La Ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, è intervenuta in Commissione Lavoro alla Camera dei deputati in merito all’indagine conoscitiva sul riordino del sistema della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria dopo la riforma del Jobs act, illustrando alcuni dati relativi all’attività di vigilanza compiuta nel primo semestre del 2019.
Il tasso delle irregolarità riscontrate presso le imprese controllate è salito del 3% (dal 69 al 72% dei casi), ha riportato la Catalfo, così come è aumentato del 7,7% il numero delle posizioni lavorative risultate irregolari (da 77.222 del primo semestre 2018 a 83.191 attuali).
In crescita del 14% (da 20.398 a 23.300) è anche il numero dei lavoratori “in nero” accertati. In aumento sono anche i recuperi contributivi risultanti dall’attività di vigilanza previdenziale e assicurativa, che nel primo semestre del 2019 sono stati pari a 530 milioni (+43% rispetto ai 351 milioni del corrispondente primo semestre del 2018), ha ancora sottolineato Catalfo.
La circostanza per cui nel 2018 l’indice di irregolarità delle aziende ispezionate è stato pari al 70%, ovvero 5 punti percentuali in più rispetto al 2017 (65%) e 3 punti percentuali in più nel raffronto tra il primo semestre 2018 (69%) e il primo semestre 2019 (72%), «è indicativa di un importante miglioramento dell’attività di intelligence», ha aggiunto il ministro.
«Occorre evidenziare che le diverse finalità degli accertamenti – lavoristico, previdenziale/assicurativo e prevenzionistico – sono rimaste in capo al personale ispettivo di diversa provenienza in quanto dotato della specifica professionalità necessaria. In altri termini, sebbene il corpo ispettivo ex ministero del Lavoro, Inps e Inail, sia oggi dotato dei medesimi poteri, allo stesso non è mai stato richiesto di svolgere accertamenti al di fuori di quelle che sono le competenze già acquisite».
La Ministra ha ricordato anche che: «al personale di provenienza ministeriale sono assegnati compiti di vigilanza lavoristica così come al personale degli Istituti sono assegnati compiti di vigilanza specificatamente previdenziale e assicurativa. Nelle ipotesi in cui siano necessari accertamenti di diversa natura, gli stessi sono effettuati da squadre ‘miste’, composte da personale ispettivo di diversa provenienza. La permanenza di tali distinzioni all’interno dell’Ispettorato, se da un lato può costituire un valore aggiunto in quanto consente sinergie destinate al raggiungimento di obiettivi comuni, dall’altro suggerisce la necessità di un progressivo ampliamento delle professionalità da realizzare attraverso percorsi formativi mirati per tutto il personale. L’obiettivo è quello di migliorare le professionalità di ciascuno mediante l’acquisizione di un più ampio spettro di competenze e di consentire a tutto il personale ispettivo un’ottimale gestione dei diversi profili che possono rinvenirsi nel corso degli accertamenti».
La Catalfo ha infine proposto che: «tra i primi interventi da dover compiere nella prospettiva della razionalizzazione e della semplificazione dell’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale vi è senz’altro quello dell’interoperabilità delle banche dati dei vari Istituti. L’effettiva condivisione dei database e di tutte le informazioni sulle aziende ispezionate e da ispezionare rappresenta condizione necessaria di una piena valorizzazione dell’attività ispettiva».