Le Commissioni Riunite Affari Costituzionali e Lavoro della Camera dei deputati hanno svolto l’audizione del Ministro per la pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, sulle linee programmatiche del suo Dicastero.
Nel suo intervento il Ministro Fabiana Dadone ha messo in evidenza: «la condizione di grave criticità e problematicità» in cui versa la pubblica amministrazione, condizione «cui la politica ha spesso contribuito, permettendo che si innestasse nell’immaginario collettivo una idea dell’amministrazione pubblica sgangherata, inefficace, colabrodo. Purtroppo questa idea è stata rafforzata anche da chi lavorando nelle stesse amministrazioni pubbliche, privato della necessaria valorizzazione e convinzione, si è lasciato andare a pratiche e comportamenti censurabili. Questo circolo vizioso ha condotto da ultimo alla consacrazione dell’immagine dei dipendenti pubblici come fannulloni, furbetti, incompetenti; ampliando il divario tra cittadini e PA».
Dadone ha sottolineato, per contro, il valore delle tante eccellenze nella macchina dello Stato. E ha spiegato: «Se un dipendente pubblico non rispetta le regole allora va sanzionato e anche duramente, in proporzione alla violazione, ma al pari se un dipendente è valido e lavora bene allora va valorizzato, supportato, anche con investimenti per la crescita professionale e non meramente con una somma di denaro in più in busta paga».
Il Ministro ha aggiunto: «Formare, specializzare, offrire competenze ampie e trasversali, permettere ai dirigenti di saper essere anche manager e ai dipendenti di saper essere anche tecnici, esperti, competenti, al passo con i tempi. Ricorrere alla leva universitaria e scolastica per rendere la PA una meta appetibile per i giovani».
E ha proseguito: «Dobbiamo puntare ad una PA alleata, snella, aperta e farlo ripartendo dalle persone e dalla organizzazione del lavoro. Il blocco del turn-over ha prodotto una riduzione del numero di dipendenti pubblici e un significativo incremento della loro età media. A ciò si è aggiunta una evidente marginalità degli investimenti in formazione. Per tali ragioni l’obiettivo prefissato è quello di ripartire dalle persone».
Serve dunque «un piano di assunzioni mirate per attrarre i talenti e selezionare i profili migliori formati dalle università e con la preparazione più adeguata alle esigenze di cittadini e imprese. Implementare un sistema di profilazione alla base del quale orientare le selezioni con specifiche competenze professionali per superare le categorie e figure lavorative ormai obsolete. Sviluppare inoltre il possesso delle cosiddette soft skill e delle competenze digitali», ha chiarito Dadone.
Il Ministro ha poi proseguito con l’elenco: «Più concorsi pubblici diretti anzitutto ai giovani che si sono distinti nel percorso universitario; programmazione con cadenza annuale del corso-concorso per la dirigenza gestito dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione; avvio e implementazione del Portale unico dei concorsi; formazione continua on the job per contrastare l’obsolescenza professionale e accrescere la professionalità; potenziamento della formazione in e-learning; motivazione e valorizzazione dei dipendenti pubblici, attraverso il miglioramento del benessere organizzativo; un nuovo approccio alla valutazione, intesa come strumento manageriale di gestione delle risorse umane».
E quindi: «Un ripensamento della valutazione delle performance; contrastare l’assenteismo, non solo in termini sanzionatori; spingere verso il benessere organizzativo con l’adozione di modelli organizzativi caratterizzati dal c.d. smart working al fine di promuovere una maggiore conciliazione dei tempi di vita privata e di lavoro; legare fortemente la prestazione resa in modalità agile ad obiettivi prestabiliti e raggiungibili ed investire in tecnologia ed in formazione».
Per Dadone «serve un “nuovo patto” tra amministrazione e cittadini fondato su relazioni collaborative, biunivoche. Bisogna migliorare la qualità delle attività e dei servizi pubblici, avvicinandoli ai reali bisogni dei cittadini grazie alle loro idee e suggerimenti. A tal fine sono state pubblicate le Linee guida sulla valutazione partecipativa. È necessario promuovere i processi di innovazione amministrativa; mobilitare risorse e capitale sociale presenti sul territorio, attivando processi di cittadinanza attiva, responsabilizzando e motivando i cittadini per rafforzare la coesione sociale e il senso di appartenenza alla collettività».
Il ministro Dadone ha proseguito affermando che particolare attenzione è rivolta al tema delicato e imminente del rinnovo del contratto nazionale per il triennio 2019-2021.
Con riguardo, infine, alle funzioni in materia di semplificazione amministrativa e normativa la Dadone ha chiuso: «Lasciatemi sottolineare che questo rappresenta il fulcro del rilancio non solo del sistema dell’amministrazione pubblica, ma dell’intero sistema Paese».