La riforma forense deve andare avanti

PierluigiMantini Pierluigi Mantini, parlamentare Udc, intervistato dal Consiglio Nazionale Forense, dichiara: «approviamo la riforma forense subito con le sole modifiche necessarie che tengano conto della specificità dell’avvocatura ma anche della riforma delle professioni. Dopo penseremo agli altri importanti temi che riguardano l’Avvocatura».

Pierluigi Mantini, responsabile Udc per le professioni, spiega la linea che il gruppo parlamentatre dell’Unione di Centro per l’Italia terrà alla Camera dei Deputati.

«Su riserva, parametri e società tra professionisti bisogna trovare una mediazione. 

Occorre mantenere l’equilibrio tra la necessaria coerenza del testo con il recente intervento sulle professioni e la specificità dell’avvocatura. La funzione di avvocato, soprattutto quella nell’ambito della giurisdizione, è di rango costituzionale: l’avvocato è parte necessaria del processo e strumento per la tutela dei diritti dei cittadini». 

Da questa premessa, scandisce Pierluigi Mantini, che per l’Udc seguirà da vicino in aula a Montecitorio la riforma, deriva la conseguenza, valida per tutti i protagonisti di questa vicenda, che «il dialogo è utile e produttivo: le soluzioni sono a portata di mano».

Che probabilità ha il testo in aula di essere approvato così com’è?
L’Udc è fortemente motivato a concludere l’esame di questa riforma, necessaria perché la legge attuale è figlia di un’altra epoca. L’impianto di fondo è frutto di un buon lavoro. Restano i punti sollevati dal Governo..

Ma il Parlamento è autonomo…
E’ necessario mantenere una coerenza con la riforma delle professioni, pur riconoscendo la specificità della funzione dell’avvocato. I punti controversi sui quali è possibile trovare una soluzione utile sono quattro.

La riserva di consulenza legale?
Risposta. E’ uno di questi. Il governo contesta la riserva assoluta. Allora potremmo prevedere una riserva relativa, limitata alle materie di natura processuale. D’altronde se la funzione giurisdizionale è riservata agli avvocati, deve esserlo anche la consulenza relativa al processo. Viceversa, una riserva assoluta è contraria alla giurisprudenza comunitaria e alla realtà interdisciplinare dei tempi.

Qual è il secondo punto?
La vexata quaestio dei parametri. Si devono varare dei correttivi poiché, come ha riconosciuto lo stesso ministro guardasigilli, il decreto di agosto presenta alcune incongruenze; basti pensare ai decreti ingiuntivi o alle cause di rilevante valore.

Il Governo chiede di eliminare anche la possibilità per gli Ordini di fare riferimento ai parametri. Che ne pensa?
Per me la funzione consultiva degli Ordini può rimanere purché si garantisca la terzietà delle valutazioni anche con apporto di soggetti esterni. Poi c’è la questione delle società. Sono stati fatti passi avanti rispetto alla norma iniziale del precedente Governo, che prevedeva il socio di capitale anche al 100%. Forse si potrebbe prevedere l’esclusione di soci di capitale nelle società professionali che svolgono solo attività giudiziale. Infine, occorrerà una soluzione più avanzata sul tema specializzazioni.

Il ministro sembra voler ampliare il campo di discussione ad altre materie…
Naturalmente i temi dell’avvocatura, che è una grande risorsa per la tutela dei diritti dei cittadini e per la competitività, meritano altri interventi. Ma è bene fare un passo alla volta.

 

Leggi l’intervista pubblicata sul sito del Consiglio Nazionale Forense

 

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