Tratto da IL SOLE 24 ORE di Venerdì 18 novembre 2011
La «231» si allarga ai reati ambientali. Dal 16 agosto, infatti, il Dlgs 121/2011 ha introdotto super-multe per le società coinvolte in eco-reati e messo nel mirino il settore dei rifiuti, quello maggiormente interessato dalle novità. Per il traffico illecito di rifiuti si può arrivare a pagare fino a 774mila euro con il corollario dell’interdizione definitiva a contrattare con la Pa. Ma oltre a quelli ambientali, molteplici sono gli illeciti che fanno scattare la «231».
Reati societari. Più comuni sono le false comunicazioni sociali. È il caso in cui gli amministratori, i direttori generali o i dirigenti che curano la redazione dei documenti contabili espongono nei bilanci, nelle relazioni e altre comunicazioni sociali fatti non rispondenti al vero per ingannare i soci o il pubblico e conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto.
Lo stesso si può verificare quando vengono taciute informazioni sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria per indurre in errore gli stessi soci o il pubblico.
Altra ipotesi le operazioni pregiudizievoli per i creditori (come, nel caso di riduzioni del capitale sociale, fusioni e scissioni) o di illecita influenza sull’assemblea, che si realizza con la determinazione della maggioranza mediante atti simulati o fraudolenti per trarne un ingiusto profitto. – Lavoro. In questo campo, i reati legati agli incidenti: omicidio colposo e lesioni gravi o gravissime in violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. La sanzione arriva fino a 1,5 milioni di euro se l’omicidio colposo avviene in violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro.
– Riciclaggio. Nell’ambito di questa categoria, imprese e società possono essere chiamate a rispondere in caso di reati di ricettazione, riciclaggio e di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza pubblica.