Deciso il taglio delle Province: si salva chi ha più di 350mila abitanti. Salta l’accorpamento delle festività

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Le Province, ha stabilito il consiglio dei ministri, dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2.500 chilometri quadrati. Le nuove province eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità (le altre competenze finora esercitate dalle Province vengono invece devolute ai Comuni, come stabilito dal decreto “Salva Italia”).

La soppressione delle province che corrispondono alle Città metropolitane – dieci in tutto, tra cui Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze – avverrà contestualmente alla creazione di queste (entro il 1° gennaio 2014).

Il Governo ha poi affrontato la questione del calendario delle festività e delle celebrazioni nazionali. Il Consiglio ha deciso di non procedere all’accorpamento delle festività per tre ragioni. «Non abbiamo nessuna intenzione di fare nuove manovre – ha detto il premier Mario Monti in conferenza stampa – . Siamo sulla via programmata per il conseguimento degli obiettivi di bilancio. Non vi é l’esigenza di nuove manovre». «Sugli obiettivi a breve di finanza 2012-2013 – ha sottolineato – siamo sulla via programmata».

Monti: con Napolitano non si è discusso del decreto di agosto. «L’incontro con il Capo dello Stato – ha spiegato il presidente del Consiglio – è stato uno dei periodici incontri che abbiamo in cui riferisco delle attività del governo. Abbiamo parlato delle prospettive della situazione politica non di emergenze finanziare o dl agosto».

«Non vogliamo la patrimoniale». Patrimoniale, al di sopra dei 250mila euro? «Io non l’ho sentita questa voce – ha risposto Monti -. Non rientra nelle intenzioni, né nei programmi del governo italiano».

Nota di palazzo Chigi: tre ragioni per non accorpare le festività
Il Cdm ha deciso di non procedere all’accorpamento delle festività per tre ragioni. Anzitutto – spiega una nota di palazzo Chigi – perché, secondo le stime della Ragioneria generale, la misura non dà sufficienti garanzie di risparmio. Inoltre, perché a differenza di quanto indicato dal decreto legge del 2011 nella parte in cui fa riferimento a «diffuse prassi europee», non esistono in Europa previsioni normative di livello statale che accorpino le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni. In alcuni Paesi (ad esempio la Germania, l’Austria e la Spagna) – rileva la nota del Governo – la celebrazione delle festività dei Santi Patroni rientra nell’autonoma determinazione delle autorità locali che le fanno coincidere col giorno a questi dedicato nel calendario gregoriano. Nei Paesi anglosassoni – ad esempio in Irlanda e in Scozia – i Santi Patroni delle principali città sono riconosciuti e celebrati, con giornate festive stabilite a livello statale. Infine, si è deciso di non procedere all’accorpamento perché l’attuazione della misura nei confronti dei lavoratori privati violerebbe il principio di salvaguardia dell’autonomia contrattuale, con il rischio di aumentare la conflittualità tra lavoratori e datori di lavoro.

Consulta l’elenco delle province con meno di 350.000 abitanti »

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