Lavoratore dipendente, 39 anni di anzianità in attesa fino al 2015

Tratto da il Corriere della Sera del 5 dicembre 2011
Di Comegna Domenico

Quarant’ anni di lavoro non bastano più. È caduto uno degli ultimi tabù del sistema previdenziale. Fino a qualche anno fa, per chi iniziava a lavorare molto giovane, questo era il massimo della carriera professionale. Da un po’ di tempo non è più così, e la manovra dell’ estate scorsa aveva ulteriormente spostato in avanti la soglia, che nel 2014 sarebbe arrivata di fatto a 41 anni e 3 mesi e anche di più per i lavoratori autonomi.

Non si trattava però, è bene dirlo, del diritto alla pensione di anzianità, che era rimasto fissato a 40 annualità, indipendentemente dall’ età anagrafica. Non era stato messo in discussione neppure dal meccanismo che lega le pensioni all’ aspettativa di vita: di triennio in triennio verranno incrementati i vari limiti di età, ma non il tetto dei 40 anni. Nel 2012, invece, per pensionarsi in maniera anticipata occorre un minimo di 42 e un mese; nel 2013 ci vogliono 42 anni e 3 mesi. Dal 2014 in poi saranno richiesti 42 anni e 3 mesi. Per le donne i limiti sono, rispettivamente, di 41 anni e un mese, 41 e 2 mesi, 42 e tre mesi. Questo significa che un lavoratore con 39 anni di lavoro alle spalle, alla data del 31 dicembre 2011, che contava di raggiungere i 40 anni nel 2012 e incassare la pensione nel 2013 (dopo un anno e due mesi) ora dovrà aspettare il mese di aprile del 2015. Non solo, ma se la sua età nel 2015 è inferiore ai limiti di età previsti, il trattamento che riceverà dall’ Inps sarà ridotto nella misura del 2% per ogni anno di anticipo. D. Co. RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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