Tra i provvedimenti presenti nel testo gli incentivi nella Pa: i dirigenti dovranno analizzare le prestazioni dei dipendenti per premiarne uno su dieci
1. Pubblico impiego sotto esame
Tasse universitarie, prescrizioni dei farmaci e tagli alle Spa pubbliche sono le novità che hanno contrassegnato il rush finale dell’esame a Palazzo Madama. Ma particolarmente intenso è stato tutto il lavoro svolto nelle ultime due settimane in Commissione Bilancio, dove sono stati numerosi gli interventi di modifica al testo del Governo.
A partire dall’aumento dell’addizionale regionale Irpef nelle otto Regioni in disavanzo sanitario, fino al tetto per gli stipendi dei manager delle società non quotate partecipate dallo Stato. O come la mancata deroga al taglio delle province e il salvataggio di Covip, del Centro sperimentale di cinematografia e della Cineteca nazionale.
Modifiche che, come ha sottolineato ieri il ministro della Cooperazione e l’Integrazione, Andrea Riccardi, «non mettono in discussione l’architettura fondamentale del provvedimento». Il decreto, che entra ora nella sua complessa fase attuativa era nato con l’obiettivo primario di scongiurare l’aumento delle due aliquote principali dell’Iva del 10 e del 21% garantendo minori spese per 3,7 miliardi quest’anno, 10,23 l’anno venturo e 11,17 miliardi nel 2014. A questo obiettivo s’è aggiunto l’intervento per la salvaguardia di una seconda platea di esodati (55mila con una maggiore spesa prevista nei prossimi sette anni di 4,1 miliardi) e gli stanziamenti per la ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto in Emilia. Norme non previste nel primo disegno del decreto alle quali, come detto, si sono poi aggiunti gli interventi di riordino delle province, che verranno dimezzate, il decreto dismissioni (con il trasferimento alla Cassa depositi e prestiti di Sace, Simest e Fintecna), il riordino delle Agenzie fiscali e, altro provvedimento aggiunto, l’intervento straordinario del ministero dell’Economia per il rafforzamento patrimoniale del Monte del Paschi di Siena (3,9 miliardi).
L’ultima novità inserita dal Senato e accompagnata da forti polemiche riguarda la prescrizione dei farmaci. Nella versione finale inserita dal Governo nel maxiemendamento e frutto della mediazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, si dà formalmente facoltà al medico di indicare nella ricetta il nome del principio attivo e non del farmaco di marca. La prescrizione diventa vincolante se questa è motivata dal medico. Tra le altre novità inserite in Commissione vanno invece segnalati i tagli ai posti letto su cui si lasciano maggiori spazi di manovra alle Regioni. Come detto, poi, le otto regioni in disavanzo (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia , Calabria, Sicilia) potranno anticipare già dal 2013 la maggiorazione dell’addizionale regionale all’Irpef dallo 0,5 all’1,1 per cento.
Doppia novità in arrivo per gli studenti universitari. Per quelli fuori corso il Governo conferma l’aumento progressivo delle tasse universitarie in base all’indicatore Isee: 25% per un Isee superiore ai 90mila euro, del 50% fino a 150mila euro. Oltre questa soglia le tasse raddoppiano. Per i meno abbienti (Isee fino a 40mila euro) e in regola con il programma di studio, invece, gli aumenti per un triennio non potranno essere superiori all’inflazione.
Altri, ultimissimi, ritocchi sono arrivati nel “pacchetto pubblico impiego” con lo slittamento dei tempi per la riduzione degli organici all’Interno, la Farnesina e la Difesa, mentre sulla gestione degli esuberi è stato aggiornato il quadro regolatorio delle relazioni sindacali, prevedendo l’esame congiunto sulle scelte dei singoli contratti (ma non sulla riorganizzazione degli uffici). Ritorna anche la premialità, con nuovi obblighi di valutazione delle performance di dirigenti e dipendenti sulla base delle quali verranno assegnati i trattamenti accessori. Se ci saranno le risorse prima del rinnovo dei contratti (2015), non meno del 10% del personale di ogni amministrazione potrà ricevere un trattamento aggiuntivo superiore a quello di tutti gli altri del 10-30 per cento. E ancora, stipendi non oltre i 300mila euro per i manager e i dipendenti di aziende partecipate dallo Stato non quotate. Non sfugge all’applicazione del limite la Rai, anche se la stretta non sarà operativa per l’attuale Cda.
2. Comuni
È ridisegnata la rete delle competenze nei Comuni fino a 5mila abitanti. Per loro il decreto sulla revisione di spesa, riprendendo e correggendo una regola rimasta inattuata della manovra-bis dello scorso anno, prevede la gestione associata di tutte le funzioni fondamentali entro il 2014 (ne sono elencate 10), con un assaggio di almeno tre funzioni già dal prossimo 1° gennaio. Si va dalla organizzazione generale dell’amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controlli, fino ai compiti in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi elettorali e statistici.
3. Pubblico impiego
Per gestire le procedure di mobilità collettiva che si apriranno nei ministeri e negli enti pubblici dopo il taglio delle dotazioni organiche si prevede l’esame congiunto con le organizzazioni sindacali, anche se per le riorganizzazioni di apparati e uffici resta la semplice comunicazione. Secondo le prime stime dovrebbero essere circa 11mila gli addetti che finiranno in sovrannumero (13mila negli enti territoriali). La procedura scatterà con i Dpcm da varare entro fine ottobre, ma per Viminale, Farnesina e Difesa i termini sono più lunghi. Esclusi dal riordino Carabinieri, GdF, Capitanerie di porto e Polizia penitenziaria.
4. Esodati
Costerà 4,14 miliardi la salvaguardia di altri 55mila lavoratori dagli effetti della riforma delle pensioni. La maggiore spesa previdenziale sarà spalmata nel settennio 2014-2020, quando gli esodati indicati dal ministro il 16 giugno scorso come “ulteriore platea” rispetto ai primi 65mila, passeranno dalla cassa integrazione o dalla mobilità alla pensione. Non è passato il tentativo di aggiungere altri 2mila lavoratori con un emendamento in Commissione. Via libera invece al pensionamento anticipato di circa 3.500 docenti che matureranno i vecchi requisiti entro fine agosto. Andranno in pensione il 1° settembre 2013.
5. Enti locali
Le Province saranno «riordinate», in modo da avere solo enti con almeno 350mila abitanti e un territorio di 2.500 chilometri quadrati. Entro ottobre, quindi, bisognerà dire addio a circa la metà delle attuali 107 amministrazioni. Niente da fare per il tentativo in extremis di togliere da sotto la scure le Province di Terni, Isernia e Matera.
Tutto il comparto delle autonomie locali, inoltre, dovrà subire una stretta sui vincoli del patto di stabilità pari a 2,3 miliardi di euro nel 2012 e 5,2 miliardi di euro l’anno prossimo. Anche se le Province avranno per il 2012 un contributo di 100 milioni per ridurre il debito.
6. Terremoto
Finanziamenti agevolati fino a 6 miliardi di euro per i danni a case e imprese dei territori dell’Emilia-Romagna colpiti, a fine maggio, dal terremoto. La norma è stata inserita nel decreto sulla revisione della spesa pubblica, a seguito di un emendamento inserito in commissione al Senato. Un altro emendamento, invece, ha stabilito che i comuni terremotati potranno assumere, con contratti di lavoro flessibile, 170 addetti senza oneri per i comuni stessi e al di fuori dei vincoli del patto di stabilità. Inoltre, sono stati stanziati 23 milioni per i comuni colpiti dal sisma del 2009 in Abruzzo
Terremoto
7. Acquisti beni servizi
Le amministrazioni pubbliche potranno effettuare i loro approvvigionamenti di energia, gas, carburanti e telefonia al di fuori delle convenzioni Consip (che consentono risparmi notevoli grazie agli acquisti centralizzati), ma solo a condizione che che siano previsti corrispettivi inferiori a quelle indicate in queste ultimi. Restano in vita anche i contratti non conformi al metodo Consip firmati prima dell’entrata in vigore del decreto di conversione. Lo stop, in alte parole, non sarà retroattivo, come invece previsto nella prima stesura.
8. Dismissioni
La Cassa depositi e prestiti avrà il diritto di opzione sull’acquisto delle partecipazioni dello Stato in Fintecna, Sace e Simest. Entro 60 giorni il ministero dell’Economia dovrà fissare con Dm il valore del trasferimento. C’è poi una parte dedicata agli immobili. Il Mef dovrà costituire una Sgr che gestirà uno o più fondi per la loro valorizzazione. La Sgr partirà con un primo nucleo di circa 350 beni dal valore di 1,5 miliardi scelti dall’Agenzia del Demanio. Dopodiché toccherà alle Pa centrali e locali scegliere i cespiti da dismettere. Per ogni bene conferito quelle locali avranno il 70% in quote del Fondo e il 30% cash.
9. Affitti pubblici
Dal 1° gennaio 2015 scatta la norma che prevede una rideterminazione, con un taglio del 15%, del canone di locazione pagato dalla pubblica amministrazione per immobili ad uso istituzionale. La riduzione si inserisce automaticamente nei contratti. Il rinnovo del rapporto di locazione è consentito solo in presenza delle seguenti condizioni: disponibilità delle risorse finanziarie necessarie per il pagamento dei canoni, degli oneri e dei costi d’uso, per il periodo di durata del contratto di locazione; permanenza per le Amministrazioni delle Stato delle esigenze locative in relazione ai fabbisogni espressi agli esiti dei piani di razionalizzazione.
10. Agenzie fiscali
I monopoli di Stato saranno incorporata nell’agenzia delle Dogane e l’agenzia del Territorio in quella delle Entrate. Il tutto dovrà avvenire entro il 1° dicembre 2012, ma il ministero dell’Economia avrà tempo fino al 31 dicembre per trasferire le risorse umane, strumentali e finanziarie. Allo stesso tempo, però, è introdotta la possibilità di prevedere posizioni non dirigenziali nelle agenzie fiscali, per assicurare la funzionalità nel dopo riordino. Si aprono le porte per un massimo di 380 unità di personale della terza area con almeno 5 anni nella stessa area. Queste «promozioni» non potranno comunque costare più di 13,8 milioni di euro.
11. Università
Per gli studenti universitari in regola con gli studi, con indicatore Isee (che misura il reddito e il patrimonio familiare) inferiore a 40mila euro, viene fissato il divieto dal 2013/2014, e per tre anni, di far crescere le tasse universitarie più dell’indice Istat dell’inflazione. Gli atenei invece potranno prevedere delle super-tasse per gli studenti fuori corso: se l’Isee non supera i 90mila euro, le tasse aggiuntive non potranno andare oltre il 25% della contribuzione chiesta a chi è in regola con i tempi, per chi ha un indicatore fra 90.001 e 150mila euro il rincaro possibile è del 50%, mentre nei confronti di chi supera questa soglia si potrà arrivare al raddoppio.
12. Ministeri
Dal 2013 ci sarà un taglio alle spese di funzionamento dei ministeri, spalmato su tre anni. Il valore sarà di 1,5 miliardi all’anno, per un totale di circa 4,5 miliardi. Il contributo maggiore lo offrirà il ministero dell’Economia che dovrà ridurre i costi di tutte le sue strutture di 615,3 milioni per l’anno prossimo e di 662,3 milioni per il 2014. Segue la Difesa, con tagli che andranno dai 203 milioni del prossimo anno ai 256 del 2015. Prevista subito una riduzione delle spese per beni e servizi, pari a 121 milioni nel 2012. Mentre il taglio sarà di 615 milioni nel 2013 e nel 2014. In questo caso a pagare di più è il ministero della Giustizia.
13. Vigilanza
Addio all’Isvap, l’istituto che vigila sulle assicurazioni. Le sue funzioni saranno trasferite a un nuovo ente, l’Ivass, la cui governance rientrerà nell’ambito della Banca d’Italia. Resta in vita invece la Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, che in un primo momento doveva essere cancellata insieme all’Isvap. Per quel che riguarda la Banca d’Italia, anche Palazzo Koch dovrà tener conto delle norme sulla spending review che prevedono risparmi su auto blu, buoni pasto, ferie e permessi, consulenze esterne e canoni di locazione degli uffici.
14. Servizi pubblici locali
Regioni, Province e Comuni dovranno ridurre del 20% la spesa di gestione dei propri enti strumentali e agenzie, pena la loro soppressione o accorpamento. Per le società pubbliche in house (quelle che erogano servizi alla Pa), ci saranno soppressioni selettive e non automatiche. L’obbligo di essere alienate o sciolte entro la fine del 2013 non varrà per le società di servizi di interesse generale, anche aventi rilevanza economica, e quelle che svolgono prevalentemente compiti di centrali di committenza. Salve anche tutte le società finanziarie regionali e quelle che gestiscono banche dati per ottenere fondi Ue e per la tutela della privacy.
15. Sanità
Possibilità di applicare una super addizionale Irpef che salirebbe dallo 0,5 all’1,1% nelle Regioni in piano di rientro dal deficit sanitario. E addio a circa 15mila posti letto negli ospedali, a migliaia di reparti doppione e ad almeno un migliaio di primariati: è la cura per gli ospedali pubblici, che dovranno perdere almeno il 50% dei letti con i piccoli ospedali che finiranno ufficialmente sotto check. E ancora: revisione al ribasso dei contratti per beni e servizi fino alla loro disdetta, tetto ridotto per i dispositivi medici, revisione delle tariffe per le case di cura e gli ambulatori privati accreditati col servizio pubblico. Il taglio al finanziamento del Ssn sarà di 4,7 miliardi fino al 2014.
16. Farmaci
Farmaci e spesa farmaceutica ancora al centro della spending review. Con la “spinta” a prescrivere i meno costosi generici, anche se i medici potranno sempre indicare il farmaco di marca sulle ricette. Con sconti più elevati (ma alleggeriti rispetto alla versione iniziale) a carico di farmacisti e industrie a favore del Ssn per il 2012, in attesa di un nuovo sistema di remunerazione dell’intera filiera del farmaco valido dal 2013, ma con effetti finanziari invariati. E con nuovi tetti di spesa dal 2013: quella territoriale scenderà all’11,35%, quella ospedaliera salirà al 3,5% lasciando il 50% dell’eventuale disavanzo a carico delle industrie. In arrivo anche norme sblocca concorsi per l’apertura di nuove farmacie.
Davide Colombo, Andrea Marini, Marco Mobili e Roberto Turno, Il Sole 24 Ore