche elettive negli organi territoriali non previste nelle Costituzione che si considerano a titolo onorifico”.
Dunque dovrebbero sparire i gettoni di presenza per tutti coloro che sono stati eletti nei consigli circorscrizionali e nelle giunte che reggono questo organismo.
Il richiamo alla presenza in Costituzione degli organi territoriali fa pensare che restano fuori da queste previsioni Regioni, province, comuni e città metropolitano che sono menzionate nell’articolo 114. La norma potrebbe invece interessare altri organismo come le Comunità montane, le Autorità di bacino e cose simili.
PREVIDENZA
Enpals e Inpdap saranno assorbiti da un grande Inps
Uno dei provvedimenti annunciati da Mario Monti tesi a contenere i costi della politica e dell´amministrazione pubblica riguarda la soppressione dell´autonomia dell´Enpals e dell´Inpdap, che sono destinati a finire nel grande calderone del “Super-Inps”. L´Enpals è l´Ente nazionale di previdenza e assistenza per i i lavoratori dello spettacolo, mentre l´Inpdap svolge lo stesso ruolo per i dipendenti della pubblica amministrazione.
La soppressione dei due enti è un tassello del passaggio di tutto il sistema previdenza al sistema contributivo e dovrebbe generare più efficienza e risparmi nella gestione. Il taglio dei costi previsti è infatti di almeno 20 milioni di euro per il prossimo anno, 50 milioni di euro nel 2013 e addirittura di 110 milioni nel 2014. I dipendenti dei due enti soppressi verranno assorbiti tutti dall´Inps. Infine si prevede che gli attuali due direttori generali vedranno trasformati i loro posti in «altrettanti posti di livello dirigenziale generale dell´Inps, con conseguente aumento della dotazione organica dell´Istituto incorporante».
AUTHORITY
Agcom e Antitrust tutti i “vigilantes” costretti alla dieta
La scure di Monti e del suo governo si abbatte anche sulle otto autorità di garanzia che attualmente vigilano su altrettanti settori della vita economico-politica del paese. Oggi questi organismo hanno in totale 50 commissari compresi i presidenti. Il nuovo governo ha deciso che questo numero deve scendere a poco più della metà: 28. Le autorità interessate sono: l’Agcom che passa da 8 commissari a 4; l’autorità che vigila sui contratti pubblici che scende da 7 a 5; l’autorità per l’energia elettrica e il gas che passa da 5 a 3 commissari; stessa sorte è prevista per i commissari dell’Antitrust e per quelli della Consob. Perdono commissari anche l’Isvap, l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni che passa da 6 a 3, la Commissione per la vigilanza sui fondi pensione che viene ridotto da 5 a 3. E ancora passano da 5 a 3 i componenti della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche e da 9 a 5 quelli della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.