Associazione studi giuridici sull’immigrazione: ius culturae o ius soli

Durante i lavori dela Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati sulle proposte di legge sullo ius culturae e lo ius soli, si è svolta l’audizione di Paolo Bonetti del Consiglio direttivo dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione.

«Per quanto riguarda la doppia cittadinanza, si propone che», nel futuro testo base della proposta di legge sullo ius culturae e lo ius soli, «sia prevista l’autorizzazione alla ratifica della Convenzione europea sulla cittadinanza del 1997, promossa dal Consiglio d’Europa, che prima di questa legge non era ancora ratificata. Si propone dunque che, collegata a queste norme, ve ne sia una che autorizzi alla ratifica del presidente della Repubblica». La Convenzione – aggiunge – «stabilisce un insieme di principi e di regole che riguardano gli aspetti della nazionalità. Essa tende a facilitare l’acquisizione della nazionalità e la reintegrazione nella nazionalità d’origine, a limitare le possibilità di perdita della nazionalità ed ad impedire il ritiro arbitrario della nazionalità, a garantire che le richieste legate alla nazionalità potranno essere oggetto di un ricorso amministrativo o giudiziario conformemente alla sua legislazione interna».

«Per quanto attiene al riacquisto della cittadinanza, si rileva una difficoltà logistica derivante dalle leggi sul soggiorno di coloro che intendano riacquistare la cittadinanza. Le leggi sulla cittadinanza hanno infatti sempre tralasciato l’aspetto per cui colui che richiede la cittadinanza italiana non ha diritto a un soggiorno, se non dopo aver presentato la domanda di cittadinanza» ha proseguito il delegato Asgi. «Si chiede pertanto l’introduzione di un’apposita norma per garantire un soggiorno – seppur ad altro titolo – a colui che abbia fatto richiesta di riconoscimento di cittadinanza».,

Inoltre Bonetti ha evidenziato che: «per i casi di concessione della cittadinanza per lunga residenza basterebbe ridurre i termini a 8 anni per i titolari di passaporto Ue per soggiornanti di lungo periodo, consentendo di presentare la domanda 2 anni prima di tale termine, come fa oggi la legge tedesca, e riportando a 2 anni il termine per il completamento del procedimento amministrativo, che invece oggi» il primo decreto Sicurezza «ha ampliato in termini irragionevoli a 4 anni».

«Un’altra questione è stata posta all’attenzione dal ministro dell’Interno con una circolare del gennaio 2007, che dovrebbe essere definitivamente incorporata nella legge. Mi riferisco al caso in cui lo straniero maggiorenne – fino a questa interpretazione – non acquistava di diritto la cittadinanza italiana per effetto del passaggio in giudicato di una sentenza di adozione di minore straniero ottenuta da parte del genitore italiano che ne avesse fatto richiesta quando era minore. Se questo caso fosse definitivamente consacrato in un testo legislativo, eviteremmo per il futuro una serie di questioni».

«Occorre in ogni caso che la nuova legge abroghi» la norma del primo decreto legge Sicurezza «che prevede la revoca della cittadinanza per chi dopo l’ottenimento o la concessione della cittadinanza italiana sia stato definitivamente condannato per taluni gravi delitti», ha concluso Paolo Bonetti.

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